sabato 28 aprile 2012

Birrificio del Forte 2 Cilindri

Terminiamo la degustazione delle birre del Birrificio Del Forte, con la terza delle quattro che attualmente compongono la loro gamma. Si tratta della "2 cilindri", una porter che ha già ottenuto la medaglia d'argento alla partecipazione al concorso Birra dell'Anno (2012), davanti alla Sally Brown del Birrificio del Ducato e dietro sollo alla Turner di "La Piazza". Di colore nero, impenetrabile, ha un bel cappello di schiuma color beige, compatta e cremosa, di buona persistenza. Molto elegante l'aroma, pulito, nette le percezioni di cenere, caffè in grani, cioccolato e tostature dei malti. Con l'acquolina in bocca, avviciniamo il bicchiere alle labbra per trovare conferme delle ottime aspettative che si sono generate: grande pulizia anche in bocca, con un gusto davvero intenso e ricco, con un ritorno di caffè, cioccolato amaro, malti tostati, liquirizia ed una nota di tabacco a fine corsa. E' una porter che sposa perfettamente una grande facilità di beva con una grande sensazione di morbidezza al palato, quasi "setosa", senza sconfinare in quella acquosità che spesso "affligge" le appartenenti a questo stile. Qui c'è invece una consistenza vellutata, che viene enfatizzata da un corpo medio e da una carbonazione correttamente contenuta. Ottimo anche il finale, che chiude in bellezza con un bell'amaro pieno di caffè e di tostature. Finalmente una porter italiana fatta "come si deve", beverina, leggera e piena di gusto al tempo stesso. L'unica domanda che abbiamo è: se ancora non l'avete provata, che cosa state aspettando?  Formato: 75 cl., alc. 5.3%, lotto 11277, scad. 09/2012, prezzo 9.00 Euro. 

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english summary: 
Birrificio del Forte is a relatively new Italian microbrewery (opened in August 2011) located in the beautiful region of Versilia (Tuscany), on the Tyrrhenian seaside. Founded by two long dated and well known ex-homebrewers (Carlo Franceschini and Francesco Mancini), it has already gained a strong reputation with a very good four-beer range (equally divided between Belgian and England style). "2 Cilindi" (aka "Two Cylinders" is a class porter style which pours a black color topped by a rocky and creamy tanned head. A lushious aroma of coffee, chocolate, roasted malt and ashes is only the beginning of a a very tasty experience. We were really impressed by the creamy - almost silky - smooth mouthfeel, and the taste which includes coffee, dark chocolate, licorice, roasted malt and a tobacco note, in the finish. To please even more the palate, there's a soft aftertaste filled with coffee and roasted bitterness. Really, one of the best examples of italian porters, with such a great drinkability. Definitely check this out, if you can. 
In details: 
Birrificio del Forte, Pietrasanta (Lucca), Italy (  www.birrificiodelforte.it
Bottle: 75 cl., 5.3% ABV, batch 11277, BBE 09/2012, price: 9.00 Euro.

giovedì 26 aprile 2012

Alpirsbacher Klosterbräu Kleiner Mönch

Ha ovviamente sede nella località (Alpirsbach) che le dà il nome, la Alpirsbacher Klosterbräu, ai confini nord orientali della Foresta Nera, in Germania. Viene fondata nel 1877 da Johann Gottfried Glauner, che acquista il vecchio birrificio in disuso adiacente al monastero di Alpirsbach; mentre procedono le operazioni di ristrutturazione, il figlio Karl Albert si reca in Baviera, alla nota "università" di Weihenstephan, per imparare l'arte della birrificazione. Nel 1880 apre quindi le porte il nuovo birrificio Alpirsbacher Klosterbräu che, ancora oggi, è di proprietà della famglia Glauner (quarta generazione).  "Kleiner Mönch", ovvero "il piccolo monaco" è una classica helles/dortmunder tedesca dal colore dorato, limpido; impeccabile la schiuma, bianchissima, cremosa, dalla persistenza buona. Aroma dominato dai malti, con cereali, crosta di pane, miele, ma anche leggeri sentori di mais cotto (DMS). Nessuna variazione in bocca, dove la bevuta è sostanzialmente dolce, maltata, con un po' di burro/diacetile e, un po' troppa acqua. Leggera amaricatura finale, con qualche nota erbacea piuttosto timida. Birra che rispetta la "regola" tedesca della facilità di bevuta, con un corpo leggero ed una carbonazione corretta, ma che non brilla nè per freschezza nè per intensità di sapori. Aggiungiamoci qualche leggero difetto, e la sufficienza è a malapena raggiunta, almeno nella versione in bottiglia. Formato: 33 cl., alc. 5.4%, scadd. 24/06/2012, prezzo 0.83 Euro.

mercoledì 25 aprile 2012

Birra del Borgo Scick Pils

Nasce nel 2008, come puntualmente segnalava all'epoca Cronache di Birra, con un nome leggermente diverso (Pils Scik) ed un'etichetta completamente differente. Disponibile inizialmente solamente alla spina, dall'anno scorso il "cambio" di nome in Scick Pils e l'entrata a far parte della produzione "Le Bizzarre" di Birra del Borgo, ossia birre prodotte una sola volta l'anno e messe in commercio in un determinato mese (Febbraio, per il 2012). Birra dunque ancora fresca, di colore oro molto carico, velato; molto persistente la schiuma, bianca, fine e cremosa. Si tratta dell'interpretazione personale di Leonardo Di Vincenzo di una classica pilsner ceca, dove accanto al tradizionale luppolo Saaz (aggiunto anche in dry-hopping) troviamo anche gli americani Cascade e Centennial; l'aroma, almeno in questa bottiglia, è infatti molto più americano che ceco. Dolce, fresco, netta predominanza di pompelmo, mandarino, frutta tropicale; del luppolo "nobile" c'è invece solamente qualche remoto sentore floreale. Molto leggera in bocca, con un accenno di crosta di pane che lascia subito il posto a note dolci di polpa di frutta a richiamo dell'aroma; segue l'amaro (scorza d'agrumi) delicato e pulito, a completare una bevuta molto equilibrata. Birra molto secca, palato sempre ben pulito e deliziato da un retrogusto amaricante erbaceo che ci porta per la prima volta, con passo deciso, nella Repubblica Ceca. Al di là delle obiezioni che si potrebbero sollevare sull'uso del nome "pils", è una birra indubbiamente "scic" che conquista grazie ad un'aroma davvero invitante e raffinato, ricco di quella frutta "esotica" che rappresenta ormai un'irresistibile richiamo per chi - noi inclusi - si è solo da qualche anno appassionato alla "birra artigianale". Chi invece ha già "visto di tutto", probabilmente storcerà il naso e ripenserà con nostalgia alla Boemia ed alla cittadina di Plzeň . In conclusione: grandissima beverinità per una birra molto pulita, "ruffiana" e dissetante, che vedremmo perfettamente collocata nel mese di Luglio piuttosto che nel Febbraio che le è stato assegnato; appuntatevi il nome, il consiglio è di farvi trovare pronti, nel pieno dei caldi estivi, con il frigorifero pieno di Scick Pils. Formato: 33 cl., alc. 4-9%, lotto 215 11, scad. 01/2014, prezzo 3.00 Euro.

