martedì 20 gennaio 2015

St. Austell Big Job

Ritorna dopo qualche anno di assenza  St. Austell, birrificio che si trova in Cornovaglia ed è dal 1863 ancora di proprietà dei discendenti del fondatore Walter Hicks.  Nonostante la sua birra più venduta continui ad essere una bitter chiamata Tribute, negli ultimi anni il birrificio ha saputo aprirsi alle tendenze dettate dal cosiddetto movimento craft.  
La presenza di una India Pale Ale (o di una American Pale Ale, a seconda di dove si voglia incasellarla) non è di certo una novità: nasce nel 2005 la Proper Job, presentata al Celtic Beer Festival organizzato dal birrificio e così chiamata in onore del Trentaduesimo Reggimento della Cornovaglia, premiato dalla Regina Vittoria per aver eseguito un “lavoro ad arte” (“Proper Job”) durante i moti indiani del 1857. La Proper Job è stata poi rinominata Cornish IPA per la distribuzione presso i negozi di Marks & Spencer, ed ha visto nascere una sorella “scura” (la Proper Black IPA) e una sorella “maggiore”, chiamata Big Job.   
La compongono malti Maris Otter, Lager e frumento maltato, luppolatura affidata a Nugget, Centennial, Citra e Cascade, mentre la Proper Job utilizza Cascade, Chinook,  Willmette ed il solo Maris Otter; il contenuto alcolico del debutto (8.5%) è stato attualmente ridotto a 7.2%. 
Riempie il bicchiere di un colore tra il dorato e l’arancio, velato, con un cappello di schiuma fine e cremosa ma non molto persistente. Ancora fresco, elegante ed abbastanza variegato l’aroma: accanto a profumi di fiori bianchi (gelsomino?) ci sono quelli del cedro, del pompelmo e del mandarino, della pesca bianca e del melone bianco. 
Una birra che sembra annunciare il suo elevato potere dissetante sin dal naso:  la freschezza si ritrova anche in bocca, in una sorta di cocktail  di frutta dove dominano gli agrumi, soprattutto quelli a buccia gialla, bilanciati da qualche sfumatura di polpa d’arancio. Il gusto è quasi sciropposo, ma la sua freschezza lo mantiene ancora pungente e lontano da qualsiasi rischio di ”effetto marmellata”. Sorregge l’abbondante luppolatura una base maltata di pane e lieve biscotto mentre l’alcool, davvero ben nascosto, consente un ritmo di bevuta elevato: ottima anche la sensazione palatale: poche bollicine, corpo medio, consistenza acquosa quanto basta per (s)correre senza dare l’impressione  di fuggire via. La chiusura è molto secca, con un amaro spiccatamente zesty, pulito e moderatamente intenso; ben lontana da estremismi amari (resinosi) o etilici, Big Job è una Double IPA agrumatissima che viaggia un po’ sul bordo della spremuta d’agrumi, ma che risulta una bevuta molto appagante e rinfrescante, particolarmente adatta ai mesi più caldi dell’anno. Siamo ancora in pieno inverno, ma prendetela in considerazione se volete già abbozzare una lista degli acquisti per la prossima estate.    
Formato: 50 cl., alc. 7.2%, lotto 14195 21:14, scad. 14/07/2015, pagata 3.07 Euro (food store, Germania)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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