domenica 15 novembre 2015

De Dolle Dulle Teve

Non ci si deve aggrappare  a  troppe certezze o chiamare in causa la "normalità" quando si ha a che fare con il birrificio belga De Dolle guidato dall'eclettico Kris Herteleer. Si narra così che all'origine dell'originale nome di questa birra ci fosse un'amichevole conversazione tra Kris e il proprietario di un café-ristorante di Bruges, nel corso della quale stavano discutendo la ricetta di una nuova birra. L'incontro si prolungò più del previsto e la moglie del proprietario iniziò a tempestarlo di telefonate affinché tornasse a casa. Quando lui apostrofò  al telefono la moglie chiamandola "Dulle Teve" (espressione dialettale delle fiandre occidentali che corrisponde più o meno a "cagna/puttana pazza/furiosa"), Kris Hertleer esclamò di aver trovato il nome per la birra che stava per nascere.  L'etichetta, una delle poche non disegnate da Hertleer, viene realizzata dall'artista di Bruges Peter Six; al collo della bottiglia gli improbabili papillon che il birraio "pazzo" spesso indossa.
La Dulle Teve debutta nel 1993 e viene oggi prodotta - tra l'altro - con luppolo EK Goldings e zucchero candito. Il nome scelto ("Mad Bitch" ) ha ovviamente creato qualche problemino per l'esportazione negli Stati Uniti, dove è stata semplicemente rinominata "Triple".
Nel bicchiere si presenta di colore arancio opalescente con sfumature dorate e piccole particelle di lievito in sospensione; la bianca schiuma è esuberante e compatta, cremosissima, molto persistente.  Il naso porta in dote fiori bianchi, profumi di mela al forno, miele, canditi, marzapane, frutta a pasta gialla, pera e una suggestione di ananas, zucchero candito.
Guardando l'etichetta saresti portato a pensare d'avere nel bicchiere una "stronza", una "cagna" che abbia per morderti, ma non c'è niente di più errato. L'inizio è quasi carezzevole, con un freschezza di frutta (arancia, pesca e mango, mela) quasi inconcepibile per una birra che dichiara 10 gradi alcolici in percentuale. Il gusto è ricco e dolce di pane, miele, un tocco biscottato, canditi: l'alcool inizia nascondendosi per poi iniziare una splendida progressione, in un morbido crescendo che lo porta prima a stemperare il dolce e poi a diventare un delicato ma intenso protagonista del retrogusto, ricco di frutta sotto spirito. Non vi è praticamente traccia evidente d'amaro, eppure la birra riesce a non essere assolutamente troppo dolce grazie ad una superba attenuazione. La bevibilità (10%!) è quasi criminale, le bollicine sono inizialmente un po' in eccesso ma basta lasciarle evaporare un po' per poter godere di quell'ingresso in bocca quasi cremoso che ti porta inizialmente a credere di avere nel bicchiere quasi una "session beer".
Dalle Teve è una stupenda Tripel, che ti saluta con una carezza per poi mandarti al tappeto alla fine del bicchiere, come solo una "Mad Bitch" saprebbe fare. Lotto (scad APR2017) in stato di grazia, non fatevi scappare la bottiglia se l'adocchiate in giro.
Formato: 33 cl., alc. 10%, IBU 30, scad. 04/2017, 2.20 Euro (drink store, Belgio).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

2 commenti:

  1. Provata ieri al Mosaik (Catania).... semplicemente fantastica! Non ho resistito a nn portare la bottiglia a casa per ricordo... Grazie Fabio per l'ottimo consiglio ;)

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