venerdì 15 aprile 2016

Heineken, Bavaria Holland Premium Beer, Best Bräu Lager Beer, Poretti Tre Luppoli


Le cosiddette birre artigianali o “di qualità” si stanno diffondendo anche nella grande distribuzione, ma gli scaffali dei supermercati sono ancora dominati dalle lager industriali. La principale lamentela sulla “birra artigianale”  è relativa al costo: rispetto ad una industriale il prezzo al litro viene spesso moltiplicato da quattro a sei volte anche nei supermercati. Non intendo mettermi a discutere se valga la pena o no spendere così tanto per mettere nel carrello della spesa una birra buona:  una volta che si è saltata la staccionata che separa industriale da “artigianale” risulta difficile tornare a bere regolarmente birre che hanno tutte più o meno lo stesso scarso sapore.  
Eppure anche i prezzi delle “lager-industriali-tutte-uguali” non sono poi esattamente uguali tra di loro, anche se con frequente rotazione molte di esse si trovano in offerta speciale.  Prendiamo in esame alcune tra le birre più facilmente reperibili sugli scaffali: Heineken, Bavaria Premium Lager, Poretti 3 Luppoli e la Best Bräu del discount. E’ proprio questa la lager più economica, con un prezzo di 0,55 Euro per la lattina da 50 cl. che equivale a 1,10 Euro al litro; per la Bavaria bisogna spendere 1,74 Euro/litro (+58%), per la Poretti 3 Luppoli 2,39 € (+117%) e per la Heineken nella bella lattina cromata 2,78 Euro/litro (+153%). Questa differenza di prezzo è giustificata anche da una maggiore “qualità” (il virgolettato è d’obbligo) o quello che paghiamo in più è solamente il marchio? 
Per scoprirlo ho volutamente assaggiato queste quattro birre “alla cieca” per non farmi influenzare dal loro nome. Per quel che riguarda l’aspetto tutte e quattro sono assolutamente identiche nella loro dorata limpidezza; le uniche lievi differenze riguardano le dimensioni e la persistenza della schiuma, sempre perfettamente bianca e cremosa.  Quella meno generosa è della Poretti, all’estremo opposto si trova la Bavaria che, probabilmente grazie ad una percentuale di frumento dichiarata in etichetta, forma più schiuma che impiega più tempo a dissolversi. Ecco la descrizione delle birre nell’ordine in cui sono capitate negli anonimi bicchieri:

Numero 1:  Heineken.
L’aroma è di bassa intensità ma comunque percepibile: cereali, un accenno di mela verde e un tocco dolce che richiama il miele, o forse il mais. Non c’è molto ma per lo meno quel poco che c’è non presenta profumi sgradevoli. Al palato è ovviamente leggera, con una carbonazione media e la ovvia consistenza palatale acquosa.  Perfetta la corrispondenza tra gusto e aroma con l'identica bassa intensità: cereali e mela verde, mi sembra di sentire anche il dolce del mais anche se la lattina non ne specifica l’utilizzo. L’amaro del finale è appena percepibile solo quando la birra si scalda, mentre a temperatura fredda (ovviamente quella consigliata)  la chiusura è comunque abbastanza secca con il palato che rimane abbastanza rinfrescato e pulito.  Il gusto di questa lager è davvero ridotto ai minimi termini e rasenta il confine con l’acqua, ma personalmente lo vedo come un pregio, anziché un difetto. Svolge la sua funzione dissetante e rinfrescante con dignità, scorrendo senza nessun intralcio; anche l’amaro, che potrebbe risultare poco gradevole a qualche bevitore, viene praticamente azzerato.

Numero 2:  Best Bräu Lager Beer. 
L’intensità dell’aroma è ancora inferiore a quello della birra che l’ha preceduta, rasentando lo zero. Anche quel poco che c’è non è particolarmente gradevole: un ricordi di fiori secchi, un dolcino che richiama il granoturco. Meno bene anche al palato: leggerezza ed acquosità sono ok, mentre mancano un po’ di bollicine a rendere un po’ più vivace lo scorrimento. Molto scarsa anche l’intensità del gusto, ma leggermente superiore alla Heineken: dolcino di mais (o miele?), cereale. La chiusura amaricante, benchè cortissima, è qui maggiormente avvertibile e si porta dietro qualche breve istante poco gradevole e reminescente di plastica/gomma; il gusto è  nel complesso più dolce, la chiusura è meno secca e il palato rimane in compagnia di una lieve patina dolciastra. Ne risulta una birra molto meno dissetante (o più “pesante”,  se preferite) dell’Heineken: in questo la caso la sua intensità più elevata si rivela un boomerang negativo, visto che la gradevolezza non è certo di casa. Non è più prodotta dalla birrificio Castello di Udine ma dalla Hofbräuhaus Vertriebs in Germania.

Numero 3:  Poretti Tre Luppoli
La saga dei numeri Poretti, che ricordo essere è solo il nome della birra e non indica le tipologie di luppolo utilizzate,  è qui ai minimi termini: solo 3. L’aroma è di discreta intensità, se rapportato alle altre: pane e miele, ma il dolce si porta anche dietro un pochino di diacetile che mette fuori la testa quando la birra si scalda. Anche lei è penalizzata da una carbonazione un po’ sottotono che le toglie  vitalità. L’intensità del gusto è sicuramente inferiore a quella dell’aroma ed è paragonabile al livello Heineken; non c’è ovviamente fragranza ma solo una generica sensazione dolce di pane/miele, con un lieve tocco amaricante erbaceo. Il lieve diacetile ne pregiudica tuttavia la secchezza e quindi il potere dissetante: mi sembra "meglio" della Best Brau ma non riesce a rinfrescarmi come la Heineken.

