martedì 30 marzo 2010

Baladin Elixir

Classificare le creazioni di Teo Musso è sempre difficile, ma è senz’altro il Belgio il punto di riferimento per questa strong ale con gradazione alcolica 10%, prodotta con zucchero di canna e lieviti da whisky dell’isola scozzese di Islay in bottiglia da 75 cl. Bel colore arancio ambrato, pieno e leggermente torbido, forma una schiuma molto fine e compatta, di un bianco leggermente sporco, indissolubile. Il naso è dolce, molto complesso e ricco, con spezie, lieviti, malto, zucchero, alcool, malto e note di frutta (soprattutto pesca ed albicocca). Dolce ma non stucchevole, i suoi 10% di alcool si fanno sentire ben supportati da un corpo oleoso che avvolge caldo il palato di malto e spezie; carbonatazione molto elevata. Finale secco, molto lungo che di nuovo riscalda il palato: non vi è sostanzialmente un retrogusto amaro, tuttavia la Elixir riesce ugualmente a bilanciare perfettamente tutto il dolce che contiene.
Ottima birra per l’inverno, complessa, calda ed avvolgente, equilibratissima, da degustare lentamente; peccato non esista in formato più piccolo (33 cl.). Resta il dubbio della nota riportata in etichetta: servire ghiacciata !?!

venerdì 26 marzo 2010

Astra Alsterwasser

Poco da dire su questo “souvenir” da Amburgo, se non che “alsterwasser” è l’appellativo che nella Germania settentrionale viene dato al Radler (ossia una bevanda composta al 50% da birra ed al 50% da limonata). La foto del prodotto è abbastanza esemplificativa; estremamente dissetante in estate, dopo averla assaggiata ci sembra che svolga alla perfezione la sua funzione.

lunedì 22 marzo 2010

Salopian Entire Butt

Il microbirrificio Salopian Brewery è stato fondato nel 1995 nei dintorni della cittadina medievale di Shrewsbury e questa Entire Butt da loro prodotta è una porter che tenta di rievocare le origini di questo stile brassicolo. Le porters (il nome deriva dal fatto che divennero presto la bevanda preferita dei facchini inglesi) si chiamavano un tempio “Entire” ed erano create direttamente nei pub, spillando e mescolando tra loro direttamente alla mescita diverse ales. Il nome “Entire Butt” (barile intero) si riferisce a queste origini e questa poter viene prodotta mescolando ben 14 varietà diverse di malti e 3 di luppolo, per ricreare appunto l’atto di mescolare le diverse ales direttamente nella pinta. Gradazione alcolica 4.8%, ha un bel colore ebano scuro impenetrabile; forma poco schiuma, di colore beige, fine e molto persistente. Il naso è molto pronunciato, caffè, cioccolato, note di vaniglia e forte predominanza di malto tostato. Al gusto è il caffè in evidenza, con un bel contorno di tostature; palato sobrio e semplice, dopo un abbastanza interessante e variegato. Corpo medio, bevibilità abbastanza buona. Finale lungo, nuovamente caffè e un retrogusto amaro di tostatura che però a tratti rasenta a volte il bruciato.

mercoledì 17 marzo 2010

Ayinger Liebhard's Kellerbier


Prodotta per celebrare il centenario della nascita di Johann Liebhard, uno dei fondatori nel 1878 della Brauerei Aying dell’omonima cittadina situata circa 30 km a sud di Monaco.

martedì 16 marzo 2010

Hop Back Summer Lightning

Abbiamo degustato questa golden ale realizzata dalla Hop Back Brewery (pochi chilometri fuori Salisbury, nello Wiltshire, Inghilterra sud occidentale), vincitrice di diversi premi tra i quali una medaglia d'oro al Great British Beer Festival di Londra nell'anno 2001. Prodotta con una sola varietà di malto (orzo) e luppolo (East Kent Golding), nonostante il nome che rimanda ad una birra stagionale estiva è invece disponibile tutto l’anno; gradazione alcolica 5%. Si tratta di una ale bottle-conditioned di colore giallo paglierino, limpido, che una generosissima schiuma bianca, praticamente indissolubile. L’aroma è molto fresco e vivace, erbaceo ed agrumato; in bocca c'è un debole ingresso di pane, per un gusto caratterizato da un gradevole amaro di scorza d'agrumi (limone ed anche pompelmo. Finale secco, con retrogusto abbastanza lungo e agrumato, leggermente terroso. Carbonatazione medio-alta per una buona birra, molto fresca e dedicsta ai mesi più caldi dell’anno.