martedì 24 aprile 2012

Wartmanns No 2 Bitter Ale

Martin Wartmann è nell’industria della birra svizzera sin dal 1975, quando ereditò il birrificio di famiglia Actienbrauerei Frauenfeld. Il suo “curriculum” ci segnala che fu il primo birraio svizzero a produrre una “tipica” weizen tedesca in Svizzera, era il 1976 e la birra si chiamò Weizentrumpf. Nel 1989 assieme ad alcuni soci fonda la Back & Sternen Brauerei und Gastronomie Gruppe, sempre a Frauenfeld, che in breve tempo raggiunge un fatturato annuale di 15 milioni di franchi svizzeri. La produzione di birra viene però “appaltata” a birrifici terzi, visto che Mr. Wartmann è sempre più impegnato in attività manageriali.  Nel 1996 stringe infatti un accordo con la Heineken Svizzera per la produzione della Original Ittinger Klosterbräu, una birra che diventa molto popolare, anche se i giudizi che leggiamo non sono proprio entusiasti; nel 1998 (!) lancia in Internet il portale "didattico" www.beerculture.ch  ancora oggi attivo. Nel 2000 Wartmann ritorna alle origini, torna ad indossare i panni del birrario ed elabora alcune nuove ricette che vengono prodotte nella “rinata” Sternen Brauerei; le birre elaborate in questi anni vengono poi commercializzate nel 2006 contestualmente al lancio del sito www.ebeer.ch  che offre ai clienti, oltre a tutta la linea “Wartmann”, anche la possibilità di ricevere la birra con logo ed etichette personalizzate.  La seconda “ricetta” creata da Martin dà origine a questa “Wartmanns No 2 Bitter Ale” che secondo le note di etichetta dovrebbe essere una India Pale Ale brassata, tra l’altro, con luppoli Saaz e Cascade. Abbastanza sorpendente la gradazione alcolica dichiarata (9%) che fa piuttosto pensare ad una Imperial IPA Americana. E’ di colore oro pallido, leggermente velato, ed ha una schiuma abbastanza fine, cremosa, dalla buona persistenza. L’aroma è piuttosto leggero, con frutta gialla (soprattutto pesca), malto e una presenza etilica ben percepibile; a colpire però è soprattutto la quasi assenza di luppoli, che continua anche in bocca. E' una birra che ha una buona morbidezza, corpo medio, dove però sono i malti a dominare; l'alcool è sempre presente anche se questa Bitter Ale mantiene sempre un'ottima facilità di bevuta. C'è caramello, crosta di pane, un po' di burro, zucchero e frutta candita; siamo sempre molto lontani dallo stile dichiarato, insomma. Lascia un retrogusto abboccato, ricco di malto e di alcool, che scalda ma che lascia anche il palato poco pulito ed abbastanza "appiccicoso".  Birra decisamente dolce, disperatamente in cerca d'identità; assolutamente improponibile come IPA, non è neppure lontanamente una strong ale "belga".  Si lascia bere senza troppe pretese, ma inevitabilmente ci lascia con una domanda fondamentale irrisolta: che cosa voleva fare il birraio ?  Formato: 37.5 cl., alc. 9%, lotto 28/9/2011, scad. 28/9/2013, prezzo 7.02 Euro.

lunedì 23 aprile 2012

Brewfist Fear

Lo dichiariamo subito, a scanso di equivoci, di non amare particolarmente lo stile in questione delle “milk stout”; conoscendo però l’ottimo lavoro che stanno facendo i ragazzi del birrificio Brewfist di Codogno (Lodi) abbiamo deciso di fare un ulteriore tentativo acquistando la loro Fear, che per la precisione è una “milk chocolate stout” con l’aggiunta, oltre al canonico lattosio, anche di fave di cacao nella fase di maturazione. Nel bicchiere si presenta di color marrone scurissimo; la schiuma, molto persistente, è molto ampia, beige, cremosa. Al naso, non molto pronunciato ma elegante e pulito, sentori di caffè, tostature, leggero cacao. E’ una stout che, almeno in bottiglia, sceglie la strada della facilità di bevuta con, nonostante l’utilizzo di malto d’avena, una consistenza abbastanza acquosa ed una carbonazione media. Il corpo è invece “leggero ma non troppo”; al gusto, non pulitissimo, ci ripropone la tostatura dei malti e caffè, con il lattosio che si fa sentire – leggermente -  solo fine corsa. Ritorno di tostatura nel retrogusto amaro, che “ospita” anche una nota di cioccolato (al latte).  Complessivamente è una buona birra senza difetti e molto ben bilanciata, abbastanza secca, anche se personalmente avremmo preferito una migliore morbidezza e cremosità che probabilmente saranno più percepibili nelle bevute “dal fusto”, magari con spillatura a pompa. Ci sembra che le bottiglie non rendano completamente giustizia alle birre del Brewfist, che abbiamo trovato sempre in grande spolvero “alla spina” e che invece in bottiglia ci hanno lasciato fino ad ora un pochino insoddisfatti, anche se è sempre un bel bere. Formato: 33 cl., alc. 5.2%, lotto 1403, scad. 30/06/2012, prezzo 3.50 Euro.
 
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english summary:
Brewery:  Brewfist – Italian Ales, Codogno (Lodi), Italy.
Style: milk stout
Appearance: very dark brown color with a lasting and creamy tanned head. Aroma: roasted malt, coffee, light chocolate. Mouthfeel: light-medium body, medium carbonation, watery texture. Taste: mostly roasted malt and coffee. There’re hints of milk in the finish, followed by a bitter roasted aftertaste with a milk chocolate touch. Overall: a solid and tasty milk stout which is easily drinkable but lacks in creaminess and smoothness. Perhaps bottling doesn’t make proper justice to this brew; a good excuse to try it on draught as soon as possible. Bottle: 33 cl., 5.2% ABV, batch 1403, BBE 06/2012, price 3.50 Euro.

