domenica 10 aprile 2016

Hedonis Ouwen Duiker

Sono due appassionati homebrewers,  Janos de Baets e Leopold De Ketelaere, a fondare la beerfirm Hedonis Ambachtsbier che debutta nel 2015 a coronamento di due anni d'esperimenti e tentativi con le pentole in garage. Non ci sono molte informazioni disponibili in rete su questo progetto, ma da quanto ho capito De Baets fa anche parte del team di birrai che lavora presso l'instancabile birrificio De Proef, dove producono numerosi birrai zingari.
Non è però qui che il duo belga ha deciso di produrre le proprie ricette, una scelta forse dovuta ai volumi ancora relativamente piccoli: si sono invece appoggiati alla Brouwerij Maenhout di Gavere, che si trova ad un mezz'oretta di macchina da Asper, dove la beerfirm ha la sede legale. Siamo poco distanti da Gent/Gand; occasionalmente qualche lotto di maggiori dimensioni viene anche prodotto presso il birrificio Contreras. 
Al momento sono due le birre offerte; la Excuse Me While I Kiss My Stout e una Belgian Ale molto luppolata chiamata Ouwen Duiker. Sul proprio sito internet la beerfirm dichiara di voler perseguire la massima trasparenza in etichetta, che effettivamente indica il luogo in cui la birra è prodotta e anche gli ingredienti utilizzati: malto Pilsner e segale, luppoli europei (Magnum e Tettnanger) ed Americani (Citra e Mosaic).

La birra.
Ouwen Duiker si presenta nel bicchiere dorata e leggermente velata; il bianco cappello di schiuma che si forma è cremoso e compatto, con un'ottima persistenza. L'aroma non è particolarmente rappresentativo dell'abbondante luppolatura dichiarata: intensità molto bassa, stesso livello per quel che riguarda la pulizia e l'eleganza. Avverto una remota presenza di agrumi, arancio e mandarino, ma non c'è davvero altro da annotare. Fortunatamente al palato la situazione migliora: le note maltate (crosta di pane, miele, un accenno biscottato) sono ben amalgamate con quelle di frutta candita e di polpa d'arancio e vanno a costruire un profilo dolce e zuccherino piuttosto gradevole. Lo stesso non posso dire della chiusura amaricante alquanto corta che si snoda tra note terrose ed erbacee, meno convincente per eleganza e pulizia; la buona attenuazione fa comunque in modo che il palato rimanga abbastanza pulito ad ogni sorso. L'alcool è ben nascosto, le bollicine sono vivaci ma non precludono una sensazione palatale piuttosto morbida.
Una Belgian Ale che onestamente non mi ha particolarmente colpito e che ho trovato abbastanza confusa in quello che vuole essere: la bottiglia che immagino risalire a maggio del 2015 non mette in risalto la luppolatura dichiarata sopratutto nella parte aromatica che, a dirla tutta, è anche la prima a subire le conseguenze del trascorrere del tempo. Si difende meglio il gusto, ma se penso ad altre Belgian Ale luppolate come quelle realizzate da De La Senne, alla XX Bitter di De Ranke o anche alla più "tranquilla" Poperings Hommelbier di Van Eecke, il confronto è davvero improponibile.
Formato: 33 cl., alc. 7%, scad. 05/2017, 2.40 Euro (drink store, Belgio).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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