Numero 4: Bavaria Holland Premium Beer
Il naso oltre alla canonica scarsa intensità non è neppure particolarmente gradevole: passabile il cereale, male quella nota di fiori secchi che non trasmette certo freschezza. Il gusto è invece il più intenso tra le quattro lager: fosse buona sarebbe una caratteristica senz'altro apprezzabile, ma in questo caso il risultato non è altro che quello di mettere in risalto gli aspetti negativi di questa birra. Sopportabile la parte dolce (miele, pane, cereali) ma l'amaro finale è un piccolo trionfo di gomma/plastica che, sfortunatamente, appesantisce la bevuta e ne pregiudica la vocazione rinfrescante. E' la più amara delle quattro ma anche la meno dissetante, con il palato che rimane sempre un po' appiccicoso di dolce: ci è voluto un sorso di acqua Heineken per ripulirlo. La sensazione palatale è invece nella norma, con la giusta quantità di bollicine.

Le conclusioni.
Non sono birre di qualità o artigianali, quindi le mie considerazioni si adattano al contesto cercando di analizzarle con obiettività; sarebbe troppo facile liquidarle tutte con un "fanno schifo", ma nessuno è nato bevendo "birra artigianale", tutti siamo partiti bevendo birre industriali e abbiamo continuato a farlo per diversi anni con piacere. Inutile quindi scandalizzarsi se c'è chi continua a berle o se c'è chi trova invece disgustoso una birra "artigianale" che sa di pompelmo o di aghi di pino o di yogurt andato a male. 
Parto dal presupposto che una lager debba sopratutto rinfrescare e dissetare chi la beve: un risultato che si può ottenere anche con l'acqua, certo, ma la birra offre quella leggera ebbrezza ed euforia che l'acqua non può dare. Il primissimo sorso di birra fresca, in una calda giornata estiva,  ha sempre quell'effetto "magico" sul palato, anche se la birra è industriale e dopo alcuni sorsi risulta praticamente insapore.  Con questi presupposti, darei la mia "preferenza" alla Heineken; delle quattro birre è quella più "pulita" e priva di difetti o sgradevolezze. Il merito va sicuramente alla bassissima intensità del gusto, elemento strategico per evitare le brutte sorprese derivanti dalla necessità di produrre a basso costo: ma è anche quella più secca e quindi quella che offre maggior refrigerio. All'estremo opposto metterei la Bavaria, la cui "intensità" (il virgolettato è sempre obbligatorio) è inversamente proporzionale alla sua piacevolezza: meglio la Best Bräu, che ha oltretutto un costo anche minore. Al di là del nome, di luppolo non c'è ovviamente traccia nella Poretti, che come gradevolezza ho trovato leggermente migliore della Best Bräu, ma costa al litro il 117% in più. L'Heineken è anche la più cara tra le quattro lager, arrivando a costare il 153% in più della Best Bräu del discount: stiamo parlando di poco più un Euro per una lattina da 50 cl., cifre ormai sconosciute a chi in Italia è ormai stato contagiato dalla passione per la birra di qualità o artigianale.  

Nel dettaglio:
Heineken, formato 50 cl., alc.  5,0%, lotto 5218380BG, scad. 01/08/2016, 1.39 Euro
Bavaria Holland Premium, 50 cl., alc. 5,0%, lotto BZN940805L, scad. 01/05/2017, 0.87 Euro
Best Bräu Lager Beer, 50 cl., alc. 4,8%, lotto 21K4 22:19, scad. 01/12/2016, 0.55 Euro
Poretti Tre Luppoli, 33 cl., alc. 4,8%, lotto J151619D, scad. 01/09/2016,  0.80 Euro

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

2 commenti:

  1. Come "birre commerciali" quelle che preferisco sono la FORST e la Menabrea. Fino a qualche anno fa nemmeno si trovavano qua dalle mie parti. 2 estati fa ho visitato il birrificio FORST (che tra l'altro produce anche alcuni lotti di Menabrea data l'alta richiesta degli ultimi anni) e sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla professionalità, pulizia e puntigliosità nella loro gestione.
    Quello che si nota nelle produzioni di queste due aziende è che non sono semplice acqua gialla con le bollicine, ma hanno del carattere di luppolo e malto che esce, ma nel complesso rimangono molto "alla portata di tutti" senza diventare mai eccessivi.
    Forse è il costo a tagliare fuori queste due birre da questa "gara al risparmio", ma dovessi organizzare una grigliata con gli amici forse sono proprio queste che punterei piuttosto che delle scialbe Heineken (che comunque apprezzo piu' rispetto alle varie Moretti, Peroni ecc).

    Complimenti per questo "fuori dagli schemi", eravamo abituati ad avere ogni giorno una nuova birra artigianale, ci sta cambiare e svariare (e ci sta che ti sei bevuto 4 pessime birre da 66 ahaha).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Forst Menabrea e altre lager da supermercato saranno presto oggetto di una nuova "cieca".

      La pulizia e la professionalità che hai trovato visitando Forst non mi sorprende, credo sia la stessa che regna in ogni birrificio industriale nei quali c'è un rigoroso controllo qualità.

      Elimina