mercoledì 29 febbraio 2012

Birrificio Via Priula Bacio

Dopo quindici anni di appassionato homebrewing alle spalle, i riflettori si accendono per Giovanni Fumagalli al concorso “Una birra per l’estate” di Piozzo nel 2010; il suo “clone” della birra Gonzo Imperial Poter della Flying Dog si aggiudica infatti il primo premio. Il successo lo spinge a fare il “grande salto” e di affiancare, alla sua regolare attività di farmacista, quella di produttore di birra. Lo seguono nella nuova avventura come soci anche Mauro Zilli, Marco Orfino e Serenella Lancini. Nasce così il birrificio Via Priula di San Pellegrino Terme, Bergamo. In assenza di impianti propri, la produzione delle ricette viene affidata al birrificio BABB di Brescia; l’ottimo feedback ricevuto pare aver definitivamente convinto i soci ad acquistare i propri impianti ed a realizzare un proprio locale, con annessa cucina, che dovrebbe essere inaugurato proprio nella primavera del 2012. Molto bello il logo del birrificio e la grafica di tutte le etichette, illustrate da Stefano Torriani, che si ispirano ad un manifesto di inizio novecento che pubblicizzava l’attività del fotografo e farmacista Ermanno Bonapace, nonno di Giovanni Fumagalli. Chi ha una memoria lunga non ricorderà l'elisir “Bacio” , ma senz’altro, come noi, la “Magnesia San Pellegrino”; i brevetti di questi due prodotti furono depositati proprio da Bonapace. Le birre prodotte sono al momento quattro: una pils, una imperial stout, una “fruit beer” al lampone ed una American Pale Ale chiamata “Bacio”, in onore proprio di quell’elisir prodotto nei primi anni del 1900. Ma oltre alla grafica, le etichette brillano per la chiarezza e la completezza (finalmente!) delle informazioni riportate: ingredienti, valori nutrizionali, istruzioni su conservazione e somministrazione; un caso più unico che raro nel panorama italiano, e non solo. Viene brassata con malti Pale Maris Otter, Cara-Monaco, Cara-Amber, Biscuit; i luppoli utilizzati sono Chinook ed Amarillo. Assaggiamola, dunque: all'aspetto è di colore oro antico / rame, leggermente velato. La schiuma bianca è enorme, fine e pannosa, e ci costringe ad una lunga attesa prima di riuscire a riempire la pinta. L'aroma non è "esplosivo" ma comunque elegante, delicatamente fruttato, con sentori di polpa e scorza di agrumi (pompelmo, lime). In bocca risalta subito una carbonazione elevatissima che, ahinoi, disturba non poco la bevuta; per il resto, sarebbe tutto al posto giusto. Cereali e crosta di pane sono la breve introduzione ad un amaro netto e deciso, ricco di scorza degli stessi agrumi dell'aroma. Leggera e correttamente watery, sarebbe una birra molto beverina non fosse - ci tocca ripeterlo - per l'altissima gasatura di questa bottiglia che volente o nolente ne "sporca" anche un po' la percezione del gusto. Molto secca, chiude senza sorprese con un bell'amaro intenso, erbaceo ed aggrumato. E' un American Pale Ale ben bilanciata ma abbastanza "spinta", dall'amaro molto deciso e che lascia intravedere delle ottime potenzialità; purtroppo come la maggior parte delle birre artigianali italiane non è facilissima da reperire "fuori zona", ma speriamo ugualmente di avere l'occasione di riprovarla presto in una "versione" meno carbonata. Formato: 50 cl., alc. 4.9%, scad. 18/05/2012, prezzo 4.50 Euro.


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english summary:
Brewery: Birrificio Via Priula, San Pellegrino Terme, Bergamo, Italy.
Style: American Pale Ale
Appearance: deep golden color with a huge frothy white head. Aroma: citrusy and zesty (grapefruit, lime). Mouthfeel: light body, high carbonation, watery texture. Taste: intense zesty hoppy bitterness (citrus) on a bready malt and cereals backbone. Very dry. The excessive carbonation of this bottle is very disturbing; bitter zesty aftertaste. Overall: an APA brewed with Chinook and Amarillo hops from a new interesting Italian micro craft brewery. Pretty well done besides the fact that we got an over-carbonated bottle which did not help the perception of all the flavors. Anyway, this seems a very promising brewery, and we hope to taste again this beer soon in better conditions. Bottle: 50 cl., 4.9% ABV, BB 18/May/2012, price 4.50 Euro.

martedì 28 febbraio 2012

Trois Dames IPA

La Brasserie Trois Dames è senz’altro una delle realtà più interessanti nella scena della birra “artigianale” Svizzera. Ha sede a Sainte-Croix, a pochi chilometri dal confine con la Francia. Le tre “Signore” dietro all’origine del nome sono Sylvie, Julie ed Elise, rispettivamente moglie e figlie di Raphaël Mettler, mastro birraio e proprietario. Inizia nel 2002 con i primi timidi esperimenti da homebrewer, che durano circa un anno e mezzo e lo convincono a fare il passo successivo che consiste nell’acquistare un piccolo impianto da 2.5 ettolitri in Germania; nei primi passi lo aiutano un birraio tedesco e l’amico svizzero Freddy Haldemann (della omonima birreria), e le prime produzioni sono naturalmente ispirate alla alla tradizione brassicola tedesca: Kölsch, Dunkel, Helles, Pils, Rauchbier, Weizen. Ma è un viaggio negli USA, nel 2005, a “sconvolgere” il credo brassicolo di Raphaël; nella Yakima Valley rimane “folgorato” dalle potenzialità aromatiche dei luppoli Americani e, al suo ritorno in Svizzera, decide che nulla dev’essere come prima. Sceglie di sospendere l’attività, e di prendersi un anno sabbatico in Canada con la famiglia; prima di imbarcare le valigie sull’aereo fa però in tempo a conoscere Jérôme Rebetez della svizzera Brasserie BFM, un amante dell’invecchiamento in botte che lo convince, prima di partire, a riempire alcune botti con una Imperial IPA e un Lambic e lasciarli lì sino al suo ritorno. In Canada, a cavallo tra il 2006 ed il 2007, Raphaël visita numerosi birrifici e brewpub, non disdegnando qualche puntata oltre il confine settentrionale statunitense. Tornato in Svizzera, nel 2008 rileva una vecchia falegnameria e vi installa un nuovo impianto dalla capacità di circa 15 ettolitri. Se non erriamo, l’attuale produzione è tutta ad alta fermentazione, e sono quindi state quasi completamente eliminate le prime ricette ispirate al Reinheitsgebot. Questa IPA della Trois Dames è stata prodotta per la prima volta nel 2005 e ci ha davvero impressionato, anche se immaginiamo che la ricetta originale abbia subito diverse revisioni. E’ brassata con Chinook, Columbus e Simcoe, e si presenta di color rame, velato. La schiuma, bianca, non è molto generosa ma fine e cremosa, mediamente persistente. Aroma eccezionale, elegante e fine, dolce, ricco di passion fruit, mango, melone, mandarino, lampone. Una macedonia di frutta che vorremmo annusare tutto il giorno. Tutto molto bene anche al palato, con un imbocco di malto biscotto e di frutta che richiama leggermente l’aroma, ma soprattutto ricco di pompelmo. L’amaro non è molto pronunciato ma procede comunque in crescendo, sfociando in un retrogusto ricco di scorza d’agrumi, molto pulito e mediamente persistente. IPA correttamente carbonata, molto facile da bere (corpo medio) e morbida in bocca, fresca, secca, dissetante. Nessun estremismo, nessuna forzatura luppolata, ma solamente un’estrema pulizia ed equilibrio tra dolce frutta tropicale ed amaro. Ottima, unico neo il formato da 33 cl.; finisce troppo presto, ed il rimpianto è di non averne un’altra bottiglia a disposizione. La Svizzera è vicina, sarebbe ora che qualcuno iniziasse ad importarla in Italia con regolarità. Formato: 33 cl., alc. 6.3%, 60 IBU, scad. 12/2012, prezzo 5,37 Euro.

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english summary:
Brewery: Brasserie Trois Dames, Sainte-Croix, Switzerland.