domenica 22 aprile 2012

Cheddar Ales Potholer

Nel Somerset inglese il paese di Cheddar oltre a dare il nome al famoso formaggio ospita anche una gola (Cheddar Gorge) che attira migliaia di visitatori ogni anno. Se siete da quelle parti, il consiglio è ovviamente di non perdere questa meta; potrete fare una bella camminata nel fondo della gola o sulle sue rocce, arrampicarvi su qualche parete e fare anche un po' di shopping nel ben fornito beershop West Country Ales. Potrete inoltre visitare la Cheddar Ales un microbirrificio fondato nel 2006 all'interno della fattoria Winchester, alla periferia del villaggio di Cheddar; i proprietari sono il birraio Jem Ham (ex-bancario ed ex-birraio presso altri birrifici) ed il socio John Magill. L'offerta brassicola comprende tre birre "annuali" e quattro stagionali, con assoluta propensione per gli stili tradizionali senza troppe concessioni alle ultime mode esotiche o estremizzanti; tutte le birre in bottiglia sono rifermentate. Questa Potholer ("lo speleologo", in inglese) è una classica golden ale, ed è stata la prima birra commercializzata dal birrificio. Viene brassata con malti Marris Otter e Crystal, frumento, luppoli Challenger, First Gold e Styrian Golding. Pinta che "trabocca" di tradizione: classico color dorato, appena velato, con il classico "dito" di schiuma, leggermente ocra e cremosa. L'aroma è delicato e pulito, elegante: scorza d'agrumi, pompelmo, e sentori più dolci di polpa d'arancio. Per una session beer dal contenuto alcolico modesto (4.5%) ha un bel corpo, medio, con chiare note di biscotto; corretta la carbonazione, e giustamente watery la consistenza; ottima la sensazione al palato. E' pungente, con un bell'amaro ricco di scorza d'agrume (pompelmo, lime) che s'intensifica nel corso della bevuta fino a culminare in un retrogusto non molto lungo ma abbastanza intenso, amaro e pulito. Molto secca, a  tratti sfocia in un'astringenza un po' fastidiosa che però ripulisce bene il palato, rinfrescandolo e rendendolo subito desideroso di un altro sorso. Equilibrata e ben fatta, ci fa pensare ad un'assolata giornata di sole nella campagna inglese, le nuvole trasportate dal vento che si rispecchiano nella dissetante pinta. Ma ci fa pensare anche al fatto che in Italia abbiamo ormai quattrocento microbirrifici, ed a memoria fatichiamo a ricordare una birra italiana che sia così sfacciatamente inglese. Si accettano consigli. Nel frattempo, la nostra pinta di Potholer è evaporata. Formato: 50 cl., alc. 4.5%, scad. 30/06/2012, prezzo 2.53 Euro.

sabato 21 aprile 2012

BraufactuM Oscur

Quarto "assaggio" della produzione BraufactuM, progetto tedesco del quale abbiamo parlato dettagliatamente in questa occasione. La Oscur, come l'etichetta sottolinea, è una "porter tedesca" che viene prodotta con malti tostati, pilsener e munich; il luppolo è invece l'Hercules. E' praticamente nera, con un "cappello" molto compatto di schiuma beige, fine, cremosa, molto persistente. Aroma leggero ma molto pulito ed elegante: si distinguono cioccolato, malti tostati, pane nero di segale, leggero caffè e liquirizia. In bocca continuano le sensazioni positive, con un ottimo ingresso, morbido, quasi cremoso; la carbonazione è media, come il corpo. La bevuta è però "solo" equamente suddivisa   tra note di caffè e di malto tostato; piccola concessione verso la fine, quando emerge una nota di cioccolato, particolarmente gradita; retrogusto amaro, non lungo ma sempre pulito, ricco di tostatura. Una porter secca e beverina, con un'aroma complesso ed interessante che risulta alla fine più soddisfacente di un gusto comunque buono. Ha solamente un difetto, davvero imperdonabile: il prezzo. Più di 8 Euro per trentatre centilitri sono davvero un'oscenità che precludono - da parte nostra - qualsiasi idea di un possibile riacquisto. A dire il vero non l'avremmo neppure mai dovuta acquistare, ma finì nel carrello assieme ad altre birre Braufactum che costavano decisamente meno e non ci accorgemmo della grossa differenza di prezzo di questa porter. Buona bevuta, ma a mai più. Formato; 33 cl., alc. 6.9%, scad. 06/2012, prezzo 8.64 Euro.

venerdì 20 aprile 2012

Birrificio Dada Gattomao

Ultima "Dada" rimasta in cantina, si  tratta della "Gattomao" dichiaratamente ispirata alle "bières de garde" francesi ma chiamata anche, per venire in contro ai meno avvezzi agli stili brassicoli, "la rossa"; probabilmente la birra che si dovrebbe consigliare ad un "normale" bevitore di birra che al bancone del bar chiede una "doppio malto". E' di un torbido color rame, e forma un cappello molto ampio e molto persistente di schiuma bianca, cremosa. Aroma abbastanza complesso, che dà il benvenuto sprigionando un bel bouquet speziato e leggermente pepato/piccante donato dai lieviti; in secondo piano caramello, frutta secca, esteri. Al palato ci colpisce la carbonazione, piuttosto elevata (è una caratteristica che abbiamo trovato in molte delle birre Dada) che distruba un po' la percezione dei sapori "pizzicando" la lingua. Il corpo è medio, ed al gusto c'è una corrispodenza pressochè totale con l'aroma, che però era decisamente più pulito; il dolce è dunque predominante, ma è correttamente bilanciato dal finale amaricante erbaceo che persiste anche nel retrogusto. Birra dolce, dicevamo, ma secca ed equilibrata, che si beve abbastanza facilmente e che però risulta meno calda ed avvolgente di quanto vorrebbe/potrebbe essere a causa dell'elevata gasatura. E' la Dada che ci ha convinto di meno tra le sette degustate fin'ora; non l'abbiamo ancora assaggiata in fusto, dove supponiamo dispensi molte meno "bollicine" di questa bottiglia. Ne esiste anche una versione "amara", una Belgian Double IPA, dove gli IBU salgono a 70. Formato: 75 cl., alc. 7.5%, 30 IBU, lotto G09, scad. 01/2013, prezzo 6.00 Euro.

giovedì 19 aprile 2012

Hook Norton Hooky Gold

Il birrificio prende il nome dal villaggio - Hook Norton - in cui fu fondato nel 1850 da John Harris,contadino e maltatore; uno splendido edificio, probabilmente il miglior esempio di birrificio a "torre" vittoriana che potete trovare nel Regno Unito. Dopo oltre 150 dalla fondazione sono ancora i discendenti di Harris a far sì che la tradizione continui, grazie alla guida di John Clarke; è inoltre ancora funzionante ed operativo un vecchio motore a vapore dalla potenza di 25 cavalli che estrae l'acqua dal sottostante pozzo. Fino al 1950 le consegne dei cask di birra ai pub della zona venivano effettuate con un carretto trainato da un cavallo. Pratica che è stata riesumata nel 1985 per ragioni di "rappresentanza" e marketing; comunque, oggi ci sono ancora  tre carretti a cavallo che effettuano le consegne nei pub che si trovano entro cinque miglia dal birrificio. Dieci le birre che compongono la gamma, cinque delle quali sono stagionali. Viene invece prodotta tutto l'anno questa Hooky Gold, una breccia aperta nella tradizione visto che si tratta della prima birra prodotta dalla Hook Norton con l'utilizzo di luppoli americani. A fianco dei classici English Fuggles ed EK Goldings c'è anche il Willamette. Una session beer dal contenuto alcolico modesto (4.2%) di colore dorato, limpida. La schiuma, abbastanza fine, è cremosa e bianca, persistente. La versione in bottiglia è filtrata e pastorizzata. L'aroma è un po' debole, ma avvertiamo ancora dei sentori aggrumati di mandarino, arancio e scorza di limone; buona pulizia ed eleganza. Al palato la presenza di malto è pressochè impercettibile, ed il gusto vira subito verso il fruttato, dolce, che richiama la polpa d'arancio. A bilanciare c'è un buon livello d'amaro, ricco di lemon grass / scorza di limone che va a caratterizzare il resto della bevuta. Molto pulita, watery ma mai annacquata, è molto secca e rinfrescante e lascia un retrogusto pulito ricco di scorza di limone. Session beer equilibrata e dotata di un'impressionante facilità di bevuta, è molto rinfrescante, e trova il suo ambiente ideale nei mesi più caldi dell'anno. Non abbiamo trovato particolarmente sconvolgente l'apporto del Willamette americano; la birra rispetta in pieno la tradizione "zesty" delle golden ales inglesi. L'etichetta riporta anche la lista ingredienti in italiano; anche se non l'abbiamo ancora vista in Italia, supponiamo sia importata da qualcuno. Se la vedete, il consiglio è senz'altro di assaggiarla. Formato: 50 cl., alc. 4.2%, lotto 1141, scad. 20/05/2012, prezzo 2.01 Euro.