sabato 13 marzo 2010

Gavroche

Le Bières de Garde sono uno stile brassicolo del nord della Francia, quando le birre venivano prodotte dai contadini nei mesi più favorevoli, quelli invernali, per essere poi consumate durante l’estate. Erano birre che dovevano sopravvivere per diversi mesi (da qui il nome Biere de Garde – birra da conservazione) e con un alto grado alcolico se confrontate con le birre da consumo “immediato” che erano utilizzate nelle campagne sia per il loro apporto nutritivo che come bevanda più “sicura” rispetto alle acque spesso infette. Dopo la seconda guerra mondiale lo stile si era quasi praticamente estinto, sia per la concorrenza di vini francesi e birre belghe, che per l’abitudine, tra la gente, a bere birre decisamente più leggere come pils e lager. A partire dagli anni ’70 alcuni microbirrifici riprendono la produzione di queste birre, e tra questi abbiamo la Brasserie de Saint Sylvestre di proprietà della famiglia Ricour, situata nel comune di St. Sylvestre-Cappel in prossimità del confine con il Belgio. Gavroche è appunto una Biere de Garde ispirata all’omonimo personaggio del romanzo I Miserabili di Victor Hugo; un ragazzo che si muove nei bassifondi di Parigi dopo essere stato volutamente abbandonato per strada dalla famiglia ed aver perso la madre adottiva che viene arrestata. Morirà durante la protesta popolare di Parigi del 1832. Alla tragica miseria del personaggio non corrisponde però lo splendore di questa birra, con gradazione alcolica 8.5% dal colore rossiccio scuro/marrone torbido. La schiuma è bianca con sfumatura ambrate, fine, cremosa e molto persistente; il naso è estremamente complesso, con malto, zucchero, sentori di frutta e di legno, toffee e note di caffè. Una birra molto dolce, che tale si conferma anche al palato con malto caramellato e frutta candita, sentori di liquerizia. Corpo medio, avvolge caldo il palato ma la bevibilità rimane molto buona nonostante la gradazione alcolica. Buon finale secco che asciuga la bocca e lungo retrogusto che rimane sempre abbastanza dolce, carico di frutta sotto spirito. Davvero un’ottima biere de garde.

Sito: www.brasserie-st-sylvestre.com

giovedì 11 marzo 2010

Henquet Agaralä

Bitter (secondo la classificazione di Ratebeer alla quale noi ci atteniamo scrupolosamente) prodotta Birrificio Henquet di Ovada (AL). Un bel colore rosso ambrato, con riflessi chiari, forma schiuma bianca, fine e mediamente persistente. Il naso è poco pronunciato ma molto fresco, con luppolo in evidenza (agrumi ed erbe) ma molto delicato. Al gusto prevale invece il malto, leggermente caramellato, dove ritornano sentori agrumati e – un po’ troppo invedenti – di lievito. Corpo molto leggero per una birra che potrebbe essere molto beverina se solo fosse più pulita; chiude secca, con un retrogusto amarognolo di frutta secca ed erbaceo.

martedì 9 marzo 2010

Hogs Back OTT

Il birrificio Hogs Back si trova nel Surrey inglese ed è attivo dal 1992. Le birre in bottiglia sono tutte filtrate e "bottle conditioned", con lievito fresco aggiunto poco prima del riempimento; le curiose etichette sono disegnate da Tony Stanton-Precious, un tempo mastro birraio della Hogs Back. Abbiamo degustato questa OTT in bottiglia 50 cl., gradazione alcolica 6%. Si tratta di una English Strong Ale inizialmente prodotta solamente nel periodo invernale, ma ora disponibile in bottiglia tutto l'anno. Il nome OTT è un acronimo per Old Tongham Tasty, ma anche per Over The Top, e l'etichetta rappresenta dei maiali in volo sul tetto del birrificio. Si presenta con un bel colore ebano scuro, quasi impenetrabile ed una bella schiuma beige, praticamente indissolubile. L'aroma è di malto tostato, con sentori di caffè. Corpo medio, oleoso, con carbonazione media. Malto tostato, caffè e sentori di vaniglia caratterizzano il gusto, con un buon equilibrio di dolce ed amaro. Finale abbastanza lungo, gradevolmente luppolato ed amarognolo. Impressioni molto positive per una birra invernale che si lascia bere davvero bene.

Sito: www.hogsback.co.uk

domenica 7 marzo 2010

Mylius-Erichsen Hvede Nioghalvfjerdsfjorden

Il Mylius-Erichsen Bryghus è un micro birrificio che ha sede a Ringkøbing, piccolo paese dello Jutland danese sull’omonimo – e famoso – fiordo. Il nome del birrificio è in onore di Ludvig Mylius-Erichsen, famoso scienziato, scrittore e giornalista che capeggiò la spedizione danese nella ancora inesplorata zona orientale della Groenlandia. Partirono nel 1906 con 6.000 bottiglie di birra al seguito e non ci è dato di sapere quante bottiglie erano rimaste ancora chiuse prima della loro sfortunata morte avvenuta nell’autunno del 1907. Abbiamo anche avuto il piacere di pranzare in questo birrificio, situato appena al di fuori dell’isola pedonale, in una grazioso edificio del 1900. Gli impianti produttivi si trovano nel seminterrato.