Style: India Pale Ale

Appearance: cloudy copper color with a small creamy white head. Aroma: rich, elegant, luscious tropical fruits, mango, melon, tangerine, raspberries. Something you’d like to sniff all day long. Mouthfeel: medium body, medium carboation, texture is oily. Taste: light sweet tropical fruits and grapefruit bitterness on a biscuity malt backbone. Very clean, balanced and dry, with a moderate zesty bitterness in the long aftertaste. Overall: this is not an extreme IPA with overloads of bitterness, but a rather good example of a very tasty, clean and drinkable beer. The only bad thing is that we only had one bottle in the fridge. Very recommended. Bottle: 33 cl., 6.3% ABV, 60 IBUs, BBE 12/2012, price 5.37 Euro.

lunedì 27 febbraio 2012

Moinette Brune

La Moinette "Brune" viene messa in commercio dalla Brasserie Dupont nel 1986, circa trent'anni dopo la Blonde, che avevamo bevuto in questa occasione. E' di colore rame, opaco, con cappello mediamente persistente di schiuma ocra, fine e cremosa. L'aroma rivela sentori di toffee, frutta secca, una delicata tostatura di malto ed un leggero sentore di cantina. Le stesse sensazioni si ritrovano in bocca, con la componente etilica che però è sorprendentemente in evidenza, al contrario di tutte le altre produzioni Dupont assaggiate sino ad ora, inclusa la natalizia Avec les Bons Voeux. Il gusto è dominato da malto e da toffee, con un'amaro terroso - leggermente rustico - a bilanciare; molto secca, a tratti astringente, chiude con una virata amara dove convivono note terrose e tostate. Una "dubbel" molto carbonata, corretta, dal corpo medio, che però ci ha entusiasmato molto poco. Aroma e gusto molto poco in forma, quasi irriconoscibile l'apporto che i lieviti dovrebbero dare in questo stile brassicolo. Bottiglia proveniente dalla grande distribuzione, con i conseguenti rischi di un trattamento non proprio ideale nei vari passaggi di mano. Da riprovare in un'altra occasione più fortunata. Formato: 75 cl., alc. 8.5%, lotto 10025B, scad. 02/2013, prezzo 5.15 Euro.

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english summary:
Brewery: Brasserie Dupont, Tourpes-Leuze, Belgium.
Style: abbey dubbel

Appearance: hazy dark copper color with a creamy off-white head. Aroma: toffee, dried fruits, caramel, roasted malt, slightly funky. Mouthfeel: medium body, high carbonation, oily texture. Taste: malty, toffee, alcohol; earthy funky bitterness. Very dry to the palate, sometimes astringent; earthy and roasted bitterness in the finish. Overall: kind of a disappointing bottles, which perhaps has suffered some unappropriate handling and storage from supermarkets. No yeast profile, very few emotions. It's a drinkable and good beer, but we had a better memory. We should try it again another time. Bottle: 75 cl., 8.5% ABV, batch 10025B, BBE 02/2013, price 5.15 Euro.

domenica 26 febbraio 2012

Bergquell Kirsch Porter

Ce la siamo un po’ cercata questa volta, ma una “porter alla ciliegia” tedesca non potevamo lasciarcela scappare e la curiosità ha preso il sopravvento sulla ragione. E’ prodotta dalla Bergquell Brauerei Löbau nell’omonima cittadina (Löbau, in Sassonia) che si trova ad est di Dresda, non molto lontana dal punto in cui s’intersecano i confini tra Germania, Polonia e Repubblica Ceca. All’aspetto ricorda molto un cola, di colore marrone con riflessi ambrati; la schiuma è molto persistente, ocra, fine e cremosa. L’etichetta recita che il 90% di questa “bevanda” è composta di birra, mentre il restante 10% è un sciroppo – non esattamente naturale - di ciliegia. Deve trattarsi di un “concentrato”, perché nonostante la piccola percentuale di presenza, è il dolce, stucchevole profumo di ciliegia a caratterizzare l’aroma. Le cose non cambiano in bocca, dove domina un gusto dolciastro, dal sapore artificiale, di ciliegia su una base di birra inesistente (porter ??) , acquosa e scarsamente carbonata. Forse c’è un po’ di caramello, e l’impressione è molto simile a quella di bere una cola (sgassata) alla ciliegia, prodotto effettivamente commercializzato in Germania. A fine bevuta emerge un po’ di amaro, molto poco gradevole, che ricorda la gomma bruciata. Birra (?) molto slegata, con la base acquosa che va in una direzione, scivolando via in un batter d’occhio, e la componente sciropposa che satura ben presto il palato. Il risultato è una sorta di “radler”, ma molto poco riuscito. Inspiegabile la dicitura “porter” dell’etichetta, se non per il colore della bevanda. Per i più masochisti, esiste anche una Erdbeer-Porter (alla fragola); per noi, questa basta ed avanza. Finisce in buona parte nel lavandino. Se la vedete, evitatela. Bottiglia: 50 cl., alc. 4.2%, scad. 28/03/2012, prezzo 0.97 Euro.
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english summary:
Brewery: Bergquell Brauerei Löbau, Löbau, Saxony, Germany.
Style: fruit beer
Appearance: brown cola-alike color with a thick lasting tanned head. Aroma: very sweer cherries, kind of artificial cherry syrup. Mouthfeel: light body, low carbonation, watery texture. Taste: very watery; hints of caramel, sweet cherry syrup. There's some bitterness in the finish, but it's not very pleasant; looks like burnt rubber. Overall: ok, we sort of asked for that by buying this bottle but we were curious. Supposedly this is a fruit beer brewed with 90% porter and 10% cherry syrup. Must be some kind of cherry concentrare because in spite of the low amount, the over sweet cherry taste is dominant. There're no hints of porter, by no means. Really awful, too sweet and undrinkable. We poured half of the bottle into the drain. Just avoid it, if you ever come across it. Bottle: 50 cl., 4.2% ABV,
best before 28/March/2012, price: 0,97 Euro.

sabato 25 febbraio 2012

Lost Abbey Serpents Stout

Tomme Arthur è innegabilmente una delle figure chiave non solo della vivacissima scena brassicola californiana di San Diego, ma di tutta la Craft Beer Revolution Americana. Nato proprio a San Diego, si sposta per motivi di studi in Arizona per ottenere il suo Bachelor of Arts (più o meno equiparabile ad una nostra “laurea breve”) dove inizia ad appassionarsi della birra e dei suoi processi produttivi. Ritornato a San Diego, viene assunto nel marzo del 1996 alla Cervecerias La Cruda, dove apprende il mestiere all’ombra di Troy Hojel; i due sperimentano, creano nuove ricette che ancora oggi sono usate da Tomme; lo stesso anno si guadagnano già una medaglia d’oro al Great American Beer Festival con la “Makanudo Porter”. Era la seconda volta che un birrificio di San Diego otteneva un oro al prestigioso concorso. Nel 1997 però “La Cruda” chiude i battenti, e Tomme va a lavorare per qualche mese ai White Labs di San Diego iniziando a “trafficare” con i lieviti; il suo desiderio è però di ritornare a fare birra, ed all’inizio dell’estate viene assunto come mastro birraio al Pizza Port di Solana Beach, dove rimane sino al 2005. Nel 2006 assieme ai fondatori di Pizza Port, Vince e Gina Marsiglia, ed a Jim Comstock, fonda la Port Brewing / Lost Abbey; mentre la prima prosegue idealmente il percorso iniziato al Pizza Port, con birre “tipicamente” West Coast, la Lost Abbey viene invece a formare il “ramo” più esoterico e mistico del nuovo birrificio. E’ infatti soprattutto con il marchio Lost Abbey che Tomme continua i suoi esperimenti, producendo birre ispirate principalmente alla tradizione Belga, incluse le fermentazioni spontanee e le birre acide, e porta avanti i suoi progetti di affinamento e d’invecchiamento in botte. Continuano a fioccare i premi ed i riconoscimenti, come l’award di “Small Brewery of the Year” ottenuto al "Great American Beer Festival" del 2007 e il “World Champion Small Brewer and Brewery” alla "World Beer Cup" del 2008. Oggi Tomme è affiancato alla Lost Abbey da Mike Rodriguez, precedentemente mastro birrario alla Boulevard Brewing. Questa Serpent’s Stout è una loro produzione stagionale, solitamente messa in commercio all’inizio dell’inverno; e non c’è ovviamente stagione migliore per godersi questa birra massiccia, in poltrona, la sera, senza magari soffermarsi troppo sulla lunga e leggermente farraginosa disquisizione presente sull’etichetta posteriore. Bottiglia edizione 2009. Davvero impressionante la viscosità di questa Imperial Stout nel momento in cui viene versata nel bicchiere, simile ad olio lubrificante per motori, nero pece; quasi assente la schiuma, rimane solo un piccolo pizzo marrone intorno al bicchiere. Aroma ricco di frutta (prugne, uvetta, mirtilli), caffè, malti torrefatti, sentori di cioccolato. Anche in bocca il primo impatto è etilico, riproponendo la stessa frutta che caratterizzava l’aroma; seguono note di liquirizia e un bell’amaro ricco di caffè e di tostatura. L’alcool è sempre presente al palato, avvolgendolo di un morbido calore che non disturba mai la bevuta; è una birra imponente (alc. 11%), dal corpo massiccio, che però non mostra mai i muscoli ma che si lascia bere con sorprendente facilità. In bocca è oleosa, mediamente carbonata e abbastanza secca. Il finale è lineare, con un retrogusto morbido che ripassa in rassegna alcool, liquirizia, caffè, malti tostati e torrefatti. A temperatura ambiente emergono anche delle interessanti note fruttate che s’affacciano timidamente nel territorio dei vini passiti. Una sontuosa Imperial Stout, pulitissima, morbida e rotonda, perfetta come dicevamo per una lenta degustazione in un freddo dopocena invernale. Assolutamente da provare, anche se non è ovviamente una birra economica. Ma va considerato il fatto che già in USA costa tra i 10 ed i 12 dollari. Formato: 75 cl., alc. 11%, lotto 07/09, prezzo 16.25 Euro.

