martedì 5 aprile 2016

HOMEBREWED! Postino Brewery: Vino d’Orzo del Ciullo

Eccoci ad un nuovo appuntamento con la rubrica HOMEBREWED!, dedicata alle vostre produzioni casalinghe. Si tratta di un gradito ritorno, quello dell’homebrewer Giancarlo Maccini alias "Gianpostino”, di Solignano (Parma) che ha avuto l’onore e l’onere d’inaugurare proprio questo spazio dedicato all’homebrewing nell’ottobre 2014, partecipando poi con altre sei birre. 
Giancarlo si dedica all’homebrewing da ormai da sei anni, è socio MoBi e della London Amateurs Brewers per il periodo che si trova a trascorrere in Inghilterra. E proprio dalla collaborazione con un collega homebrewer inglese è nata la birra è “misteriosa” di oggi: non ho a disposizione dati tecnici ed ingredienti utilizzati, so solo che si tratta di un Barley Wine (9.5% ABV) chiamato “Vino d’Orzo del Ciullo”, quest’ultima una forma dialettale che se non erro significa “fanciullo, ragazzo”.  La primavera è iniziata e, prima che il caldo diventi un ostacolo, ho pensato di stappare questa birra che ho conservato in cantina per quasi diciotto mesi; ignoro però la data della sua messa in bottiglia.
Il suo colore è un bell’ambrato molto carico con intensi riflessi rosso rubino; la schiuma color ocra/crema appare piuttosto generosa ed è molto compatta e cremosa, mantenendo un’ottima persistenza nel bicchiere. L’aroma non è particolarmente intenso ma, nella sua semplicità e pulizia, permette d’apprezzare i profumi di toffee, mela al forno, frutta secca, qualche reminescenza di miele di castagno.  Semplicità e rigore sembrano essere le parole d’ordine anche al palato con il gusto che ricalca – sebbene con maggior intensità – i passi dell’aroma.
La dolcezza di caramello e biscotto è accompagnata da accenni di ciliegia sciroppata e albicocca disidratata, con un’ottima attenuazione che  contribuisce a rendere questo “vino d’orzo” dolce ma sostanzialmente bilanciato e mai stucchevole.  La chiusura indugia per un attimo sull’amaro terroso e di frutta secca per poi liberare un retrogusto dolce e caldo, dove l’alcool è lasciato un po’ da solo senza essere affiancato dalla presenza di frutta sotto spirito che avrebbe maggiormente valorizzato il finale, secondo la mia opinione. 
Non ci sono difetti, la birra è abbastanza pulita ma mi è sembrata un po’ scolastica e “fredda”, se mi passate il controsenso, pur nella sua importante gradazione alcolica. Il livello complessivo è buono ma personalmente sento la mancanza di complessità e personalità: i primi sorsi mi hanno riscaldato, un pezzetto di cioccolato fondente mi ha aiutato a proseguire un altro po’ ma poi la bevuta ha perso progressivamente interesse battendo sempre sugli stessi (pochi) tasti. Le basi ci sono, si tratta ora di lavorare per aggiungere un po’ di eleganza e soprattutto di personalità ad una birra che possa diventare un’emozionante compagna da dopocena. Lascio come al solito la valutazione secondo scala BJCP e ringrazio di nuovo Giancarlo per avermi fatto assaggiare la sua birra.
Totale 33/50 (Aroma 6/12, Aspetto 3/3, Gusto 13/20, Mouthfeel 4/5, Impressione generale 7/10).

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