sabato 6 marzo 2010

Maisacher Räuber Kneißl Export Dunkel

Mathias Kneißl potrebbe considerarsi la versione tedesca di Robin Hood o di Jesse James: un fuorilegge (ghigliottinato nel 1902 a 26 anni) che però godeva dell’ammirazione della società. Le sue gesta (rapine, inseguimenti, taglie) nella regione della Baviera compresa tra Monaco ed Augusta, sono state celebrate nei libri, nelle canzoni popolari, in un un film e - ovviamente visto che siamo in Germania – con una birra prodotta dalla Brauerei Maisach. Si narra che in poco tempo Kneißl divenne il terrore della Baviera; tuttavia, col passare del tempo le sue fughe miracolose dalla polizia vennero ammirate dal popolo bavarese che, vivendo ancora sotto una dittatura monarchica, non vedeva di buon occhio la polizia ed inizio a proteggerlo ed a nasconderlo alle ricerche della polizia. La taglia sulla testa di Kneißl arrivò sino a 1000 marchi d’oro (il reddito medio di un contadino, a quel tempo, era di 5 marchi d’oro al mese) e fu solamente grazie al tradimento della cugina di Kneißl Mathilde Danner. che la polizia riuscì ad incastrarlo. La sua cattura avvenne nei dintorni di Maisach, dove ha sede la Brauerei Maisach. Costretto a cinque mesi di ospedale per le percosse subite, ricevette fiori e proposte di matrimonio da innamorate. Fu condannato a morte e ghigliottinato ad Augusta nel 1902. Sull’etichetta della birra appare oggi la frase: “Räuber Kneißl: g'jagd...g'suacht...g'fund'n (il ladro Kneißl: ricercato...cacciato...trovato).

venerdì 5 marzo 2010

Fur Renæssance

La Fur Bryghus si trova sull’omonima isoletta, all’interno di un fiordo dello Jutland centro-settentrionale in Danimarca. Si tratta di un vero paradiso naturale con circa 1000 abitanti; per raggiungere l’isola basta una traversata in barca di soli tre minuti. Il birrificio e ristorante Fur ha aperto nel 2004 e si trova in un area di 128 ettari dedicata all’estrazione del “moler”, una parola che non siamo ancora riusciti a tradurre ma che identifica un tipo di argilla composto da silicio e residui marini (alghe e fossili di conchiglie). L’edificio fu costruito nel 1926 e dismesso all’incirca nel 1982. Nel 1997 sull’isola si iniziò a discutere sul recupero del fabbricato e sulla sua futura destinazione, ma nulla fu concretamente fatto sino al 2003 quando Mildred and Mogens Fog suggerirono di destinare parte del fabbricato alla costruzione di un micro birrificio. Le autorità si mostrarono molto favorevoli all’iniziativa che avrebbe garantito impiego di manodopera locale e attratto turisti. Oggi si calcola che circa 30.000 visitatori l’anno passano per l’isola di Fur. La Fur Renæssance che abbiamo degustato in bottiglia da 50 cl. è una brown ale ad alta fermentazione con gradazione alcolica 6.2%. Si presenta con un bel colore a cavallo tra marrone e rosso scuro, schiuma bianca e molto persistente. Si tratta di una birra abbastanza “monotematica”, dove il naso non particolarmente pronunciato è dominato da malto tostato e caramello, così come il gusto che è arricchito da qualche nota erbacea di luppolatura. Corpo medio, finale discretamente luppolato tra note erbacee e leggeri accenni di frutta secca.

giovedì 4 marzo 2010

Kongens Bryghus Langfartsøl

Della Kongens Bryghus abbiamo già parlato qui; si tratta di un marchio ora usato dal gruppo Carlsberg, con produzione brassicola che viene fatta dalla Husbryggeriet Jacobsen. Degustiamo in bottiglia da 75 cl. con tappo di sughero a gabbietta questa Langfartsøl (traduzione: birra per lunghi viaggi), ovvero una India Pale Ale con gradazione alcolica 6.4%. Le note di etichetta ci dicono che si tratta di una moderna interpretazione delle birre che nel diciottesimo secolo venivano fornite alla marina danese; una generosa luppolatura era necessaria per garantirne una conservazione più duratura nel tempo. Si presenta con un bel colore dorato scuro / arancio, torbido, e una bella e cremosa schiuma fine, molto persistente. Al naso sentori di agrumi e floreali. Al palato si presenta con un corpo leggero, ed una carbonazione davvero molto bassa. Il gusto è prevalentemente di malto biscotto, con richiami di polpa d'agrumi;  seguono note più amare erbacee ed aggrumate, che proseguono il percorso arivando a caratterizzare anche il retrogusto.