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english summary:
Brewery: Lost Abbey, San Marcos, California, USA
Style: Imperial Stout
Appearance: deep black color with almost no head; there a small brown lacing into the glass. Aroma: rich of fruity esters (plums, raisins, blackberries), coffee, roasted malts, chocolate. Mouthfeel: full body, medium carbonation, oily texture. Very smooth to the palate. Taste: keeps up with aroma; dark fruits, licorice, coffee and roasted malts. 11% ABV is very well hidden; this is a warm and rich Imperial Stout with a good drinkability. Clean and dry. Smooth bitter aftertaste filled with a coffee, roasted malts and licorice. As beer warms up it is showing a light aged-wine fruity character. Overall: a sumptuous winter warmer, powerful yet easily drinkable. Clean, rounded, smooth and tasty; so far one of the best Imperial Stouts we have ever tasted. Bottle: 75 cl., 11% ABV, batch 07/2009, price 16.25 Euro.

venerdì 24 febbraio 2012

Acorn Conquest

L'ex cuoco Dave Hughes fonda con sua moglie Judi la Acorn Brewery nel 2003; nel suo background anche un'esperienza biennale come mastro birraio alla Barnsley Brewery. Siamo a Wombwell, nei dintorni di Barnsley, Yorkshire. Il progetto inizia con un impianto da 10 barili che proviene dal brewpub Forester & Firkin di Stafford. Ad aiutare Dave in sala cottura c'è anche Steve Bunting. Al momento questa "Conquest" non figura tra le birre prodotte sul sito del birrificio, quindi ipotizziamo che si tratti di una birra stagionale o che non sia più prodotta. E' di un bel colore arancio pallido, che la filtrazione rende quasi limpido; schiuma bianca abbastanza fine, cremosa, mediamente persistente. L'aroma è delicato ma elegante e pulito, con sentori di agrumi, soprattutto limone, ma anche più dolci che richiamano il mandarino. Tutto procede bene anche in bocca, dove un rapido imbocco di cereali e crosta di pane fa seguito una "virata" amara che richiama l'aroma, ricca di scorza d'agrumi. Una IPA molto secca, correttamente carbonata, dal copro molto leggero e "watery" al punto giusto. L'amaro è persistente ma non invadente, e sfocia in un bel retrogusto pulito, lungo, dove trovano spazio note erbacee e di scorza di limone. Molto beverina e pulita, ben fatta, è una IPA tradizionalmente inglese che pur non rientrando nella categoria delle session beers (5.7%) si presta tranquillamente ad essere bevuta "serialmente", con grande piacere. L'avevamo colpevolmente dimenticata in cantina per qualche mese di troppo, ma lei si mantenuta in ottima forma. Formato: 50 cl., alc. 5.7%, lotto 2536, scad. 02/2012, prezzo 2.25 Euro.

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English summary:
Brewery: Acorn Brewery, Wombwell, Barnsley, Yorkshire, England
Style: India Pale Ale
Appearance: almost clear orange color with a creamy white head. Aroma: citrusy and zesty, with hints of tangerine. Clean and elegant. Mouthfeel: light body, medium carbonation, watery texture. Taste: bitter and zesty, with a light bready malt backbone. Very dry and bitter finish, leaving a rich long zesty and grassy aftertaste. Overall: an easy drinkable, clean and well done English traditional IPA. The ABV would say this is not a proper session beer, yet you would quickly realize only one pint is not enough. Bottle: 50 cl., 5.7% ABV, batch 2536, BBE 02/2012, price 2.60 GBP.

giovedì 23 febbraio 2012

Neuschwansteiner Castle Cru

E‘ nella mani della famiglia Höss dal 1859, la storica birreria Hirschbräu di Sonthofen, nell’Allgau bavarese. Rinata dopo la distruzione avvenuta a causa dei bombardamenti bellici del 1945, è dal 2008 guidata da Claudia Hoss Stückler; mastro birraio è Jörg Weinberger. Accanto alla classica offerta brassicola bavarese, la Hoss produce anche nel periodo invernale (ad uso celebrativo tipo “champagne”) una birra speciale ad alta fermantazione, che vede l’utilizzo di lieviti trappisti. Viene messa in vendita nell’insolita (per il mercato tedesco) bottiglia da 75 cl., con un tappo di plastica riutilizzabile che non avevamo mai visto prima, e che ci ha costretti ad una laboriosa operazione per poter versare la birra nel bicchiere. Imbottigliata nel 2010, è di colore arancio velato; la schiuma non è molto generosa ma fine e cremosa, color ocra, e svanisce abbastanza rapidamente. I lieviti la fanno effettivamente da padrone all’aroma, regalando una generosa speziatura che convive con sentori di frutta sotto spirito (arancia, albicocca) e zucchero a velo. L’evidente dolcezza viene riproposta anche al palato, dove è però ben bilanciata da una carbonatazione elevata e da una buona secchezza: solida base di malto, biscotto, caramello, spezie da lieviti e ricco bouquet di frutta sotto spirito; l’alcool c’è, ma non è ostacolo alla bevuta che procede abbastanza spedita, considerandone il contenuto in percentuale (10,5). Corpo pieno, retrogusto abboccato, fruttato, caldo ed etilico, morbido. Una buona strong ale che lascia intravedere anche delle potenzialità nell’invecchiamento; pulita, molto dolce ma equilibrata, ha però un rapporto qualità prezzo molto svantaggioso se paragonato con le “originali” belghe. Bottiglia: 75 cl., alc. 10.5%, lotto 1148, scad, sconosciuta, prezzo 12.90 Euro.

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english summary:
Brewery: Privatbrauerei Höss der Hirschbräu, Sonthofen, Bavaria, Germany.
Style: Belgian Strong Ale
Appearance: cloudy orange with a small diminishing creamy off-white head. Aroma: very sweet, lots of yeast spices, candied fruit, icing sugar, alcohol. Mouthfeel: full bodied, high carbonation, oily texture Taste: biscuity malt, caramel, yeast spices, estery fruits, alcohol. Very sweet but somehow balanced with high carbonation, yeast spices and a fairly dry mouthfeel. Aftertaste is alcoholic, warm, fruity. Overall: a solid and clean Belgian strong Ale brewed in Germany. Good drinkability, considering its ABV, very sweet and highly carbonated, can benefit from some aging. Clean, sweet but balanced it is overall a good product but absurdly overpriced if compared to “genuine” Belgian strong ales. Bottle: 75 cl., alc. 10,5%, batch 1148 (2010 edition), price 12.90 Euro.

mercoledì 22 febbraio 2012

Braukultur Usterbräu Original

Non è stato facile assemblare qualche informazione sulla svizzera Braukultur AG. Il sito ufficiale riesce ad essere al tempo stesso molto preciso (sui membri del consiglio di amministrazione) ed abbastanza vago (sugli impianti produttivi); la mancanza di una versione in inglese non aiuta poi il compito. Ad ogni modo, incrociando notizie reperite su diversi siti, crediamo di aver capito che Braukultur nasce nel 2007 con l’intento di promuovere la birra di qualità (“artigianale”) in un mercato dominato dai soliti “noti” produttori industriali. Il mastro birrario è Jörg Bolanz, il progetto parte senza avere impianti produttivi, e le prime birre vengono commissionate alla Aare-Bier, anche se secondo qualcuno sarebbero semplicemente delle rietichettature dei prodotti Aare. Le risorse economiche evidentemente non mancano, visto che Braukultur acquista i marchi Goldküstenbräu e Oberländerbräu, e nel 2009 sigla anche un accordo commerciale la Usterbräu, nell’attesa dell’inaugurazione di propri impianti produttivi che dovrebbe avvenire in Aprile del 2012 a Uetikon am See, sulle rive del lago di Zurigo. Ma veniamo alla sostanza, ossia a questa bottiglia di Usterbräu Original, una tipica Kellerbier non filtrata dal colore oro pallido, nebuloso. La schiuma è generosa, bianca, fine e cremosa, molto persistente. Ottimo l’aroma, fresco, ricco di sentori floreali, cereali e qualche leggera nota di miele, dolce. Molto bene anche in bocca, dove la birra sorprende per l’estrema pulizia; ancora cereali, ma soprattutto fragranti note di crosta di pane, bilanciate da un lento crescendo luppolato erbaceo che s’intensifica a fine corsa, culminando in un finale secco che lascia un bel retrogusto amaro. Correttamente carbonata, leggera e watery come dev’essere, è una birra dove c’è solamente quello che ci dovrebbe essere, nel modo e nel punto giusto. Aroma vivo e pungente, gusto fresco e pulitissimo. Una goduria. Formato: 33 cl., alc.5%, lotto sconosciuto, scad. 15/05/2012, prezzo 1,98 Euro.

