Del birrificio di Leeds North Brewing Co. vi avevo già parlato qualche tempo fa. Si tratta di un progetto collegato al North Bar, primo locale a servire birra artigianale a Leeds facendosi poi conoscere in tutta l’Inghilterra: è al North che si sono spillati i primi fusti arrivati in Inghilterra di Sierra Nevada e Brooklyn Brewery. I fondatori John Gyngell e Christian Townsley erano a quel tempo due studenti universitari stanchi di non trovare nulla di buono da bere nella loro città. Nel 1997 riuscirono a racimolare le risorse economiche necessarie per aprire un piccolo bar nella periferia a nord di Leeds: nel decennio successivo inaugurarono altre sette filiali. Il successo non fu però immediato: “ci mettevamo a sedere davanti alla finestra del bar per far credere a chi passava di lì che era pieno di gente”! Belgio e Germania furono le nazioni maggiormente rappresentate prima dell’arrivo della birra artigianale americana e, poco dopo di quella inglese, soprattutto BrewDog e Magic Rock.
L’apertura di nuovi locali ha fatto slittare di un decennio l’idea di aprire anche un birrificio: “eravamo coinvolti a pieno nel business della craft beer ma non avevamo le conoscenze necessarie per produrla”. Seb Brink era un insegnante di musica nelle scuole di Leeds, un cliente affezionato del bar North ed anche titolare di una beerfirm chiamata Golden Owl: fu lui il birraio scelto a guidare l’impianto da 17 ettolitri entrato in funzione nel 2015. Ad aiutarlo arrivò Darius Darwel, proveniente dalla Bristol Beer Factory.
“Volevamo iniziare con una Brown Ale – ricorda Townsley – per rispettare la tradizione del nord-est inglese e perché è uno stile che adoro. Ma abbiamo sempre fatto fatica a venderle nei nostri bar: essendo costantemente a contatto con i clienti sapevamo benissimo quello che la gente voleva bere”. North Brewing debutta quindi con la Transmission IPA, una West Coast che strizza un po’ l’occhio alla costa orientale: “nel 2015 avevo solo sentito parlare di New England sui blog degli homebrewers. In quel periodo la maggior parte delle IPA fatte in Inghilterra erano troppo amare, era in corso la battaglia delle IBU senza prestare molta attenzione al profilo aromatico. Così decidemmo di fare una IPA che fosse un po’ influenzata da quello che leggevo sui blog americani”.
“Birre succose con quintali di luppolo" è l'obiettivo dichiarato di North Brewing che cavalca quelle che sono le ultime tendenze del mercato. O, per dirla con un aggettivo inquietante, birre “Instagrammabili”. Le novità annunciate in aprile non lasciano dubbi in proposito: Triple Fruited, una torbida Gose con lamponi e guava prodotta in collaborazione con Browar Stu Mostow; Sour IPA con mirtilli e pesche in collaborazione con gli inglesi di Boxcar; North X Jakobsland, una Double NEIPA con gli spagnoli di Jakobsland che utilizza lattosio e avena.
La birra.
Ad inizio aprile vengono annunciate anche due nuove versioni di Transmission, la IPA della casa. Mentre la “Tall Boys” è la stessa birra ma nel più ampio e modaiolo formato da 44 centilitri, la DDH Transmission introduce l’altrettanto modaiolo processo del Double Dry Hopping. La birra debutta in contemporanea alla taproom di North e all’Hop City Festival di Leeds. Vediamola.
Visivamente ricorda un torbido succo d'arancia, la schiuma fa quel che può: scomposta, un po' grossolana, poco persistente. L'aroma però è davvero notevole: oltre alla componente juicy ci sono pulizia ed eleganza. Mango, ananas, mandarino, cedro, melone bianco, passion fruit compongono uno spettro ampio e abbastanza intenso. Al palato paga un po' il prezzo della modernità: è morbida ma un po' chewy ed ingombrante, scorrendo con ritmo compassato. Le ottime premesse trovano seguito al palato con un gusto altrettanto succoso ma non privo di eleganza. Il dolce del tropicale sfuma progressivamente nell'amaro del pompelmo che viene poi rafforzata da note pungenti note resinose. Il finale è molto secco, l'alcool (6.9%) è quasi inesistente e il risultato è per me assolutamente convincente. Pochi spigoli, pulizia, intensità ed equilibrio: il carattere fruttato è dominante ma non sconfina in inutili eccessi che spesso provocano più dolori che gioie. Un bell'incontro tra le due coste americane, realizzato con intelligenza e buona mano: zero hype, tanta sostanza e un bel passo in avanti rispetto alla Transmission che avevo assaggiato un paio di anni fa.
Formato 44 cl., alc. 6.9%, imbott. 11/04/2019, scad. 11/10/2019, prezzo indicative 7.00-8.00 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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