lunedì 28 gennaio 2013

Jester King Farmhouse Black Metal Imperial Stout

Ospitiamo oggi un nuovo birrificio, si tratta degli americani della Jester King Craft Brewery, fondato nell’autunno del 2010 ad Austin, in Texas. E’ giudato dal birraio Jeffrey Stuffings, aiutato dal fratello Michael e da Ron Extract. Un birrificio giovane che è però partito subito a tutta velocità cimentandosi in molti diversi stili: dalle fermentazioni spontanee agli invecchiamenti in botte, dalla Berliner Weisse alle Saison, passando per imperial stout (anche in versione sour) ed alcune collaborazioni con Mikkeller che hanno portato l'attesa risonanza nell’affollato panorama dei Beer Geeks. Non è comunque facile produrre birra in Texas, dove è ancora in vigore una severa ed ormai obsoleta regolamentazione (TABC - Texas Alcohol and Beverage Commission) sulla produzione e sulla somministrazione delle bevande alcoliche, con molti scheletri rimasti dall’epoca del proibizioismo. Ad un birrificio è ad esempio vietato vendere la birra direttamente ai consumatori finali; niente “tasting room” quindi, ma solo degustazioni gratuite abbinate al tour del birrificio. Ad un brewpub è invece concessa la somministrazione di birra a pagamento ai propri clienti, ma non è permessa la distribuzione commerciale al di fuori dei locali. Mentre i più numerosi produttori vinicoli Texani sono riusciti a far modificare la TABC, ed a farsi concedere il permesso di vendere direttamente il proprio prodotto, il numero più esiguo di birrifici non ha ancora trovato i giusti appigli per scardinare la diverse lobbies che al momento mantengono in vigore questa situazione che favorisce ovviamente chi distribuisce la birra nei confronti di chi la produce. Jester King sin dalla nascita ha iniziato la battaglia per modificare la TABC, ed i primi risultati stanno iniziando ad arrivare; nel 2011 un giudice ha obbligato la TABC a modificare alcuni dei suoi articoli, in particolare quello che vietava ai birrifici di comunicare al pubblico in quali negozi si possono trovare le proprie birre. Prima di questa modifica, la classica sezione sul sito internet del birrificio “where to buy” sarebbe stata illegale. Altre modifiche del 2011 hanno riguardato le informazioni da riportare sull’etichetta; in precedenza, potevano essere definite “birra” solamente quelle con un ABV compreso tra 0.5 e 5%; per le gradazioni alcoliche superiori  era necessario utilizzare la terminologia “ale” o “malt liquor”. Le conseguenze di questa legge erano che nessuno poteva far pubblicità in Texas includendo la parola “birra” di qualsiasi “birra” che avesse un ABV superiore al 5% ; allo stesso modo non era possibile per i commercianti e distributori Texani mettere in vendita nessuna bottiglia con ABV superiore al 5% la cui etichetta riportasse la parola “birra”. Per molti texani, insomma, l'unico modo di mettere le proprie mani su una bottiglia di craft beer  era andare a fare spesa oltre confine. Era senz'altro meno problematico acquistare un fucile. Da luglio 2011 i birrifici texani possono chiamare i loro prodotti con qualsiasi nome (beer, ale, malt beverage) indipendentemente dalla percentuale di alcool, purché questa sia riportata in etichetta. 
La produzione di Jester King viene principalmente imbottigliata (75 cl.) ed in quantità minore infustata; l’amore del birraio Jeffrey Stuffings per un certo tipo di musica è evidente dal nome e dalla etichetta di questa farmhouse ale, Farmhouse Black Metal. Si tratta di una imperial stout prodotta con acqua del pozzo del birrificio, malti Pale, Black, Chocolate, Caramalt, Carafa, Dark Crystal e orzo tostato; i luppoli sono Millennium ed East Kent Goldings, il lievito è farmhouse.
Il colore tiene fede al nome: assolutamente nera, splendida, con generoso cappello di schiuma color marrone chiaro: molto cremosa e molto persistente, come mostra la foto in calce al post.  Aroma elegante ed opulente: cioccolato amaro, orzo tostato, caffè, sentori di frutti di bosco (mirtilli); più nascosti troviamo un leggero affumicato e qualche sentore terroso, quasi umido. Ottime premesse, che il gusto non disattende: il corpo è medio-pieno, con una carbonazione abbastanza sostenuta per lo stile. C'è corrispondenza con il naso: caffè, cioccolato amaro, tostature, mirtilli; la texture è oleosa, con una leggera acidità a snellire la bevuta ed a ripulire il palato ad ogni sorso. Il finale è un ritorno all'inizio, con un intenso retrogusto amaro, molto persistente, carico di caffè, tostature, cenere e tabacco; l'alcool (9%) è molto ben nascosto per tutta la bevuta, regalando solamente nel retrogusto una piacevolissima nota di bourbon che riscalda ben sposandosi con una nota pepata, quasi piccante. Imperial Stout sontuosa, peccato per la carbonazione un po' troppo alta che la rende meno morbida in bocca di quello che potrebbe essere; molto soddisfacente ed appagante, liquido che arriva in Italia ad un prezzo molto poco economico ma che non fa rimpiangerne l'acquisto. Formato: 75 cl., alc. 9%, lotto e scadenza non riportati, prezzo 18.00 Euro (beershop, Italia).




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