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english summary:
Brewery: Braukultur AG (Usterbräu), Uster, Switzerland.
Style: kellerbier / zwickl.
Appearance: hazy pale golden color with a large creamy white head. Aroma: flowery, crisp and fresh cereals, hints of honey. Mouthfeel: light body, medium carbonation, watery texture. Taste: bready malt and cereals are well balanced with a growing grassy hoppy bitterness which leads to a dry and clean finish. Hoppy aftertaste. Overall: a surprisingly simple and very clean german-style “kellerbier”. Very well done, very drinkable, a real treat for your thirst. Very good stuff from Switzerland. Bottle: 33 cl., 5% ABV, BB 15/May/2012, price 1.98 Euro.

martedì 21 febbraio 2012

Smuttynose Wheat Wine (2009)

Nel 1998 l’americana Smuttynose Brewing Co. (Portsmouth, New Hampshire) lancia la propria serie delle “Big Beers”, ovvero delle birre ad edizione limitata prodotte solamente e non necessariamente tutti gli anni. Nel 2005 la gamma si arricchisce con questa “Wheat Wine Ale”, una ricetta che intende far incontrare due stili brassicoli come Barley Wine e American Wheat Ale. Sulla carta tutto bene, ma la vendite della prima cotta vengono però bloccata dalla pignoleria del Tax and Trade Bureau americano (l’agenzia federale per l’alcool e il tabacco) che si rifiuta di approvare le etichette, in quanto ritiene un'ingannevole e potenziale fonte di confusione per il consumatore il fatto che una birra venga chiamata “vino”. Ma alla Smuttynose non demordono e fanno ricorso contro la decisione dell’agenzia federale: dopotutto, esistevano già in commercio numerosi “Barley Wine”, non erano forse ingannevoli pure questi ? I federali decidono allora che bisogna creare nuove linee guida per l’uso del nome “wine”, e trascorrono quasi due anni prima che la procedura venga finalmente portata a termine. Anche se esistevano già altri “Wheat Wine” (letteralmente “vino di frumento”) disponibile in vari brewpub americani, la Smuttynose è la prima ad essere autorizzata alla commercializzazione in bottiglia. Nel 2007 arriva così sugli scaffali il primo lotto, che da allora avrà una produzione a cadenza annuale, con gradazioni alcoliche sempre leggermente diverse. Per il 2012, l’uscita è prevista a Maggio. Nel frattempo, la versione “alla spina” si era già aggiudicata la medaglia d’oro al Great American Beer Festival del 2005. Abbiamo degustato una bottiglia prodotta nel 2009, dal contenuto alcolico in volume del 11,4 %. Contiene il 53% di frumento ed il 47% di malto; splendida - come quasi tutti i prodotti Smuttynose - l'etichetta, sulla quale non abbiamo trovato nessuna informazione ma che rimanda all'elgante e raffinata estetica dei preraffaelliti. E' di un bel colore ambrato carico; la schiuma, leggermente ocra, è fine e cremosa, molto persistente. Aroma molto dolce ed etilico, ricco di esteri che richiamano l'albicocca, l'uvetta e la pesca sotto spirito; sentori di frutta candita. Davvero ottimo l'impatto al palato; birra piena, lievemente carbonata, estremamente rotonda e morbida in bocca, cremosa. Il gusto ha corrispondenza pressochè completa con l'aroma, riproponendo la stessa frutta sotto spirito assieme a note di melassa e caramello. L'alcool è molto ben nascosto, ed i 65 centilitri della bottiglia si riescono a bere abbastanza facilmente, con le conseguenze che ciò comporta. Rimane sempre molto dolce ma abbastanza secca, ma è sapientemente equilibrata in modo da non risultare mai stucchevole. Interessante l'evoluzione finale, in un retrogusto morbido ed alcolico, vinoso, che può ricordare il porto. Birra ben fatta e solida, svolge il suo percorso senza troppe variazioni o sorprese e trova la sua collocazione ideale in un dopo cena invernale; per questo abbiamo trovato il formato da una pinta e sei once fluide esagerato, se bevuta da soli. Il classico formato americano da 35.5 cl., per questo "vino di frumento" sarebbe stato più che sufficiente. Bottiglia: 65 cl., alc. 11,4%, lotto 2009, scad. sconosciuta, prezzo 13.90 Euro.

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english summary:
Brewery: Smuttynose Brewing Co., Portsmouth, NH, USA.
Style: barley wine
Appearance: deep amber color with a lasting creamy off-white head. Aroma: sweet, estery, candied fruits, apricot, peach, raisins. Mouthfeel: very smooth to the palate, creamy, full bodied, low carbonation. Taste: malty and estery, with apricot and peach recalling the aroma. Very sweet but well balanced and dry. Interesting aftertaste, with a smooth alcoholic warmth reminiscent of some aged wine. Overall: a solid winter warmer; alcohol is well hidden, yet with a 11.4% ABV this is still a big bottle you should definitely slowly sip and share with someone. Bottle: 65 cl., 11.4%, 2009 edition, price 13.90 Euro.

lunedì 20 febbraio 2012

Birrificio Dada La 100 Imperial Bastard IPA

Il Birrificio Dada di Correggio (Reggio Emilia) ha festeggiato la sua centesima cotta con una birra celebrativa, "La 100 Imperial Bastard IPA". Il nome non è forse il trionfo dell’originalità (Arrogant Bastard della Stone, Dirty Bastard della Founders), ma è altrettanto vero che se in Italia negli ultimi anni si sono moltiplicate le IPA, sono ancora molto poche le sorelle “maggiorate” Double/Imperial; a memoria ricordiamo solo la Machete del Birrificio del Ducato, la Surfing Hop di Toccalmatto e… che altro ? Questa “La 100” è stata imbottigliata in soli 623 esemplari, ed a noi è toccata la bottiglia numero 206; è brassata, secondo le note di etichetta, con “spropositate quantità di luppolo e smodato uso di malto”. Di colore ambrato, torbido, forma un piccolo ma molto persistente cappello di schiuma ocra, fine e cremosa. L’aroma è molto fresco e pungente, al momento della stappatura ci sono leggeri sentori di aghi di pino che vengono ben presto sovrastati da un aroma quasi balsamico di dolce frutta tropicale, mango, melone, ananas, passion fruit. Il percorso in bocca inizia abbastanza dolce, riproponendo il fruttato dell’aroma, ma a metà bevuta arriva un’ondata amaricante, resinosa, pepata e pungente, che trascina tutto con sé. La base è di malto biscotto, l’alcool c’è e si sente, anche se è ben bilanciato dalla componente fruttata e da quella amara; la sensazione è di una birra comunque abbastanza morbida in bocca, dal corpo pieno, mediamente carbonata. Il finale è secco, con un po’ di scorza d’agrumi, preludio ad un lunghissimo retrogusto amaro e resinoso, etilico, con un leggero richiamo di frutta tropicale. Volutamente estrema e “spinta”, procede spedita con potenza dall’inizio alla fine senza virate. Se il termine di paragone è l’eccellenza “Brewed in USA” (Stone Ruination IPA, Smuttynose Hop Stoopid, Hop 15 di Port Brewing, tra quelle da noi assaggiate), “La 100” ha ancora molta strada da fare, risultando un po’ grezza in bocca e non pulitissima. Se invece restiamo “tra i comuni mortali”, rimane una birra ben fatta e solida, non esattamente da bere tutti i giorni e neppure a grandi sorsate ma comunque molto godibile che va senz'altro provata. Una prova (di forza) senz’altro riuscita, l’appuntamento è già per “La 200” ? Formato 33 cl., alc. 9%, 100 IBU, lotto H1001, scad. 06/2013, prezzo 6.60 Euro.


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english summary:
Brewery: Birrificio Dada, Correggio, Reggio Emilia, Italy.
Style: Imperial IPA
Appearance: murky amber with a small creamy off-white head. Aroma: fresh piney hops and lots of tropical fruits such as mango, pineapple, passion fruit. Mouthfeel: full body, medium carbonation, oily texture. Taste: at the beginning there’s more sweet tropical fruits, followed by a huge resinous spicy hoppy bitterness. The backbone is biscuit malt; finish is fairly dry and zesty; there’s a long bitter resinous aftertaste, warm and alcoholic, with a tropical fruit touch. Overall: a beer to celebrate the brewery’s 100th brew, which comes in 623 bottles only. Deliberately “extreme”, this Imperial IPA can’t obviously stand comparison to the best American examples. Even if still rough and not completely clean, this “La 100” is however a very solid and very good brew. You wouldn’t normally drink this every day, but definitely one to try on a special occasion. Bottle: 33 cl., 9% ABV, 100 IBUs, batch H1001, BBE 06/2013, price 6.60 Euro.

