giovedì 22 gennaio 2015

A Magara Magarìa

Con un po’ di ritardo rispetto al resto della penisola, anche le regioni del sud Italia hanno finalmente visto crescere il numero di birrifici  (e beerfirm), nonché di locali con una buona offerta della cosiddetta “birra artigianale”;  la limitata e difficile reperibilità al centro-nord costituiscono ancora il principale ostacolo alla loro diffusione, ed è spesso solo grazie a qualche evento speciale che chi abita lontano riesce ad assaggiarle. Grazie all’ultimo Salone del Gusto di Torino sono riuscito ad acquistare una bottiglia del giovanissimo birrificio calabrese 'A Magara. Nato ad inizio 2014, ed inaugurato ufficialmente a marzo, ha sede a Nocera Terinese (CZ) e dietro le quinte vede l’operato dei fratelli Marco e Federico Ferrini con le rispettive compagne (Asun Yanutolo e, Nicoletta Ziosi), già proprietari dell’Azienda Agricola Fangiano e dell’agriturismo Calabrialcubo, affiancati dal birraio Eraldo Corti, titolare anche del beershop con cucina Nabbirra di  Cosenza ed ex-homebrewer già passato nel mondo dei professionisti con la sua birra Riuli, prodotta se non erro presso gli impianti del birrificio Aeffe. 
Le magare sono figure della tradizione popolare calabrese che si potrebbero a grandi linee far coincidere con le streghe o le fattucchiere: coerentemente con il nome scelto, è viene utilizzato il dominio  AlchimiaCalabra.it come sito internet del birrificio: le magare sono anche le stilizzate protagoniste delle etichette.  Al momento credo siano quattro le birre in produzione, tutte ad alta fermentazione:  una (sweet?) saison chiamata Trupija, una Pale Ale chiamata Jumara, la Hefeweizen Trilla e le robust porter Magarìa che, nelle recente  Guida alle Birre Slow Food 2015 è già stata insignita del riconoscimento di "Grande birra".   
Eccola dunque nel bicchiere, di colore marrone scurissimo; la schiuma, abbastanza generosa, è compatta e fine, abbastanza cremosa ed ha una discreta persistenza. Robust Porter dice l’etichetta, ma in realtà si potrebbe tranquillamente aggiungere l’aggettivo “smoked”, visto che è l’affumicato a dare il benvenuto a chi avvicina il naso al bicchiere. Il profumo è “grasso”, per intenderci quello di pancetta o carne affumicata, accompagnato da sentori più lievi di nocciola, di cenere, caramello e pane tostato; c’è anche una discreta luppolatura che fa capolino, regalando delle sfumature di pompelmo.  Abbastanza bene la pulizia, discreta l’intensità, preludio ad un gusto che prosegue nella stessa direzione dell’aroma offrendo tostature, affumicato, caramello e pompelmo, con qualche leggera nota di caffè (e la sua acidità) a snellire la bevuta che procede molto facile e scorrevole. Il corpo è tra il medio e leggero, le bollicine sono poche, la chiusura è abbastanza amara di caffè e di tostature, con una lieve presenza di cenere ed una delicata luppolatura (pompelmo, terra) a chiudere il cerchio. Birrificio molto giovane ma che realizza una porter gradevole e facile da bere senza sacrificarne l’intensità: gli aromi ed i sapori sono quelli giusti, si può ancora migliorare per quel che riguarda l’eleganza e la pulizia, ma la partenza è avvenuta con il piede giusto. 
Formato: 75 cl., alc. 5.5%, lotto 11/14, scad. 31/12/2015, pagata 7.00 Euro (birrificio).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

2 commenti:

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  2. Grazie per il rimando al blog.
    Segnalo che il birrificio ha aggiunto una rivisitazione della vecchia ricetta della Riulì - stesso naming - una IPA chiamata 'mericana, mentre è appena nata una Imperial Porter. Presto dovrebbe arrivare anche qualche barricata.

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