mercoledì 18 aprile 2012

Härle's Böckle

Siamo nel cuore dell'Allgäu, in Germania, tra Memmingen e Kempten, dove ha sede la Brauerei Clemens Härle, fondata nel 1897 da - ovviamente - Clemens Härle; tradizione che ancora continua oggi sotto la guida di Gottfried Härle,
ed una trentina di dipendenti. 29.000 ettolitri prodotti ogni anno, con la "helles" e la "weizen" a fare da padrone. Una decina le birre che compongono la gamma, brassate dal mastro birraio Bernhard Walberer, con alcuni soft drinks ad integrazione, come avviene per molti birrifici tedeschi. Eravamo in Germania in inverno ed ovviamente abbiamo optato, tra l'offerta, per la "bock", con l'immancabile caprone in etichetta. Si presenta davvero in modo sublime, di un bel color ambrato molto carico, rossastro; la schiuma, "croccante", è ocra, fine e quasi pannosa, molto persistente. Se l'aspetto ci aveva entusiasmato, l'aroma ci riporta con i piedi per terra; molto poco pronunciato, leggero caramello, pane nero di segale, qualche sentore terroso. L'altalena continua questa volta verso l'alto; ottimo l'ingresso in bocca, morbido, per una birra dal corpo medio e poco carbonata che si mostra in entrata rotonda ed avvolgente. C'è un bel profilo di malto, molto pulito, dove distinguiamo note di biscotto, caramello, tostatura, ci sembra di percepire anche una punta di liquirizia. Ottima bevibilità ed equilibrio che portano in fretta al finale secco, seguito da un retrogusto abboccato non molto lungo ma caldo ed appagante. Una "bock" corretta, che non brilla di freschezza ma che riesce ugualmente a convincere grazie ad una bella morbidezza al palato; l'alcool è ben nascosto a garantire una grande facilità di bevuta che a tratti però sacrifica un po' l'intensità del gusto. La risposta alla domanda fondamentale "la ricompreremmo?" è in questo caso un sì. Formato: 33 cl., alc. 6.7%, scad. 05/05/2012, prezzo 1.15 Euro.

martedì 17 aprile 2012

Lagunitas India Pale Ale

Viene fondata nel 1993 da Tony Magee nell'omonima cittadina californiana, una settantina di chilometri a nord di San Francisco, la Lagunitas Brewing Company. Le prime produzioni avvengono nel garage di casa, ma già dopo qualche mese è tempo di espandersi e spostarsi di qualche chilometro a Forest Knolls. Non passa neppure un anno che Tony è costretto - questo volta contro la sua volontà - ad un secondo trasloco, a Petaluma, dove ancora oggi la Lagunitas ha sede; per i primi cinque anni lavora part-time al birrificio, matenendo il suo impiego nel marketing. Tra i birrifici americani a maggior crescita, impiega oggi 92 persone per una produzione (2010) di 106.000 barili; è di qualche settimana fa la notizia della prevista apertura di una seconda sede a Chicago, dove attualmente arrivano cinque camion a settimana pieni di birre Lagunitas. Si tratta di un investimento che, sommato all'ulteriore espansione della sede di Petaluma, vale circa 15 milioni di dollari per una prima "cotta" a Chicago prevista per la fine del 2013. Nonostante questo, Lagunitas rimane ancora un birrificio a gestione pressochè familiare; Tony elabora personalmente tutte le ricetta, disegna le etichette, mentre sua moglie supervisiona l'attività operativa del birrificio. Mentre ricordiamo ancora - con una lacrima - una freschissima e stupenda Hop Stoopid Ale degustata più di un anno fa ( link ), salutiamo l'arrivo in Italia - evento abbastanza occasionale - di un lotto di Lagunitas IPA, ovvero la "flagship" beer della casa e, ci dicono, la IPA più bevuta in tutta la California. E' di colore oro antico, leggermente velato; la schiuma, fine e cremosa, è bianca ed ha buona persistenza. Sebbene denoti un po' di stanchezza, l'aroma è tutto sommato ancora accettabile e godibile: non "punge", ma ci sono pompelmo e frutta tropicale (mango, ananas) a costruire un boquet olfattivo pulito ed elegante. L'imbocco è di malto, con note di biscotto e di miele, seguite da un richiamo della frutta (tropicale) presente al naso; l'amaro si fa attendere qualche attimo, è intenso ma molto pulito e bilanciato. Non si tratta di "un'ondata" di luppoli, ma piuttosto di un ordinato "crescendo" che culmina nel bel retrogusto vegetale, lungo e persistente, dove ritorna una nota di scorza di pompelmo. Una gran bella IPA, ancora in buone condizioni, molto bilanciata e secca, che punta al massimo della beverinità senza esibire i muscoli. Il consueto corpo "medio" statunitense, la media carbonazione ed il giusto livello di consistenza "watery" invitano a terminare molto in fretta il "six pack", l'unico formato di vendita di questa birra. Non ci siamo dovuti accontentare di una bottiglia sola, che in Italia ha circa lo stesso prezzo del "six pack" americano, ahinoi. Formato: 35.5 cl., alc. 6.2%, lotto e scadenza sconosciuti, prezzo 5.80 Euro.

lunedì 16 aprile 2012

Birrificio del Forte Meridiano 0

Il “debutto” de Il Birrificio del Forte sulle pagine di questo blog è avvenuto con la Gassa D’Amante ( link); proseguiamo la scoperta di questo interessante birrificio di recente apertura spostandoci, stilisticamente parlando, dal Belgio al Regno Unito. Meridiano 0 (Zero) è, come si potrà facilmente intuire, un riferimento alla cittadina di Greenwich e quindi all'Inghilterra, con le sue "bitter" ales. E' di colore ambrato, opalescente; schiuma quasi beige, un po' grossolana ma cremosa, mediamente persistente. Al naso ci accolgono sentori di frutta (arancio), leggero caramello ed una speziatura abbastanza insolita - per questo stile - donata dai lieviti. Più classica in bocca, con una base solida di malto (biscotto), frutta secca, leggere note di caramello; c'è un po' di frutta che richiama l'aroma ma soprattutto una carbonazione molto elevata e fastidiosa che ne limita anche la facilità di bevuta, oltre alla percezione dei sapori. C'è comunque sempre un buon livello di pulizia, ed un finale amaro dove convivono note terrose e di tostatura. Birra forse molto penalizzata dall'imbottigliamento, manca completamente di quella morbidezza che hanno le migliori bitter; sarebbe da riprovare direttamente al bancone di un pub. Non ha evidenti difetti, ma manca di un elemento essenziale: l'anima inglese, che si perde tra una presenza evidente di lieviti (peraltro gradevole) ed una frizzantezza davvero eccessiva. Discreta bitter, ma la Gassa D'Amante era davvero di un altro livello. Formato: 75 cl., alc. 5%, lotto 11327, scad. 08/2012, prezzo 9.00 Euro.