domenica 19 febbraio 2012

Brooklyn Black Chocolate Stout

Il biglietto da visita di questa Imperial Stout è un punteggio di 100/100 su Ratebeer e di 93 (“exceptional”) su Beer Advocate, ma iniziamo subito con il dire che ne siamo rimasti un po’ delusi. Non è una birra cattiva, tutt’altro, ma ci è sembrata “molto meno” di quello che ci aspettavamo; forse ci aspettavamo “molto di più” di quello che è, o forse ci è capitata semplicemente una bottiglia poco in forma, datata autunno 2010. Viene brassata una volta l’anno, con un blend di sei varietà di malti tostati, chocolate e black; i luppoli sono Willamette ed American Fuggle. Nera, ha un cappello di schiuma marrone chiaro, fine e cremosa, molto persistente. L’aroma è poco pronunciato; troviamo sentori di malto torrefatto, esteri, leggero caffè, assenza di cioccolato. Molto convincente è invece l’imbocco; una birra solida, dal corpo pieno, mediamente carbonata e molto morbida in bocca, cremosa. Finalmente arriva un po’ di cioccolato, mentre al gusto è predominante la torrefazione dei malti. L’alcool è ben nascosto, questa imperial stout riscalda mantenendo una buona facilità di bevuta; gli esteri portano in dote leggerissimi sentori di frutti “scuri” (ribes nero?), e ci sembra di avvertire anche qualche nota di vaniglia; l’amaro è dato principalmente dalla tostatura e da note terrose. Il lungo retrogusto che lascia è caldo e morbido, etilico. Una Imperial Stout indubbiamente solida ed equilibrata; molto poco cioccolato, a dispetto del nome che porta, aroma e gusto non certamente “esplosivi” e nemmeno pulitissimi in questa bottiglia; anche così è comunque un bel bere ma, come detto, ci aspettavamo di più. Formato: 35.5 cl, alc. 10%, 51 IBU, lotto 2780, scad. 10/2013, prezzo 3.16 Euro.

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english summary:
Brewery: Brooklyn Brewery, Brooklyn, NY, USA.
Style: Imperial Stout
Appearance: black color with a tanned creamy white head. Aroma: roasted malt, esters, light coffee. Mouthfeel: full body, creamy texture, medium carbonation. Taste: at least there’s a hint of chocolate here; mostly roasted malt, hints of black currant and vanilla. Roasted and earthy bitterness in the finish; long warm alcoholic aftertaste. Overall: a solid and well done imperial stout, with ABV very well hidden. we had big expectations on this beer but we have to admit we got slightly disappointed; despite its name, not much chocolate going on in this bottle. Bottle: 35.5 cl., 10% ABV, 51 IBUs, batch 2780, BBE 10/2013, price 3.16 Euro.

mercoledì 15 febbraio 2012

Camba Bavaria Mastrobator Doppelbock

Terza birra degustata dal birrificio tedesco Camba Bavaria, sul quale trovate qui qualche informazione aggiuntiva. Dopo una “natalizia” brassata sulla base di una ricetta americana ed un IPA, questa volta versiamo nel bicchiere una “classica” produzione tedesca, ossia una doppelbock. E’ di color ambrato molto carico, quasi marrone, opalescente; la schiuma, abbastanza fine, è cremosa e mediamente persistente. L’aroma è dolce, con gli attesi sentori di toffee e caramello, leggero malto tostato, esteri. L’ingresso in bocca è morbido e caldo, avvolgente; senza variazioni di rotta, il percorso continua ben bilanciato tra malti tostati e toffee, in un gusto che, pur essendo dolce, non è fortunatamente così dolce come molte altre “sorelle” di stile. L’alcool è ben nascosto, si avverte solamente una leggera presenza di esteri fruttati in bocca; il finale è leggermente amaro, con un buon grado di secchezza che prepara il palato al retrogusto abboccato, caldo, finalmente etilico. Buona doppelbock, dal corpo medio-pieno, correttamente carbonata, pulita e ben fatta, che si lascia bere con buona facilità anche se non è ancora al livello dei migliori esempi tedeschi (Ayinger Celebrator, giusto per fare un nome). Formato: 50 cl., alc. 8.5%, lotto 249 15, scad. 06/05/2012, prezzo 2.50 Euro.

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english summary:
Brewery: Camba Bavaria, Truchtlaching, Bavaria, Germany
Style: doppelbock
Appearance: murky light brown color with a creamy off-white head. Aroma: toffee, caramel, roasted malt, estery. Mouthfeel: medium-full bodied, medium carbonation, oily texture. Taste: sweet but well balanced; again toffee and caramel, estery. Slight roasted bitterness in the finish, warm and smooth alcoholic aftertaste. Overall: well done solid german doppelbock, not as sweet as many examples of this style. A good brew, yet not up to the level of the best examples (i.e. Ayinger Celbrator). Bottle: 50 cl., 8.5% ABV, batch 249 15, scad. 06/May/2012, price 2.50 Euro.

martedì 14 febbraio 2012

La Fabbrica Black Bock

La Fabbrica è un brew-pub che a sede nella periferia di Saronno (Varese) ed in attività, se non erriamo, quasi da 15 anni (1998). L’offerta brassicola è semplice e “classica”, mirando alla facilità di scelta e di bevuta con birre dai nomi familiari ( ad es. “La Bionda”, “La Rossa”) anche al bevitore “occasionale”. Da qualche tempo le birre prodotte vengono anche imbottigliate, ed abbiamo avuto così l’occasione di assaggiare questa Black Bock; il nome non inganni, non si tratta infatti di una Dunkler Bock, come si potrebbe pensare, ma da quello che abbiamo capito dovrebbe essere un’alta fermentazione (stout). L’aspetto è davvero ottimo, un bell’ebano scurissimo, quasi nero. Schiuma beige, fine e cremosa, molto persistente. Purtroppo le note positive terminano qui. Al naso la schiuma emana sentori di mirtilli maturi, ma una volta che si è dissipata inizia il “festival” dell’acetico, che s’intensifica in bocca. Bottiglia infetta, sfortunata, imbevibile. Il lavandino ringrazia. Formato: 50 cl., alc. 8%, lotto 9/11, scad. 14/04/2012 (? - la data scritta a mano non è facilmente decifrabile). Prezzo 4.50 Euro.

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english summary:
Brewery: La Fabbrica, Saronno, Varese, Italy.
Style: stout
Appearance: very dark brown color with a long lasting creamy tanned head. Aroma: blackberries, vinegar. Taste:, completely acetic. Undrinkable, poured straight into the drain. Overall: this italian brew pub has started recently starting bottling their beers. This one was clearly infected. Bottle: 50 cl., 8% ABV, batch 9/11, BB 14/Apr/2012, price 4.50 Euro.

lunedì 13 febbraio 2012

Post Pilsener

Fondata nel 1907 la Post Brauerei Weiler è ancora oggi di proprietà della famiglia Zimth, ed è oggi guidata da Herbert, il nipote del fondatore Anton. L’offerta brassicola è ovviamente quella classica bavarese composta da Weizen, Bock, Dunkel, Maerzen, Radler e, ovviamente, pils. Siamo in Allgau, a Weiler-Simmerberg, non lontana dal Lago di Costanza, ed a una trentina di chilometri dalla cittadina di Tettnang (Baden-Württemberg) famosa per la coltivazione del quasi omonimo luppolo, il Tettnanger) la coltivazione commerciale di questo tipo di luppolo iniziò nel 1844, ad opera di Johann Nepomuk Fidel von Lentz. Il Tettnanger rientra in quella categoria detta "dei luppoli nobili", dalle elevate proprietà aromatiche e poco amaricanti, ed è un luppolo "puro", che non è stato ottenuto tramite incrocio con nesssun'altra tipologia. L' 80-85% della produzione viene esportata, mentre il restante è utlizzata nel mercato tedesco. Se abbiamo tradotto correttamente dal "sito" ufficiale, proprio a Tettnang si svolse nel 1875 la prima esposizione di luppoli in Germania, ed a metà degli anni 50 i coltivatori di questa area furono i primi ad introdurre la raccolta meccanizzata dei fiori. Dal 2010, infine, il Tettnanger può vantare il titolo di "IGP" (Indicazione Geografica Protetta). La ricetta non la conosciamo, ma scommettiamo ad occhi chiusi sul'uso del Tettnanger in questa PostPilsener. La filtrazione le dona il classico color oro, limpido, sormontato da un bel cappello di schiuma bianchissima, fine e cremosa. Molto fine e pulito l'aroma, nel quale s'intrecciano sentori erbacei, una leggera speziatura e sentori floreali che ci hanno ricordato la camomilla. Massima semplicità e facilità di bevuta anche in bocca, con una bella base di crosta di pane, leggerissimo diacetile, un bell’amaro erbaceo a terminare la corsa. Secca e pulita, nessuna nota metallica, lascia un retrogusto amaro, erbaceo, leggermente speziato. Pils corretta, leggera, giustamente carbonata e “watery”, molto godibile, rinfrescante, dissetante. Formato: 33 cl., alc. 4.9%. lotto 0813, scad. 10/04/2012, prezzo 0.83 Euro.

