giovedì 17 novembre 2011

Cigar City Jai Alai IPA

Dopo la sfortunata bottiglia di Cedar Aged IPA della quale abbiamo parlato qui, abbiamo una "standard" Jai Alai IPA del birrificio americano Cigar City che si trova a Tampa, in Florida, cittadina dall'anima latina ed ovviamente famosa per la produzione di sigari. Ma Tampa è anche la prima città della Florida dove nacque un birrificio, chiamato Florida Brewing Company, aperto nel 1896 e chiuso nel 1961. Al momento dell'apertura, il birrificio era l'edificio più alto e più imponente di tutta la città. La Cigar City Brewing fu invece fondata nel 2008 da Joey Redner, un passato prima da publican, poi da homebrewer, nonchè da cronista "brassicolo" su alcune riviste locali. Joey gestisce gli aspetti strutturali e commerciali del birrificio, mentre in sala cottura c'è Wayne Wambles, anche lui un ex homebrewer ma con già esperienze professionali in altri birrifici. La Cigar City si caratterizza per un'offerta brassicola abbastanza variegata, composta di sole due birre regolari e molte altre stagionali, barricate o celebrative, quasi tutte con una gradazione alcolica superiore ai 7 gradi. Non fa eccezione neppure la Jai Alai IPA, una delle due birre "permanenti"; il nome deriva dall'omonimo gioco originario dei Paesi Baschi; vi rimandiamo a questa pagina di Wikipedia se volete avere un'idea di cosa si tratta. La birra, invece, è di un limpido color rame. Schiuma molto persistente, a trama fine e quasi pannosa, color ocra. Al naso leggeri sentori di aghi di pino, ma soprattutto resina e profumi vegetali. Ci sono note fruttate (polpa di arancio e di pompelmo), caramello; aroma non freschissimo ma accettabile per una birra che arriva da "lontano" e che andrebbe bevuta appena pronta, se possibile. Il corpo è da medio a pieno, ed è mediamente carbonata. In bocca è abbastanza morbida e rotonda; la base di malto caramello e toffee è solida, bilanciata da un amaro vegetale ed erbaceo. L'alcool si fa notare, rendendola una IPA sicuramente non da bere a secchiate. Pulito e intenso anche il retrogusto, amaro, vegetale, con una nota alcolica a lasciare un caldo ricordo. Una IPA solida e molto ben bilanciata, ma non tra le migliori americane bevute; sempre difficile giudicare appropriatamente queste birre che di solito non riportano nessuna indicazione nè del lotto di produzione nè della scadenza. Restiamo con il dubbio irrisolto: è una bottiglia con già diversa vita alle spalle, o è proprio così ? Formato: 35.5 cl., alc. 7.5%, 70 IBU, lotto e scadenza sconosciuti, prezzo 5.30 Euro.

________________
english summary:
Brewery: Cigar City Brewing, Tampa, FL, USA.
Appearance: clear copper color with a big lasting frothy off-white head. Aroma: light piney, but mostly resin and herbal hops. Hints of sweet fruit (orange and grapefruit pulp), caramel. Mouthfeel: medium-full body, medium carbonation, quite smooth and rounded to the palate. Taste: solid caramel and toffee malty backbone. Bitterness is resinous and grassy. Clean and deep bitter grassy aftertaste, with a warm alcoholic touch. Overall: a well balanced IPA, with obviously not a crisp aroma. It has a fairly good drinkability but this is sure not a session beer. Just a good American IPA, not amongst the best we tried. Bottle: 35.5 cl., 7.5% ABV, 70 IBUs, 5.30 Euro.

4 commenti:

  1. Bevuta l'altro ieri. Più o meno abbiamo avuto le stesse impressioni. solo nel mio caso un preoccupante inizio di caramello/nocciola è svanito in un sapore più resinoso. Non ho percepito un grado alcolico importante, la birra è bevibile ma forse non piacevole.
    Sicuramente non sono freschissime, però, Secondo me, non è una gran birrone in generale.

    RispondiElimina
  2. Questa mancanza delle indicazioni del lotto di produzione e delle scadenza sulla maggior parte delle artigianali americane è abbastanza curiosa, di solito loro sono molto attenti a queste cose. Pensavo fosse un'anomalia di quelle che vengono esportate, ma invece manca anche nelle bottiglie "domestiche".
    Sarebbe un diritto del consumatore sapere da quanto è stata imbottigliata, e valutare l'acquisto di conseguenza.
    Comunque sì, la Jai Alai non è come dici tu un gran birrone.

    RispondiElimina
  3. La data di produzione è stampata sul cartone e risale al 26 Luglio 2011. Io l'ho bevuta appena arrivata, mi sembra la seconda metà di Settembre e l'ho trovata ben fatta, anche se un un pò troppo maltona per i miei gusti.
    Ciao Gianluca.

    RispondiElimina
  4. Su beeradvocate avevano segnalato un ottimo sito dove per ogni produttore craft americano veniva indicato dove cercare il lotto produttivo.
    In alcuni casi si trova nel cartone (questo caso), altre sul collo della bottiglia scritto quasi in maniera invisibile. Spesso le sigle numeriche indicano un codice più che una vera data.

    In alcuni casi, come la rogue, non c'è alcun modo di scoprire la data d'imbottigliamento.

    Purtroppo non trovo più il link :|

    RispondiElimina