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english summary:
Brewery: Birrificio del Forte, Pietrasanta (Lucca), Italy.
Style: bitter
Appearance: cloudy amber color with a frothy off-white head. Aroma: citrus, hints of caramel, and yeast spices. Mouthfeel: light body, high carbonation, watery texture. Taste: biscuity and nutty malt up front, with sweet orange and behind; fairly dry, the finish is filled with earthy and slightly roasted bitterness. Overall: an attempt to brew a real bitter which has no real "british soul". An overcarbonation is killing it, and a spicy yeasty profile made us think more about Belgium than England. Perhaps bottle is just the wrong format for this beer, which should be better enjoyed from keg. It's not a bad beer; it's tasty and flawless, but we were expecting more for a very promising new Italian microbrewery. Bottle: 75 cl., 5% ABV, batch 11327, BBE 08/2012, price 9.00 Euro.

domenica 15 aprile 2012

Schussenrieder Schwarzbier

Seconda birra dal birrificio tedesco Schussenrieder, dopo la Original n.1 (link) è la volta della Schwarzbier. Nel bicchiere è di un bel color marrone con riflessi ambrati; schiuma beige molto generosa e persistente, pannosa. L’aroma è poco pronunciato e – purtroppo – molto poco invitante; leggeri sentori di caramello, pumpernickel (pane di segale tipico della Germania) ma anche un buon livello di mais cotto (DMS). In bocca c’è il classico profilo “tedesco”, sinonimo di leggerezza e facilità di bevuta, con una carbonazione media. Purtroppo anche il gusto non brilla; c’è parecchia acqua, qualche fastidioso sentore metallico, un po’ di caramello e di tostatura, molta confusione e poca pulizia. Discretamente secca, si congeda lasciando un retrogusto timidamente amaricante e terroso. Birra molto poco entusiasmante; non l’abbiamo assaggiata fresca in loco, ma in condizioni come questa bottiglia è meglio evitare. Formato: 50 cl., alc. 5.3%, lotto 124, scad. 05/2012, prezzo 1.00 Euro.

sabato 14 aprile 2012

Sudwerk Wright Flight

Abbiamo scoperto da poco questo interessante microbirrificio svizzero chiamato Sudwerk, con sede operativa a Pfäffikon, una trentina di chilometri ad est di Zurigo; l'apertura è molto recente (2010), sotto la guida di Gerry Farrell; birraio con esperienza ventennale arrivato da San Francisco per portare un po' della Craft Beer Revolution americana anche nel tranquillo territorio svizzero. Battono bandiere a strisce tutte e quattro le birre che attualmente compongono la gamma: due fisse e due stagionali, tra le quali c'è questa Wright Flight, un'american wheat ale disponibile solamente da Marzo a Settembre che rende omaggio ai fratelli Wright, considerati i primi ad aver fatto volare una macchina motorizzata con un pilota a bordo (era il 1903). Molto curata la parte grafica, con delle belle etichette ed accurate descrizioni, purtroppo solamente in tedesco; birrificio molto attivo anche commercialmente, visto che in soli due anni dalla fondazione è riuscito a stringere un accordo di distribuzione nei supermercati della Coop (Svizzera). Ma troverete abbastanza facilmente le loro birre anche nei beershop o nel reparto gastronomia di molti grandi magazzini a Zurigo. Passiamo alla birra, prodotta con lievito per wit/blanche belga e luppoli "nobili" (secondo la descrizione in etichetta) provenienti dall'Oregon. E' dorata, quasi limpida, con un cappello molto persistente di schiuma bianca, fine e cremosa. Purtroppo l'aroma è pressochè inesistente, se escludiamo qualche leggero sentore di cereali e di paglia. Le cattive impressioni vengono purtroppo confermate in bocca: birra molto leggera, mediamente carbonata, ma troppo acquosa anche per essere una rinfrescante ed estiva birra di frumento. Note di cereali, e di frumento, un po' di miele, dolce, totale assenza di luppoli; finisce velocissima, secca, lascia la bocca ben pulita ma vogliosa di un retrogusto che quasi non c'è, timidissimo, appena amaro. Fatichiamo dunque ad esprimere una qualsiasi opinione su una bottiglia che aver "sofferto" diversi maltrattamenti e che risulta molto povera di aromi e sapori. Acquistata in un beershop di Zurigo (Beer Planet Lowe, in Badenerstrasse 74) che vi consigliamo di evitare; la città svizzera non sarà famosa per il caldo tropicale (ha in media 3500 ore di sole l'anno), ma lasciare che il sole entri dalle ampie vetrine ad abbronzare diverse birre sugli scaffali è un vero delitto. Non era il caso di questa Wright Flight, ma chi ci assicura che sia stata per tutto il tempo nello scaffale sulla parete all'ombra ? Speriamo di rifarci presto con altre birre Sudwerk che abbiamo acquistato altrove. Formato: 50 cl., alc. 4.8%, scad. 06/10/2012, prezzo 4.13 Euro.

venerdì 13 aprile 2012

Doppio Malto Bitterland

Dopo lo sfortunato precedente avuto con una bottiglia di Mahogany IPA finita direttamente nel lavandino (link) ritorniamo a parlare della Doppio Malto Brewing Company di Erba (Como), birrificio/brewpub con annesso ristorante fondato nel 2004 da Alessandro Campanini assieme a due soci. Una realtà in costante crescita (oggi anche con l’aiuto del birraio Manolo Lia) che ha ottenuto diversi riconoscimenti nel 2010 (su tutte la medaglia d’oro all'International Beer Challenger alla Mahogany Ipa) e nel 2011 (ancora oro, per la Brass Weiss e quattro bronzi in altre categorie). Uno di questi è andato proprio alla Bitterland, una “tipo bitter” brassata con luppoli americani. Sinceramente non abbiamo mai amato il nome scelto dal birrificio (Doppio Malto), che ci fa inevitabilmente a quella assurda categoria definita dalla legge italiana, e non ci fa neppure impazzire la (nuova) etichetta di questa Bitterland (nella nuova bottiglia in vetro realizzata da Unionbirrai) che rimanda sì agli Stati Uniti, presentando però un’icona (Monument Valley) che ha una pertinenza ed una rilevanza “brassicola” pressoché nulla (lo appureremo personalmente tra qualche mese, se tutto va bene). Va bene il marketing, va bene che la birra porterebbe senz’altro rinfresco nell’assolata valle desertica americana, ma non c’era proprio null’altro che potesse rappresentare gli Stati Uniti ed i loro profumatissimi luppoli ? Le “pignolerie” negative finiscono fortunatamente qui perché, per quel che riguarda la cosa più importante ovvero la sostanza, questa Bitterland è un gran bel bere. E’ di color rame, velato, la schiuma leggermente “sporca”, fine e cremosa, mediamente persistente. I luppoli non si fanno attendere e caratterizzano subito l’aroma, elegante e pulito, con sentori dolci di pompelmo, melone bianco, mango. E’ una birra che si annuncia molto beverina e rinfrescante, ed in bocca non tradisce le attese. La base è maltata (pane), con una leggera nota di caramello e soprattutto un richiamo (dolce) alla frutta tropicale dell’aroma; il cambio di rotta è però dietro l’angolo, con un amaro deciso e abbastanza intenso ricco di scorza di pompelmo e di resina che prende il comando ed arriva sino al traguardo. C’è secchezza e grande pulizia, preludio al lungo finale amaro e resinoso che invita già al prossimo sorso. Decisamente moderna, “ruffiana” e modaiola quanto basta, è una birra ben bilanciata che fa ottimo uso dei luppoli americani per piacere e per farsi piacere; la dicitura “tipo bitter” (da 80 IBU ?) non deve far pensare all’Inghilterra, dove peraltro le “bitter” classiche sono sempre più insidiate da quelle “moderne”; potreste chiamarla anche APA o neglio IPA, non crediamo che nessuno si lamenterebbe. Noi concludiamo molto soddisfatti il nostro viaggio nella "terra dell'amaro" grazie a questa birra molto ben fatta, benedicendo per una volta il generoso italico formato da settecentocinquanta millilitri. . Formato: 75 cl., alc. 5%, 80 IBU, lotto 12/03, scad. 15/08/2012, prezzo 7.70 Euro.