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english summary:
Brewery: Post Brauerei Weiler, Weiler-Simmerberg, Bayern, Germany.
Style: german pilsner
Appearance: clear golden color with a creamy white head. Aroma: nice grassy and spicy hops, flowery (chamomile?). Mouthfeel: light body, medium carbonation, watery texture. Taste: bready malt, light hints of dyacetil, grassy hoppy dry finish. Short, clean, bitter, grassy and spicy aftertaste. Overall: a simple, clean and well done Bavarian pils from Tettnanger (hops) region. Easily drinkable, refreshing and enjoyable. Bottle: 33 cl., 4.9% ABV, batch 0813, BB 10/Apr/2012, price 0.83 Euro.

sabato 11 febbraio 2012

Toccalmatto Stray Dog

“No Rules Bitter”, recita l’etichetta di questa Stray Dog del Birrificio Toccalmatto. Una bitter “senza regole”, uno stravolgimento che nel caso in questione riguarda principalmente i luppoli utilizzati; accanto infatti ai tradizionali Challenger e Styrian Goldings viene utilizzato il “modiaolo” Citra. Il risultato è ovviamente una bitter (o Pale Ale?) molto poco classica e più simile, tanto per citarne alcune tra quelle assaggiate più di recente, alla Op & Top o all’Amerikaans di De Molen o alla Revival brassata dall’inglese Moor.
All’aspetto è ambrata, leggermente opaca, con una schiuma dalla buona persistenza fine e cremosa, color ocra. Al naso c’è un bel bouquet di profumi di frutta tropicale, dolce, con mango, passion fruit, ananas; più in secondo piano sentori di albicocca e di agrumi. Elementi che ci vengono riproposti anche al palato, in un percorso diretto, senza deviazioni, che punta al massimo della beverinità con un corpo molto leggero, una consistenza molto watery ed una carbonazione media. Malto appena percepibile (leggero caramello), l’amaro è invece più “classico” ed arriva a fine corsa, portando note erbacee e di scorza d’agrumi. Il palato rimane secco, ben pulito; il retrogusto è (crediamo) volutamente corto, perché è già il tempo di riavvicinare il bicchiere alle labbra. Una birra molto ruffiana e “piaciona” (ed è da intendersi in senso positivo), pulita e semplicissima, ben profumata, da bere a fusti; in un certo senso si potrebbe considerare “la porta d’accesso” ideale per i neofiti al “mondo” Toccalmatto, notoriamente caratterizzato da birre con luppolature molto generose e/o estreme, come ad esempio le sorelle maggiori "Skizoid”, e “Rude Boy”, o la splendida “Surfing Hop”. Se qualcuno ha già ribattezzato il patron del birrificio Bruno Carilli, patron del birrificio, come “il signore del luppolo”, un motivo ci sarà. Questa Rude Boy forse non sarà la migliore Toccalmatto, ma è senz’altro una splendida session beer che disseterà le vostre serate. Formato: 75 cl., alc. 4.2%, lotto 11094, scad. 24/10/2012, prezzo 8.00 Euro.

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english summary:
Brewery: Birrificio Toccalmatto, Fidenza, Parma, Italy.
Style: bitter
Appearance: hazy amber color with a creamy off-white head. Aroma: loads of sweet tropical fruits, such as mango, passion fruit, pineapple; hints of apricot and grapefruit. Mouthfeel: light body, watery texture, medium carbonation. Taste: same tropical fruitness as in the aroma. Hints of caramel. Taste is sweet and clean, until a grassy, zesty hoppy bitter finish. Short bitter aftertaste. Overall: sure this is a not ordinary bitter brewed with Challenger, Styrian Goldings and, mostly, Citra hops. Tasty and clean, well balanced, this is a superb
session beer, one of those you can drink until you drop. Another very good brew from Toccalmatto, a brewery which is well known for their good and interesting work with hops. Bottle: 75 cl., 4.2% ABV, batch 11094, BB 24/Oct/2012, price 8.00 Euro.

giovedì 9 febbraio 2012

Brùton Dieci (10)

Difficile incasellare “l’ammiraglia” della gamma Bruton, chiamata “Dieci” e che quindi sembrerebbe ispirarsi alla tradizione trappista di chiamare le birre semplicemente secondo l’approssimazione del loro contenuto alcolico in percentuale. Dato per certo che si tratta di un’alta fermentazione, il sito del birrificio riporta come ingredienti malto d'orzo, malto Caramello, malto Caramello scuro, frumento maltato e luppolo Cascade. Non cita nessun stile di riferimento, mentre la sottostante descrizione in inglese riporta invece “barley wine”, aggiungendo altre note gustative completamente diverse da quelle riportate in italiano. Ipotizziamo dunque che sia avvenuto un sostanziale cambiamento di ricetta, nel tempo, e che parte del sito del birrificio non sia stata aggiornata. Infine, Ratebeer la mette tra le “abbey dubbel”.
Il colore ci ha veramente ricordato un barley wine; uno splendido ambrato carico, rosso borgogna, leggermente velato. Schiuma molto persistente, ocra, fine e cremosa. L’aroma è dolce, ricco di zucchero a velo, e complesso: melassa, spezie da lieviti, banana matura, marzapane e frutta candita (datteri?). Ottimo anche l’ingresso in bocca, morbido, cremoso; corpo pieno, lieve carbonazione. Il percorso continua in simbiosi con l’aroma, senza nessuna deviazione: dolce, molta frutta candita, frutta secca, note liquorose che a tratti possono ricordare un Porto. Per bilanciare il tutto, leggera virata amaricante a fine corsa, dove emergono tostature e note di china. L’alcool è sempre ben nascosto, ed anche il retrogusto etilico abboccato, fruttato, riscalda con grande morbidezza senza mai disturbare. Questa Dieci ci è sembrata solida, ben fatta, dolce ma sempre bilanciata. Difficile incasellarla, forse la potremmo collocare in una zona di confine tra la tradizione belga e quella anglosassone; ma il posto giusto, di una bottiglia come quella degustata, è nel bicchiere. Formato: 75 cl., alc. 10%, lotto 101221DI, scad. 31/12/2012, prezzo 9.00 Euro.

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english summary:
Brewery: Birrificio Brùton, Lucca, Italia.
Style: barley wine ?
Appearance: beautiful ruby dark brown color with a solid, creamy off-white head. Aroma: sweet, complex, packed with sugar, treacle, yeast spices, banana, marzipan, candied fruits (dates?). Mouthfeel: full bodied, creamy texture, low carbonation. Taste: dried and candied fruits; it has dessert wine (Port) character; hints of roasted malts and cinchona bitterness in the finish. Aftertaste is warm, ethylic, fruity and smooth. Overall: a solid and well-crafted beer. Not really a classical barley wine, but a complex beer which is showing some Belgian influence as well, in our opinion. ABV well hidden, you can either slowly sip it or matching some food. Good stuff. Bottle: 75 cl., 10% ABV, batch 101221DI, BBE 12/2012, price 9.00 Euro.

mercoledì 8 febbraio 2012

Moor Old Freddy Walker

In etichetta il birrificio la definisce una old ale che sembra "un pudding di Natale liquido"; sia Ratebeer che Beer Advocate la inseriscono invece nelle categoria delle porter. Brassata per la prima volta nel 1997, con un nome che si ispira ad un vecchio ex-marinaio che viveva nel piccolo paese alla porte di Glastonbury dove la Moor iniziò la propria avventura. All’aspetto è nera; la schiuma, fine e cremosa, è beige e persistente. Aroma un po’ sottotono, poco pronunciato, dolce, dove troviamo caramello, melassa, malto tostato, forse leggero caffè e liquirizia. Ottimo invece l’arrivo in bocca; questa Old Freddy Walker è sontuosamente morbida, cremosa, quasi vellutata, dal corpo medio e dalla carbonazione molto contenuta. Ritroviamo una bella tostatura di malti, caffè, ma anche cioccolato al latte che si mescola a note di frutta candita (ciliegia) che danno effettivamente l’impressione di un “fruit cake” al cioccolato. Birra molto dolce ma sempre caratterizzata da una buona secchezza che non la rende mai stucchevole; il retrogusto è appena amaro, tostato, con un ritorno di frutta candita. Forse non c’è una vera e propria “esplosione” di sapori al palato, ma è una birra che presenta un ottimo equilibrio tra tostature, frutta candita e cioccolata, l’alcool (7.5%) è molto ben nascosto e più che una winter warmer da dopocena ci ha dato l’impressione di potersi invece sposare molto bene con diversi dolci o, addirittura, essere lei stessa un vero e proprio dessert. Formato: 66 cl., alc. 7.5%. scad. 30/12/2012, prezzo 6.21 Euro.

