venerdì 1 aprile 2016

Toppling Goliath Golden Nugget IPA

A solo qualche giorno di distanza dalla PseudoSue ripropongo un’altra birra di Toppling Goliath, interessantissimo birrificio di Decorah, Iowa, presentatovi in questa occasione; le birre luppolate vanno bevute fresche, freschissime e quindi non c'è tempo da perdere.  Dopo una delle Pale Ale più apprezzate sul continente a stelle e strisce è la volta di una India Pale Ale chiamata Golden Nugget. 
Il nome fa riferimento a due degli ingredienti utilizzati: il malto Golden Promise, che da quanto ho capito sarebbe la versione scozzese del Maris Otter, ed il luppolo Nugget. Quest’ultimo fu sviluppato dalla USDA (il Dipartimento dell'Agricoltura americano)  negli anni ’70 e commercializzato nel 1982:  venne ottenuto incrociando altre due varietà sperimentali, la USDA 65009 e la USDA 63015M, che nel proprio pedigree annoverano Brewers Gold, Early Green, Canterbury Golding  ed alcune varietà tedesche. Il Nugget, utilizzato principalmente per l’amaro, è una delle varietà più coltivate in Oregon e, negli anni ’90, costitutiva ben il 14% di tutta la produzione americana. 
Nonostante il nome scelto, non si comunque tratta di una IPA “single malt” e “single hop”: il Nugget dovrebbe essere affiancato da Warrior, Simcoe, Amarillo e Cascade, ma il condizionale è d’obbligo visto che non sono riuscito a verificare la veridicità della fonte. La Golden Nugget viene lanciata nel 2011 e, secondo le parole del proprietario Clark Lewey, è la birra che ha fatto scoprire l’amaro alla gente dell’Iowa. Nacque quasi per caso, quando un cliente del birrificio aveva acquistato una casa nel cui giardino crescevano delle piante di luppolo; i fiori vennero portati al birrificio ed utilizzati per realizzare una IPA molto amara che fu poi rielaborata dal birraio  Mike Saboe nella versione attuale.

La birra.
L’etichetta della bottiglia e la lattina quasi “scoppiano” di verde anticipando quanto arriverà poi nel bicchiere; anche questa lattina, come quella di PseudoSuse, non viene prodotta in Iowa ma presso gli impianti della Brew Hub in Florida. 
Il suo colore si colloca tra l’arancio ed il dorato carico, leggermente velato; la schiuma leggermente biancastra non è impeccabile, è un po’ grossolana ma ha comunque una buona persistenza.  Quattro i mesi passati dalla messa in lattina e l’aroma tiene ancora abbastanza bene anche se l’intensità non è esplosiva: pulito ed elegante, mette soprattutto in mostra le note resinose e di aghi di pino, il lieve carattere “dank” accompagnato in sottofondo da scorza d’agrumi e da note più dolci di polpa d’arancio, pompelmo rosa, passion fruit e papaia. Il gusto parte da queste fondamenta, da un sottofondo biscottato che sfuma subito nel leggero dolce della frutta tropicale: la loro è una presenza necessaria quanto basta per supportare l’amaro che è il vero protagonista di questa Golden Nugget. La bevuta si tinge subito delle verdi note dell’etichetta che non l’abbandonano più: resina e  “dank”, sfumature vegetali, un accenno zesty per un amaro intenso e muscoloso che mantiene sempre una bella eleganza senza raschiare o risultare troppo noioso. La chiusura è secca, solo un breve attimo di tregua prima di un lungo retrogusto che continua a diffondere amaro in modo intenso ad appagare qualsiasi “malato di luppolo”.
IPA pulitissima, dalla freschezza ancora accettabile, che sceglie di privilegiare la strada dell’amaro anziché quella più ruffiana della frutta: almeno questo è quanto osservo dalla lattina in questione, impossibile per me sapere come fosse la birra quattro mesi fa. Il livello non è sicuramente quello della PseudoSue, ma il confronto ha poco senso in quanto questa è una birra progettata con altri intenti, più bellicosi: ha un fardello considerevole di luppolo da portare a destinazione e lo fa con classe. Anche qui, siamo molto in alto. 
Formato: 47.3 cl., alc. 6.8%, IBU 56, imbott. 04/12/2015 10:45.

NOTA:  la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

3 commenti:

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  2. Salve , ma le birre di questo birrificio americano si riescono a trovare in italia

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    1. Mi dicono che qualcosina sta per arrivare anche da noi. Non so chi le importa però.
      In alternativa ci sono beershop all'estero.

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