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english summary:
Brewery: Doppio Malto Brewing Company, Erba (Como), Italy
Style: bitter
Appearance: hazy copper color with a creamy slightly off-white head. Aroma: very hoppy, with grapefruit, melon, mango. Mouthfeel: light body, medium carbonation, watery texture. Taste: initially we’re getting some bready malt and there’s a light fruity quality recalling aroma; hops are predominant, with grapefruit zest and resin. Dry and clean; long bitter hoppy aftertaste filled with resin. Overall: a modern “bitter” ale packed with American hops. Easily drinkable and very refreshing, brewed to please the drinker’s palate. You could even name it APA o IPA, no one would either complain or notice the difference. Bottle: 75 cl., 5% ABV, 80 IBUs, batch 12/03, BB 15/08/2012, price 7.70 Euro.

giovedì 12 aprile 2012

ECM Bräu Flüegass Naturtrüeb

Davvero poche informazioni disponibili sulla ECM Bräu che opera nella periferia dal 2005 ed è guidata dal birraio Bruno Birrer; l’imbottigliamento viene fatto dalla più grande Brauerei Baar, nell’omonima cittadina che si trova una trentina di chilometri a sud. La produziona annuale è di circa 250 ettolitri. Come il nome indica, questa Flüegass Naturtrüeb è una birra non filtrata (e non pastorizzata) che possiamo incasellare nella categoria delle Zwickl/Kellerbier tedesche di colore dorato, opaco; la schiuma, molto compatta, è molto persistente, bianca, fine e cremosa. Aroma molto scarso e quasi assente, a fatica percepiamo qualche leggero sentore mieloso (acacia). Un po’ meglio in bocca, dove si presenta con un corpo molto leggero ed una carbonazione sostenuta; crosta di pane e cereali per una bevuta abbastanza dolce che viene equilibrata da una leggera nota erbacea luppolata amaricante a fine corsa. Abbastanza fresca e priva di evidenti difetti, manca però di quella freschezza e di quella fragranza che sarebbero più che mai essenziali per questo stile brassicolo. La (quasi) assenza di aroma la penalizza ulteriormente, per una bottiglia facilmente bevibile che raggiunge la sufficienza, nulla più. Formato: 33 cl., alc. 5.15%, scad. 04/05/2012, prezzo 2.98 Euro.


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english summary:
Brewery: ECM Bräu, Zurich, Switzerland
Style: Zwickl / Kellerbier
Appearance: hazy golden color with a lasting creamy white head. Aroma: not much going on here, just some light honey. Mouthfeel: light body, lively carbonation, watery texture. Taste: bready malt and cereal for a sweet taste which is eventually balanced by a herbal bitter hoppy note. Overall: a dry and clean unfiltered german style Zwickl beer. It has no particular flaws, but the lack in aroma and in taste crispness are making it pretty average. Bottle: 33 cl., 5.15% ABV, BB 04/May/2012, price 2.98 Euro.

mercoledì 11 aprile 2012

Marks & Spencer London Porter

Come già detto in questa occasione, nel 2009 i "grandi magazzini" Marks & Spencer rinnovano la propria offerta brassicola commissionandone la produzione a diversi birrifici "artigianali" inglesi. Tra quelli coinvolti vi è anche la Meantime di Greenwich, che per questa London Porter che, secondo le note di etichetta, riporta in vita un'antica ricetta del 1750. Ottimo l'aspetto, di un bel color marrone scuro con riflessi rubini; la schiuma, molto persistente, è beige, fine e cremosa. Al naso percepiamo la tostatura dei malti, un leggero affumicato, qualche remoto sentore di cioccolato ed una nota legnosa. Se l'aroma non entusiasma, una scarsa pulizia del gusto non aiuta la situazione a migliorare: c'è buona corrispondenza con l'aroma, un ritorno di malti tostati, al posto del cioccolato c'è del cacao in polvere che ricorda un po' le bustine confezionate per la preparazione dolciaria, ma soprattutto una pronunciata mineralità che evolve verso una poco gradevole ed una fastidiosa nota metallica. Molto secca, ci lascia un retrogusto a metà strada tra tostatura e terrosità, un pelino astringente e poco pulito. Una porter bevibile ma poco entusiasmante. Dai commenti/punteggi rilevati su altri siti (Ratebeer, Beer Advocate), notiamo che molti altri la pensano come noi. Formato: 50 cl., alc. 5.5%. lotto 111587, scad. 06/2012, prezzo 2.52 Euro

venerdì 6 aprile 2012

La Caracole Nostradamus

Viene prodotta per la prima volta nel 1993, per il periodo natalizio, con il nome di Cuvèe de l'An neuf, ma i consensi ottenuti convincono il birrificio La Caracole di Falmignoul (provincia di Namur) a renderla disponibile tutto l'anno. Cambio di nome in Nostradamus, con la bella etichetta che mostra il famoso astrologo/farmacista/scrittore nelle sembianze di una lumaca (caracole) intenta a "scrutare il futuro" con un cannocchiale, sulle pagine aperte di "Le Profezie", probabilmente. Un futuro senza dubbio roseo, per una birra come questa. Per una volta rompiamo subito gli indugi, birra davvero sontuosa. A partire dall'aspetto, di un impeccabile color tonaca di frate con riflessi rubino; schiuma compatta, fine, cremosa, beige, molto persistente. Aroma ricco e complesso, carico di frutta (prugne, uvetta, datteri), malto tostato, cacao in polvere, pan d'epices, frutta secca, alcool ed altre spezie donate dai lieviti. Tanta roba, ma estrema pulizia ed eleganza; esemplare anche l'ingresso in bocca, morbido, cremoso, per una birra dal corpo pieno e lievemente carbonata, splendido esempio di quello che un tempo veniva considerato una sorta di "pane liquido". Tanta roba anche in bocca, quindi, per un percorso dolce che riprende l’aroma con prugne, uvetta, albicocche sotto spirito, toffee, malto tostato e spezie; leggera nota amara nel finale, tostata, leggermente terrosa, a portare equilibrio. Dolce ma secca, lascia il palato sempre pulito ed un retrogusto abboccato, morbido e caldo, fruttato, che a tratti ricorda un vino liquoroso. Alcool nascosto in maniera impressionante, questa Nostradamus abbina complessità a facilità di bevuta, riscaldando senza "bruciare". Bottiglia in formissima, splendida birra non prettamente natalizia ma che non dovreste proprio farvi mancare ad ogni Natale. Formato: 75 cl., alc. 9%, lotto FX, scad. 09/2012, prezzo 4.59 Euro.