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english summary:
Brewery: Moor Beer Company, Langport, Somerset, England.
Style: old ale.
Appearance: black color with a creamy light brown head. Aroma: treacle, caramel, roasted malt, hints of coffee and licorice. Mouthfeel: medium body, low carbonation, creamy, almost silky texture. Taste: roasted malt, coffee, milk chocolate, candied fruits (cherries); sweet but balanced, dry finish, roasted bitter aftertaste with some more fruits. Overall: the label says this beer is kind of a “liquid Christmas pudding” and indeed we sometimes got the feeling to drink a fruit cake. Tasty and well done, easily drinkable. Not really a winter warmer, though. Bottle: 66 cl., 7.5% ABV, BB 30/dec/2012, price 5.40 GBP.

martedì 7 febbraio 2012

Birrificio Ostiense Raaf

L’ultima nata in casa del Birrificio Ostiense Artigianale si chiama Raaf, una bassa fermantazione prodotta con malti essiccati con fuoco di torba. Bel color ambra/rame, velato, con un cappello di schiuma leggermente ocra, fine e cremosa, con buona persistenza. Al naso domina completamente l’affumicato, molto forte, che copre praticamente ogni cosa; a fatica si avvertono un leggero diacetile e sentori di frutta secca. Leggera “ma non troppo” in bocca, con una carbonazione media ed un consistenza watery per garantire un’ottima beverinità. Non molto pulito il gusto, dove c’è una base di malto biscotto ed un ritorno dell’affumicato, in quantità molto più contenuta rispetto all’aroma; una nota amara erbacea chiude il percorso, con il palato che rimane però un po’ troppo appiccicoso (leggero diacetile). Ispirata probabilmente alle rauchbier tedesche, è una birra che si beve facilmente ma che manca ancora, purtroppo, di quella pulizia ed eleganza che contraddistingue le migliori produzioni di Bamberga. Ricetta nuova, necessita secondo noi ancora di affinamento. Formato: 33 cl., alc. 6%, lotto 347, scad. 04/2013, prezzo 3.50 Euro.

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english summary:
Brewery: Birrificio Ostiense Artigianale, Lido di Ostia, Roma, Italy.
Style: Smoked / Rauchbier
Appearance: cloudy amber-copper color with a creamy off-white head. Aroma: smoky, smoky and again smoky. Hints of diacetyl, dried fruits. Mouthfeel: light-medium body, medium carbonation, watery texture Taste: biscuit malt, smoke. Some butter (diacetyl), grassy bitter finish. Overall: probably inspired to Franconia’s smoked beers, this needs still some improvements before being a clean proper rauchbier. Bottle: 33 cl., 6% ABV, batch 347, BBE 04/2013, price 3.50 Euro.

lunedì 6 febbraio 2012

Haandbryggeriet Dobbel Dose

La Haandbryggeriet viene fondata nel 2005 da Jens Maudal, Arne Eide, Rune Eriksen e Egil Hilde a Drammen, una quarantina di chilometri a sud di Oslo. Una leggero soffio di novità in un paese dove il consumo di birra è principalmente assorbito da lager (industriali) e da birre da consumare durante il periodo natalizio. L’avventura inizia con un impianto di seconda mano, proveniente dall’Inghilterra, dalla capacità di circa 900 litri. Alla fine del primo anno “completo” di attività, il 2006, la produzione chiude con un volume complessivo di circa 40.000 litri. Di recente il birrificio si sposta, di pochi metri, in una nuova location che gli permette di raddoppiare la capacità produttiva. Sono già molte le birre in produzione, nell’ottica di una prolificità che sembra essere tipica di molti birrifici scandinavi, con o senza (cfr. Mikkeller) impanti propri; una produzione che attraversa trasversalmente praticamente tutto il mondo, passando per la tradizione brassicola inglese, tedesca, belga e, ovviamente, le generose luppolature “all’americana”. Non poteva quindi mancare una Imperial/Double IPA, questa Dobbel Dose, la cui ricetta guarda però, leggiamo, più all’Inghilterra che agli Stati Uniti. E' di un nebuloso color arancio, ricoperto da una generosa schiuma leggermente ocra, fine, quasi pannosa, molto persistente. Naso leggermente “aspro”, con molta scorza di limone, “addolcita” da sentori che richiamano il mandarino. Qualche leggerissima punta di acetico ogni tanto fa capolino. In bocca è molto secca ma non brilla di pulito, a causa di una presenza troppo invasiva di lieviti; troviamo note di cereali, crosta di pane ed un amaro molto deciso ricco di scorza di agrumi. L’alcool (9%) si fa sempre più presente man mano che la birra si scalda; lascia un retrogusto amaro, erbaceo, mediamente intenso, con una nota etilica a riscaldare. Birra molto carbonata, dal corpo medio, abbastanza morbida in bocca ma dalla bevibilità abbastanza limitata; non tanto per il tenore alcolico, quanto per la “pesantezza” portata da un’eccessiva lievitosità, almeno in questa bottiglia. Solo discreta. Formato: 50 cl., alc. 9%, 90 IBU, lotto 377, imbottigliata il 24/06/2011, scad. 24/06/2013, prezzo 5.70 Euro.

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english summary:
Brewery: Haandbryggeriet, Drammen, Norway
Style: Imperial/Double IPA
Appearance: hazy orange color with a lasting big frothy off-white head. Aroma: zesty, sometimes slightly sour-ish (acetic ?), hints of sweet tangerine. Mouthfeel: medium body, high carbonation but fairly smooth on the palate. Taste: cereals, bready malt and zesty hoppy bitterness. Not really that clean, too much yeasty. Very dry on the palate, grassy and zesty bitter aftertaste with a warm alcohol touch. Overall: a British Style Double IPA from Norway; far from being perfect, some little flaws in the aroma; ABV well hidden, but the main issue is a very yeasty taste. Bottle: 50 cl., 9% ABV, 90 IBUs, batch 377, bottled on 24/june/2011, BB 24/June/2013, price 5.70 Euro.

domenica 5 febbraio 2012

Birra del Borgo Hoppy Cat

Fa parte della linea di birre “Le Bizzarre”, lanciata se non erriamo nel 2011 per ampliare l’offerta brassicola di Birra Del Borgo. Si tratta di 12 birre speciali, brassate una per mese ed una sola volta l’anno. L’anno scorso il mese della Hoppy Cat è stato Ottobre, nel 2012 è invece stata “schedulata” per Aprile. Si tratta di una Black IPA, la cui ricetta è stata creata da Leonardo Di Vincenzo in collaborazione con Ken Fisher, homebrewer di Portland (Oregon) che realizza le proprie birre sotto il marchio Grateful Deaf. Nel bicchiere è di colore marrone, torbido, e stupisce per la quasi assenza di schiuma; quel poco che si forma, molto grossolana, scompare immediatamente lasciando solo un piccolo "pizzo" nel bicchiere. Al naso risalta subito l’apporto dato dal luppolo Simcoe, protagoniosta di questa Hoppy Cat, con freschi sentori di aghi di pino che si mescolano a note dolci di frutta tropicale (passion fruit, melone, ananas e pompelmo); tostature molto in sottofondo, quasi impercettibili. In bocca lo scenario è capovolto; c’è subito un imbocco ricco di tostatura, ben equilibrato da note di frutta tropicale che richiamano l’aroma e che accompagnano il resto della bevuta. Purtroppo in questa bottiglia è praticamente assente la carbonazione (nessun rumore all’apertura del tappo) e la bevuta, per quanto facile e piacevole, ne risulta penalizzata. Birra che evolve successivamente verso l’amaro, prima con note resinose che si fanno sentire ai lati del palato e poi con note torrefatte. Ottimo aroma, grande pulizia in bocca ed alta beverinità; peccato, come detto, per la bassissima carbonazione che ne rende il corpo già molto snello ai confini dell’evanescenza. Da riprovare, in migliori condizioni. Formato: 75 cl., alc. 5.8%, IBU 55, lotto LS 134 11, scad. 10/2013, prezzo 7.80 Euro.

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english summary:
Brewery: Birra del Borgo, Borgorose, Rieti, Italy.
Style: Black IPA
Appearance: murky dark brown color with almost no head. Aroma: hoppy, fresh pine and citrus, passion fruit, melon and pineapple. Hints of roasted malts. Mouthfeel: light body, watery texture, flat carbonation. Taste: good balance between roasted malts and tropical fruits; finish is bitter, resinous, and then again roasted. Overall: a tasty and well balanced Black IPA. Very clean, highly drinkable. This bottle had flat carbonation, which made the beer far too thin. In fair condition, this is a nice beer you should check out. Bottle: 75 cl., 5.8% ABV, 55 IBUs, batch LS 134 11, BBE 10/2013, price 7.80 Euro.

sabato 4 febbraio 2012

Birrificio Dada Birra di Natale 2011

L’abbiamo “prelevata” direttamente al Birrificio, imbottigliata ma ancora in attesa dell’etichettatura. Con poche informazioni a riguardo, ipotizziamo quindi che si tratti di una ri-edizione della prima “cotta” natalizia prodotta nel 2010, ovvero una Belgian Strong Ale dal volume alcolico 10%. Bel color marrone scuro, con riflessi rossastri; la schiuma fine e cremosa, non è molto ampia e di color ocra. Aroma complesso, dolce ed interessante, dove troviamo molta frutta (prugne, ciliegie mature, forse anche mirtilli), tostatura di malti, leggeri sentori di cacao e qualche nota di caffè, assieme ad una leggera speziatura data dai lieviti. Al palato la troviamo molto più leggera di quello che la sua gradazione alcolica potesse far sembrare; si lascia bere relativamente bene, grazie forse ad una consistenza ai confini del “watery”. Questo aspetto, assieme ad una carbonazione abbastanza sostenuta, la rende poco morbida al palato. C’è della frutta sotto spirito (soprattutto prugne), malti tostati, spezie ed un’inattesa leggera salinità che arriva proprio a fine corsa. Chiude con una virata amara, dove note di tostatura si mescolano ad altre più terrose; il retrogusto è etilico, caldo, finalmente avvolgente. Natalizia sostanzialmente ben fatta, che sceglie la strada della facilità di bevuta anche se onestamente noi avremmo preferito un corpo più sostenuto ed una maggiore rotondità. Formato: 75 cl., alc. 10% (?), lotto e scadenza sconosciuti, prezzo 8.00 Euro.

