Non ci avevo fatto caso ma l’ultima apparizione sul blog di Brewfist è datata 2014. Non che sia un fatto voluto, è semplicemente capitato: del resto la scena della craft beer è sempre più affollata, bisogna dar spazio un po' a tutti e la ragion d'essere di unabirralgiorno è presentare sempre qualcosa di nuovo. Non avrebbe molto senso postare la stessa birra ogni anno o ogni tre mesi: per questo i birrifici operativi da un po' di tempo (2010, nel caso di Brewfist) sono maggiormente penalizzati rispetto ai nuovi arrivati. Il birrificio lodigiano non è neppure particolarmente fecondo se parliamo di novità: in dieci anni d'attività ha prodotto una settantina di diverse etichette. Numeri che molti birrifici alla moda (tristemente) raggiungono in un anno o poco più. Scelte strategiche, ovviamente. Del resto il cuore pulsante di Brewfist è la bella taproom Terminal 1, ora proprio adiacente al birrificio, con una ventina di spine per dissetarsi e accompagnare taglieri, primi, fritti, secondi di carne e pesce.
Ma dal suo ultimo passaggio sul blog di novità ce ne sono state molte: sopratutto il bel programma dedicato agli invecchiamenti in botte che sta diventando sempre più ricco. Tralasciando la primogenita Spaghetti Western (11.1%), Imperial Stout invecchiata in botti di grappa che fu seguita dalla Madame Galaxie (7%), saison invecchiata in botti di Chardonnay, oggi l'offerta Barrel Aged di Brewfist include la "trinità" dei Barley Wine El Pedro (13.8%, un anno in botti di Pedro Ximenez), El Vasco (11.7%, un anno in botti di Porto) ed El Fernando (14.4%, lievito Saison ed un anno in botti di Porto); la saison al farro Lady Peach (5.9%), passaggio in botte Chardonnay con aggiunta di polpa di pesca nelle ultime settimane precedenti all’imbottigliamento; Sentenza (9.4%), Imperial Stout con fermentazione acetica in botti ex-grappa; Dr Ray (10%) blend di Porter invecchiata in botti di Nebbiolo e fresca con aggiunta di bacche di vaniglia; The Pilgrim (14.4%) Barley Wine con lievito Saison invecchiato un anno in botti di Marsala. Chiudiamo la rapida carrellata con le tre Imperial Stout La Leggenda: Sam (12%) invecchiata in botti di rum giamaicano, Victor (12%) rum Martinica, Elijah (12%) Bourbon.
La birra.
Malto Maris Otter e luppolo East Kent Golding: la ricetta del Barley Wine El Vasco (11.7%) è la più classica e la più semplice possibile. Del resto la magia dovrebbe arrivare dall'invecchiamento per un anno in botti che avevano in precedenza ospitato Porto. Dalla cantina, risorsa ormai abituale in questo periodo di emergenza Coronavirus, stappo quella che dovrebbe essere una bottiglia del primo lotto prodotto: correva l'anno 2015.
Nel bicchiere si presenta di color ambrato piuttosto torbido, mentre la schiuma dopo cinque anni di cantina impressiona per compattezza e generosità. L'aroma è intenso e caldo, zuccherino, ricco di porto, uvetta, prugna e frutti di bosco: in secondo piano accenni di legno e di mela. La sensazione palatale è perfetta, sembra una birra nata da pochi mesi: nessun cedimento, corpo medio-pieno, morbida e avvolgente. Al palato domina il Porto portandosi dietro uvetta, prugna, ciliegia e frutti di bosco: ma sul palco c'è anche posto per biscotto e caramello, mela al forno. La bevuta è piuttosto dolce ma il tutto viene contrastato da una leggera acidità e dalla componente etilica che riesce ad "asciugare" bene la componente zuccherina. Il percorso termina con una suggestione amara (radice o tannini?) ed una lunghissima scia di Porto, elemento che la caratterizza in lungo e in largo. El Vasco è una birra che scalda molto senza mai arrivare a bruciare. Impressionante il modo in cui ha retto al tempo: qualche lievissimo segno di cedimento al naso ma al palato è potente, pulita, sontuosa. Una compagna ideale d'una fredda serata d'inverno.
Formato 33 cl., alc. 11.7%, lotto 6185, scad. 12/2025, prezzo indicativo 7.00-9.00 euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questo esemplare e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.