giovedì 5 aprile 2012

Birrificio Dada Sciliporter

Se il concorso “Birra dell’Anno” prevedesse anche un premio per il nome più originale, la vincitrice sarebbe stata senza nessuna ombra di dubbio la “Sciliporter” brassata dal Birrificio Dada. Una geniale e divertente intuizione dei ragazzi di Correggio che hanno “dedicato” una birra ad uno dei personaggi più … (lasciamo a voi la scelta dell’aggettivo che meglio vi sembra appropriato) dell’attuale scena politica italiana. Si tratta dell’onorevole Domenico Scilipoti, eletto deputato nel 2008 nella lista dell'Italia dei Valori e noto alle cronache – soprattutto – per aver “salvato” nel dicembre 2010 dalla sfiducia l’ultimo governo Berlusconi. Fuoriuscito assieme a tre colleghi dall’Italia dei Valori, Scilipoti formò il Movimento di Responsabilità Nazionale dando l’appoggio al governo Berlusconi ed evitandone la rovinosa caduta. La magistratura indagò per accertare se dietro al cambiamento ci fosse un episodio di corruzione da parte del PDL, mentre a Roma una ventina di immigrati che sfilavano con degli striscioni a favore della decisione di Scilipoti dichiararono di essere stati pagati dallo stesso deputato per simulare il consenso popolare alla sua scelta. Perfettamente dissacrante il collage Dadista sull’etichetta della Sciliporter, con il deputato ben “abbarbicato” sulla poltrona parlamentare con in evidenza, sulle sue ginocchia, un vasetto “per le mance” pieno di denaro contante, ed un inevitabile l’invito a “bere in modo responsabile”, con ovvio riferimento alla nuova formazione politica nata in quell’episodio; a completamento c’è la descrizione (Margrittiana / surrealista) “questa robust porter non è una robust porter”. Debutta ad Ottobre 2011 ed è brassata con malti Maris Otter, Chocolate, Monaco, Cara Monaco, Melanoidinic; i luppoli, entrambi americani, sono Chinook ed Amarillo. Nel bicchiere è di colore marrone scuro, opalescente; la schiuma – a bolle grosse - è quasi assente e svanisce immediatamente lasciando solamente una leggera “patina” beige nel bicchiere. Aroma davvero atipico, per una poter, ricco di luppoli, aghi di pino, leggero agrume; c’è freschezza e pulizia, con i malti, tostati, rilegati (molto) in secondo piano. La loro presenza s’intensifica un po’ in bocca, con una base “tostata” che regala anche qualche nota di liquirizia; ben presto però i luppoli prendono il sopravvento anche nel gusto, per un viraggio amaro ricco di nuove note di pino e di scorza di pompelmo, a tratti un po’ “sciropposo”. Senza nessuna ulteriore deviazione, questa Sciliporter termina con una buona secchezza, lasciando un retrogusto amaro molto ben luppolato e persistente. Lo “slogan” surrealista in etichetta trova effettivamente conferma: porter molto atipica, con i luppoli a guidare le danze ed i malti a bilanciare. Sicuramente migliore al naso che in bocca (dove manca un po’ di pulizia), è una birra - con corpo e una carbonazione media - che potrebbe essere anche essere incasellata nella controversa categoria delle Black IPA; prodotto senz’altro interessante, ancora un po’ da sistemare, ma già molto gradevole e che (ri)ordineremmo molto volentieri al bancone di un Pub. Formato: 50 cl., alc. 6.5%, 57 IBU, lotto NG01, scad. 06/2012, prezzo 6.00 Euro.


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english summary:
Brewery: Birrificio Dada, Correggio, Italy.
Style: porter
Appearance: murky deep brown color with almost no head. Aroma: very hoppy (Chinook and Amarillo), piney and citrusy (grapefruit); hints of roasted malts. Mouthfeel: medium body, medium carbonation, oily texture. Taste: you can feel some more malts in here, roasted, and hints of licorice; but again hops are predominant, piney and zesty. And there are more hops in the long, bitter aftertaste. Overall: a very unusual porter, dominated by American hops and “dedicated” to an (in)famous Italian politician. Could pretty well fit in the Black IPA category. Very fresh and clean aroma, still needs some refinement (cleanness) in the taste. However, this is already a tasty and easily drinkable product which we would recommend. Bottle: 50 cl., 6.5% ABV, 57 IBUs, batch NG01, BBE 06/2012, price 6.00 Euro.

mercoledì 4 aprile 2012

Kuchlbauer Alte Liebe

"Alte Liebe", il "vecchio amore" è il nome della dunkelweizen prodotta dal birrificio zum Kuchlbauer di Abensberg (Baviera). Etichetta un po' kitsch, con due putti ben nutriti che rimandano alla pittura italiana del cinquecento. Si presenta di color ambrato, torbido, con un cappello di schiuma non molto persistente ma abbastanza fine, ocra. Il naso è ricco di banana (molto) matura, in secondo piano leggeri sentori di chiodi di garofano, caramello, con una sottile nota acidula donata dal frumento. Assoluta coerenza in bocca, con tanta banana e caramello, un po' di spezie, una leggera acidità molto rinfrescante ma non molto ripulente; a fine bevuta la bocca rimane sempre un po' "impastata". Leggera di corpo e mediamente carbonata, si lascia ovviamente bere molto facilmente e si congeda con altrettanta rapidità, lasciando un retrogusto leggermente dolce di banana. Birra sufficiente ma con un predominio pressochè totale di banana, che tende a coprire ogni altro elemento rendendola poco bilanciata. Sinceramente non ci ha proprio entusiasmato; a sua discolpa la permenenza per qualche mese in cantina che non le ha certamente giovato. Formato: 50 cl., alc. 5.2%, lotto 5, scad. 05/2012, prezzo 0.87 Euro.