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english summary:
Brewery: Birrificio Dada, Correggio, Reggio Emilia, Italy.
Style: Belgian Strong Ale.
Appearance: ruby brown color with a small diminishing creamy off-white head. Aroma: dark fruits (plums, cherries, blackcurrant), roasted malt, yeast spices, light cocoa and hint of coffee. Mouthfeel: medium body, high carbonation, oily nearly watery texture. Taste: dark fruits, roasted malt, yeast. Finish is slightly salty, with a roasted and earthy bitterness. Warm and smooth alcoholic aftertaste. Overall: a good Christmas Belgian-inspired brew. We found it being too much thin for a 10% ABV. Good drinkability, alcohol well hidden, but we would have liked a bigger body. Bottle: 75 cl., 10% ABV, batch and BB unknown, price 8.00 Euro.

venerdì 3 febbraio 2012

BraufactuM Indra

Vi rimandiamo a questa pagina se volete sapere qualcosa di più sul “progetto” (è proprio il caso di chiamarlo così, questa volta) Braufactum. Noi invece ci “tuffiamo” in questa Indra, ovviamente una IPA, visto il nome che porta, prodotta con una buona percentuale di frumento. Le note di etichetta in tedesco di questa “Weizen India Pale Ale” indicano infatti tra gli ingredienti frumento maltato chiaro, frumento maltato “caramel”, malti vienna e caramel; i luppoli usati sono Cascade e Magnum. Ricetta elaborata dal mastro birraio W. Janssen, del quale non abbiamo trovato notizie in Internet, a meno che non si tratti di Werner Jansen (manca una "esse"), mastro birrario e supervisore della qualità per la produzione della "famosa" pils tedesca "Jever", prodotta dal gruppo Radeberger. Si presenta di color arancio, velato con un ampio “cappello” di schiuma cremosa, bianca, molto persistente. Aroma fresco ed interessante dove ovviamente, visto i luppoli utilizzati, la fanno da padrone gli agrumi, soprattutto pompelmo, ma non solo. Troviamo infatti altri sentori fruttati, che richiamano la pera e, ci sembra, la banana, anche se non sappiamo se siano stati utilizzati anche dei lieviti da “hefeweizen” per questa IPA. In bocca, i luppoli menano le danze con un bell’amaro intenso ma mai aggressivo, ricco di scorza d’agrumi; emerge a tratti una leggerissima acidità (in verità rintracciabile anche nell’aroma), molto rinfrescante, che richiama il frumento. Birra molto carbonata, abbastanza watery da garantire un’ottima bevibilità, che termina senza deviazioni con un retrogusto molto luppolato, amaro, erbaceo. Grande equilibrio e, soprattutto, grande pulizia in questa Indra; molto secca e molto beverina. Ottima, con una leggerissima ma percepibile acidità che la rende estremamente rinfrescante e quindi ideale per i mesi più caldi. Unica nota (molto) negativa il prezzo, anche in un mormale supermercato tedesco. Formato: 33 cl, alc. 6.8%, lotto 1061 (?), scad. 21/03/2013, prezzo 6.24 Euro.

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english summary:
Brewery: Braufactum, Frankfurt, Germany. Brewed at ??
Style: India Pale Ale
Appearance: Cloudy orange color with a big lasting and creamy white head. Aroma: Citrusy (grapefruit), pear, light banana. Mouthfeel: medium body, high carbonation, watery texture. Taste: hoppy and bitter, filled with grapefruit zest. There’s a very light acidity going on, which makes it extremely refreshing. Super-dry finish, more zesty bitterness in the long aftertaste. Overall: a very interesting German take on the IPA style. This “Indra” is brewed with an unknown amount of wheat, which (partially) explains the hints of banana and the light acidity. The crisp and spicy hoppy profile is given by Cascade and Magnum hops. This IPA shows a very good balance and a very clean taste. Very well done and tasty, if only it wouldn’t be that expensive… Bottle: 33 cl., 6.8% ABV, batch 1061 (?), BB 21/march/2013, price 6.24 Euro.

giovedì 2 febbraio 2012

Brooklyn Lager

Anche se purtroppo spesso la parola “lager” viene associate a blandi prodotti industriali, quasi privi di gusto, ci sono molte interpretazioni di questo stile davvero interessanti realizzate da birrifici artigianali. Tra le ultime degustate, che ci hanno favorevolmente impressionato, ricordiamo ad esempio la American Dream di Mikkeller o la My Antonia prodotta in collaborazione da Birra del Borgo e Dogfish Head. La Brooklyn Lager rientra di diritto in questa categoria, almeno per il nostro ricordo di una pinta bevuta l’estate scorsa in questo pub di Falmouth; fresca e rifrescante, una stupenda (quasi) “session beer” ancora profumante del dry hopping di Cascade e Hallertauer Mittelfrueh, da bere a barili. Completano la ricetta i malti (Two-row, ma anche Caramel e Munich in piccola percentuale) ed il luppolo Vanguard.
Purtroppo questa bottiglia non deve essere stata trattata con i guanti nei diversi passaggi di mano dell’importazione ed è solamente uno sbiadito ricordo di quella pinta. Una lager dal colore intenso, ramato, quasi ambrato, opaco; la schiuma, leggermente ocra, è fine e cremosa, mediamente persistente. Aroma manifesto di luppoli stanchi, pieno di caramello e di marmellata d’agrumi, dolce, quasi stucchevole. Nessuna traccia di quei sentori floreali e freschi di agrumi che ricordavamo. Una dolcezza che si ritrova anche in bocca, con note di biscotto e di caramello che si mescolano a quelle di agrumi molto maturi. Un po’ d’amaro c’è, ma bisogna attendere quasi sino alla fine per veder emergere un po’ di “vegetale” che ha ormai rimpiazzato la fresca scorza d’agrumi. Non esprimeremo ovviamente giudizi su questa bottiglia in pessimo stato, ma il consiglio è comunque di provarla, questa Brooklyn Lager. In condizioni “normali”, è davvero un gran bel bere. Formato: 33 cl., alc. 5.2%, 33 IBU, lotto 1031, scad. 04/2012, prezzo 1.99 Euro.

mercoledì 1 febbraio 2012

Menaresta Due Di Picche

La prima black IPA prodotta dal brianzolo Birrificio Menaresta nasce da un ricetta di Marco Valeriani, homebrewer di vecchia data che collabora con il birrificio dal 2010. Sua fu anche la progettazione di 22 La Verguenza, un'altra produzione speciale ispirata niente meno che alla 90 Minutes IPA dell'americana Dogfish Head. La Due Di Picche è di un color ebano scurissimo, quasi nero; la schiuma è esuberante, beige, cremosa, a trama fine e molto persistente. Aroma ancora fresco ed elegante, molto pulito: ci sono leggeri sentori di aghi di pino ma soprattutto tanta frutta tropicale dolce (pomplemo, ananas, mango). Ottime premesse che vengono confermate anche in bocca, dove questa birra dal corpo medio arriva morbida e correttamente carbonata. C'è molto amaro di luppolo, al palato, con precisi richiami all'aroma (aghi di pino) e scorza di agrumi, soprattutto pompelmo. Se avessimo bevuto ad occhi chiusi, potremmo dire fino a questo punto di avere nel bicchiere un'ottima IPA Americana; ma proprio prima del taglio secco finale, ecco la comparsa di note di malto torrefatto a farci cambiare idea. Sontuoso il retrogusto, lunghissimo, quasi balsamico, dove su un fondo di malto tostato emergono nuove note di scorza di pompelmo. Una splendida birra, beverina, profumata e, soprattutto, molto pulita; tra le migliori black IPA italiane bevute sino a dora. Mettetela sulla vostra lista dei desideri e non lasciatevela scappare. Formato: 33 cl., alc. 6.8%, lotto 99, scad. 03/2012, prezzo 4.50 Euro.

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english summary:
Brewery: Birrificio Menaresta, Carate Brianza, Milano, Italy.
Style: Black IPA
Appearance: nearly black color with a big rocky light brown head. Aroma: crisp, hoppy, piney, with lots of tropical fruits (grapefruit, mango, pineapple..). Mouthfeel: medium body, medium carbonation, oily texture. Taste: more hoppy bitterness on the palate; piney and zesty. Hints of roasted malt in the background. Dry finish, long bitter aftertaste filled with mre grapefruit zest and roasted malts. Overall: a striking beer, smooth on the palate and very clean. One of the best Italian Black IPAs ever tried, so far. If you ever come across this one, we recommend you not to miss it. Bottle: 33 cl., 6.8% ABV, batch 99, BBE 03/2012, price 4.50 Euro.