Si potrebbe dire “novità” Toccalmatto non fosse che le birre collaborative sono ormai all’ordine del giorno per il birrificio guidato da Bruno Carilli. Quella di oggi nasce dall’incontro con gli svedesi della Dugges Ale & Porterbryggeri, che abbiamo già incontrato in un paio di occasioni, qui e qui.
Lo scorso febbraio 2015 (ma il lotto in etichetta fa pensare ad una produzione di dicembre 2014) Toccalmatto annuncia che gli svedesi si trovano in Italia la presentazione delle loro birre in alcuni locali italiani e per l’occasione si recano anche a Fidenza per realizzare una birra a quattro mani. Al già vasto portafoglio di Dugges s’aggiunge una nuova collaborazione a quelle già fatte con Stillwater, All In Brewing, Beerbibliotek, Crooked Moon, Kissmeyer, Nogne O, Amager e sicuramente ne avrò dimenticata qualcuna.
La birra Toccalmatto/Dugges è destinata ad essere pronta per la tarda primavera e la scelta cade su una saison che viene arricchita da una generosa quantità di albicocche e chiamata Sweet Insanity; sulla provenienza delle albicocche ben al di fuori della loro stagione di raccolta, non ho informazioni. Sud America, probabilmente ?
Nel bicchiere si presenta di color arancio opalescente con una modesta testa di schiuma biancastra, poco persistente. Al naso c’è pulizia ed una buona intensità composta per la maggior parte da frutta: oltre all’attesa albicocca avverto sentori di pesca gialla e di uva bianca, floreali, zuccherini e una leggera presenza nota lattica.
Il percorso in bocca inizia con un buon equilibrio tra le note dolci (miele, pesca gialla, accenno di frutta tropicale) e quelle aspre di uva spina, albicocca acerba, limone; l’intensità di asprezza e acidità va poi aumentando nel corso della bevuta, rendendo questa saison secca e particolarmente dissetante. Ne risulta una birra piuttosto "sour" con un finale leggermente amaro e lattico che nel complesso mi ha un po’ ricordato diverse “farmhouse ales” acide americane che vanno piuttosto di moda in questo periodo: Crooked Stave, Almanac, Prairie o Against the Grain, tanto per citare le prime che mi vengono in mente. Qui non vi è però la stessa eleganza, ed anche la pulizia (da non confondere con il cosiddetto “carattere rustico”) al palato potrebbe essere migliore: abbonda invece la componente fruttata, l’alcool (7%) è nascosto davvero in maniera impressionante, la funzione “rinfrescante” è svolta in maniera eccellente. Una collaborazione interessante e abbastanza ben riuscita, benché forse non memorabile, che in un certo senso potrebbe costituire un'anteprima di un filone sul quale il birrificio emiliano ha dichiarato di volersi concentrare, destinando il suo vecchio birrificio proprio alle produzioni di "farmhouse ales" e agli affinamenti in botte.
Formato: 75 cl., alc. 7%, lotto 14092, scad, 01/12/2016, pagata 10.00 Euro (birrificio).NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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