martedì 3 aprile 2012

Brakspear Triple

La parola "triple" in etichetta non deve trarre in inganno. Non si tratta della traduzione inglese del noto stile brassicolo belga; siamo in Inghilterra, e questa birra viene brassata per la prima volta nel 2005 per festeggiare la rinascita del marchio "Brakspear" a Witney, nell'Oxfordshire, dove sono prodotte le birre della Wychwood Brewery. Il precedente stabilimento Brakspear, a Henley-on-Thames era stato chiuso nel 2002 e la maggior parte delle vecchie attrezzature vennero spostate e re-installate alla Wychwood dove opera il birraio Jeremy Moss. Il nome dato alla birra (Triple) si riferisce alla triplice fermentazione che la birra subisce, derivante da un metodo chiamato "Double Drop" utilizzato (secondo quanto riporta qui Roger Protz) solamente alla Brakspear. La fermentazione primaria avviene mediante due batterie di fermentatori in legno posti ad altezze diverse. Dopo alcuni giorni, il liquido viene letteralmente fatto "sgocciolare" nelle batterie inferiori lasciando indietro le cellule di lievito "morte". La seconda fermentazione che avviene è quindi più "pulita", e viene seguita da una terza fase che prevede l'inoculazione di nuovo lievito al momento dell'imbottigliamento. Tutte le bottiglie sono numerate in etichetta, e sul sito del birrificio è possibile risalire, mediante questo numero seriale, al giorno esatto dalla messa in bottiglia. Un'opzione divertente ed interessante che però non sembra funzionare sempre in modo corretto; non siamo infatti riusciti ad identificare la data della nostra bottiglia, acquistata ad Agosto 2011 ed evidentemente imbottigliata prima di quella data. Il numero seriale della nostra bottiglia non è presente sul sito che, per quel che riguarda una numerazione compatibile con la nostra etichetta, si ferma a Maggio 2011 e poi riparte in Agosto con una numerazione completamente diversa. Sino al 2010 le bottiglie erano da 500 ml., dal 2011 il formato è stato ridotto a 330 e, mentre scriviamo, leggiamo che nel 2012 il birrificio è ritornato al classico formato inglese da 500. Ma passiamo alla sostanza. Davvero splendido l'aspetto, di colore ambrato rossastro con riflessi rubini, leggermente velato; la schiuma, molto persistente, è perfetta: fine, cremosa, compatta. Aroma molto meno entusiasmante, molto dolce, ricco di melassa e di frutta molto matura e frutta candita; il Cascade porta in dote un pompelmo molto dolce che ricorda però più una marmellata che un frutto appena aperto. In bocca mantiene tutta la dolcezza annunciata, che è però bilanciata da una buona secchezza. C'è meno frutta, ed un solido profilo maltato ricco di biscotto (al burro), caramello e toffee; l'alcool le dona un bel calore morbido ed avvolgente che accompagna tutta la bevuta. Nel finale c'è posto per qualche nota vinosa, prima di un retrogusto abboccato, maltato ed etilico, nel quale abbiamo trovato anche una leggerissima - ma inattesa - salinità; rimane qualche leggero sentore di burro ad "impastare" un po' il palato. Una bottiglia proveniente dalla grande distribuzione (Asda) che non ci è sembrata molto in forma; la rifermentazione in bottiglia le ha comunque assicurato un buon livello di carbonazione; è una birra ben fatta ed interessante, che vorremmo comunque riprovare in migliori condizioni. Formato: 50 cl., alc. 7.2%, num. serie 1981970, scad. 31/05/2012, prezzo 2.17 Euro.

lunedì 2 aprile 2012

Montegioco Demon Hunter

Si ispira alla Strong Ales anglosassoni questa Demon Hunter prodotta dal Birrificio Montegioco. Si presenta in una bottiglia elegantemente incartata – come tutta la produzione Montegioco – con un etichetta abbastanza inquietante; nel bicchiere è invece di un più rassicurante color ambrato carico, velato, con un discreto cappello di schiuma abbastanza fine, quasi pannosa, color ocra. Al naso – leggermente liquoroso - troviamo frutta secca, toffee, una elegante speziatura da lieviti. In bocca mostra decisamente i muscoli, con un corpo medio ed un profilo di malto ben strutturato che ripropone in parte le caratteristiche dell’aroma aggiungendo note di biscotto e di leggera tostatura. La componente etilica è ben evidente ma molto ben bilanciata in modo da non ostacolare mai la bevuta. La bottiglia che abbiamo bevuto è risultata essere un po’ troppo carbonata; rimane comunque una birra che finisce avvolgente e morbida, lasciando un lungo retrogusto maltato ed etilico che riscalda al palato. Molto ben strutturata e pulita, mantiene come detto una buona beverinità senza però fare sconti; la generosa bottiglia da 75 cl., bevuta in solitudine, lascia il segno e lascia anche intravedere il “cacciatore del demone”. Nota a calce: la Demon Hunter, invecchiata per 10 mesi in barrique di Barbera, cambia nome e diventa la Dolii Raptor. Formato: 75 cl., alc. 8%, lotto 14/11, scad. 30/06/2013, prezzo 11.50 Euro.

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english summary:
Brewery: Birrificio Montegioco, Montegioco (Alessandria), Italy
Style: English Strong Ale
Appearance: cloudy deep amber color with a frothy off-white head. Aroma: toffee, dried fruits, yeast spices, alcohol. Mouthfeel: medium body, high carbonation, oily texture. Taste: biscuit, roasted malt, toffee, dried fruits. A solid malty profile with a warm alcoholic note throughout. Smooth and dry finish, long warm alcoholic aftertaste. Overall: a clean, solid and well done English strong ale with a good drinkability. Bottle: 75 cl., 8% ABV, batch 14/11, BB 30/June/2013, price 11.50 Euro.

domenica 1 aprile 2012

Trois Dames Pasionaria IPA Double

Dell'interessante microbirrificio svizzero Trois Dames abbiamo già parlato in questa occasione, degustando la loro ottima IPA. Questa volta "raddoppiamo" la dose, stappando una bottiglia di Pasionaria IPA Double; birra non presente sul sito del birrificio, nonostante sia già in distribuzione da qualche anno, sebbene con un nome leggermente diverso (La Pasionaria Double IPA) e con un etichetta completamente diversa e indiscutibilmente peggiore. Si presenta di color ambrato, velato; la schiuma è poco generosa e poco persistente, leggermente ocra, abbastanza fine e cremosa. L'aroma non è certo quello che ci aspettiamo da una "poderosa" double IPA: molto dolce, difficile capire dove termina il caramello e dove iniziano i sentori di marmellata di frutta tropicale. Dolce anche l'imbocco, con molta frutta tropicale (sciropposa) e caramello; l'amaro si fa attendere un po', e quando arriva lo fa quasi in punta di piedi, lasciando abbastanza in fretta il posto a nuove note dolci, sciroppose, di frutta. C'è comunque una buona secchezza ed un corpo medio a sostenere una presenza etilica che si fa notare senza mai disturbare la bevuta. I problemi sono ben altri: amaro e dolce sembrano procedere su due binari paralleli, senza incontrarsi mai, senza portare armonia ed equilibrio, in una birra che - almeno in questa bottiglia - sembra incompiuta. Anche il retrogusto è poco incisivo, terroso, non particolarmente gradevole, per una bevibilità che risulta lenta e faticosa. Cento volte meglio la sorella minore (IPA), un prodotto che invece ci aveva impressionato molto positivamente. Per questa bottiglia l'unica passione - nella suo significato semantico originale di sofferenza e di travaglio - è quella del bevitore che se la trova tra le mani. Da rivedere. Formato: 33 cl., alc. 9%, scad. 01/2013, prezzo 4.50 Euro.