venerdì 20 novembre 2015

HOMEBREWED! With a little help from my friend

Eccoci ad un nuovo appuntamento con “Homebrewed!”, dedicato alla vostre produzioni casalinghe. Oggi è il debutto di Vincenzo Messineo dalla provincia di Avellino che da poco più di due anni si dedica con passione a produrre la birra in casa; Vincenzo non è solo homebrewer ma anche un birrofilo entusiasta che ammette di organizzare le proprie ferie ed il proprio tempo libero con viaggi o serate sempre a tema birrario. L’homebrewing lo ha contagiato dopo aver assaggiato una produzione casalinga di un amico e la sua seconda passione è la cucina, ovviamente da abbinare ad una buona birra.
Quella di oggi è una Russian Imperial Stout generosamente luppolata; Vincenzo mi ha confidato di essersi "vagamente" ispirato alla Export India Porter di The Kernel depurata - aggiungerei io - della sua componente più dolce. La compongono malti Pale Ale, Aromatic, Crystal e Caramunich, Roasted e Carafa, un tocco di fiocchi d'orzo; luppoli Admiral e Northdown per l'amaro, Chinook da aroma e lievito US-05 completano la ricetta per una OG di 1092.  Il nome dato alla birra, deciso proprio al momento di spedirla, è un With A Little Help from my Friend di Beatlesiana memoria che m trova perfettamente d'accordo. Si riferisce al conforto che una buona Imperial Stout può darti alla fine di una lunga giornata di lavoro, rassicurante ed incoraggiante tanto quanto l'abbraccio o la pacca sulla spalla da parte di un amico. La birra non ha etichetta ma - hey! - siamo qui per la sostanza, non per la forma.
Assolutamente nera, forma un bellissimo cappello di schiuma beige bianca e cremosa, dall'ottima persistenza. Il suo bel "vestito", goloso, contrasta però con l'aroma che quasi assente: bisogna davvero concentrarsi per estrarre qualche remoto ricordo di orzo tostato e cioccolato al latte, ma quello che emerge soprattutto è un odore strano e non esattamente gradevole, che ho annusato per diversi minuti senza riuscire a dargli un nome preciso. Alla meglio mi ha ricordato il pudding inglese.
Molto buona la sensazione palatale, con una discreta cremosità che arriva subito l'ingresso in bocca "watery"; il corpo è medio e la carbonazione è bassa: la scelta in fase di ricetta era chiaramente di realizzare una Imperial Stout morbida ma scorrevole, senza scivolare nel territorio "catramoso" tipico della scuola scandinava. Il gusto è volutamente privo di fronzoli ed orpelli e va dritto al sodo: tostature, caffè e l'amaro resinoso dei luppoli dominano la scena, con un leggerissimo sottofondo dolce di caramello e di frutta a supporto. Bene il finale, dove un bel calore etilico avvolge ed amalgama in modo convincente resina, caffè e tostature con un buon livello di pulizia e di eleganza. Purtroppo ogni tanto anche in bocca fa capolino quello che all'aroma ho definito come "pudding", sporcando un po' la birra e diminuendo un po' la gradevolezza complessiva della bevuta. E' comunque una Imperial Stout solida che si beve senza grosse difficoltà nonostante la gradazione alcolica di tutto rispetto; eliminato il difetto "pudding", nel bicchiere si trova un'intensa compagna da sorseggiare nei mesi meno caldi dell'anno.
Questa la  valutazione su scala BJCP:  32/50 (Aroma 5/12, Aspetto 3/3, Gusto 13/20, Mouthfeel 4/5, impressione generale 7/10). 
Ringrazio Vincenzo per avermi spedito e fatto assaggiare la sua birra, e vi do appuntamento alla prossima "puntata" di Homebrewed! E ricordate che la rubrica è aperta  a tutti i volenterosi homebrewers!  
Formato: 33 cl., alc. 9.2%, IBU 70, OG 1092, imbott. 11/05/2015.

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