Del birrificio Fifty Fifty di Truckee, California, vi avevo parlato nel 2015: in questa sperduta località montana Alicia ed Andy Barr hanno fondato nel 2006 un brewpub lasciando il loro lavoro alla Hewlett-Packard. Reno è a 50 chilometri mentre il Lago Tahoe è a soli venti. Nonostante avessero qualche esperienza con l’homebrewing i due decidono di affidare la direzione dell’impianto all’esperto Todd Ashman, un birraio fondamentale non solo per il successo di FIfty Fifity ma anche per l'intera Craft Beer Revolution americana e soprattutto uno dei primi a sperimentare affinamenti in botte. Nel corso della sua permanenza al brewpub Flossmoor Station a Chicago (undici medaglie ottenute al Great American Beer Festival), negli anni ’90, aveva avuto modo di studiare da vicino quello che stava facendo Goose Island.
Ed è proprio con una birra Barrel Aged, la imperial stout Eclipse, che Todd ha portato notorietà e successo Fifty Fifty: ogni anno centinaio di beergeeks affollavano la taproom cercando d’impossessarsi di qualche preziosa variante; poi, come spesso accade, l’hype degli appassionati si è spostato altrove e le bottiglie di Eclipse sono divenute reperibili senza fare troppa fatica anche alle nostre latitudini. Nel 2014 Ashman aveva annunciato le sue dimissioni per ritornare alla Flossmoor Station di Chicago, continuando comunque collaborare esternamente per la famiglia Barr; a quanto pare dei problemi di salute lo hanno costretto a rinunciare e alla Fifty hanno fatto una colletta ed un fundraising per pagargli le spese mediche. Oggi Ashman riveste ancora il ruolo di consulente per Fifty ma in sala cottura c’è un team di birrai guidato da Brian McGillivray e Marley Anderson: a loro il compito di far funzionare il vecchio brewpub, che alimenta anche l’adiacente ristorante Drunken Monkey, e un secondo sito produttivo (35 hl) a Tuckee dalla. E’ invece prevista per la primavera del 2020 l’apertura di una succursale a Reno, la piccola Las Vegas del Nevada.
Totality è l’imperial stout base che ha poi dato forma alle numerosissime varianti della più famosa Eclipse; questa è stata per molti anni l’unica birra che Fifty Fifty distribuiva fuori dalla California ed in altri continenti; solo di recente, grazie all’aumentata capacità produttiva, il birrificio ha iniziato a distribuire anche altre etichette e qualche lattina di Totality è arrivata anche in Europa.
2row, Golden Promise, Munich Light, Dark e Honey, Red Wheat, Pale Chocolate, Brown, Chocolate, Black e malti tostati; queste dovrebbero essere le basi di una ricetta alla quale vengono aggiunti luppoli Mt. Hood, Magnum e Perle, estratto di malti e sciroppo di riso.
Il suo colore è ebano scuro, la schiuma è cremosa, compatta ed ha buona persistenza. L’aspetto è bello e invitante, l’aroma invece è poca roba: accenni di torrefatto, fruit cake, frutti di bosco. L’intensità è davvero minima. Fortunatamente il gusto mostra segni di ripresa, non tanto per quel che riguarda pulizia e definizione, ma soprattutto per intensità. Caramello, fruit cake, liquirizia aprono un percorso dolce che viene bilanciato e concluso dall’amaro del caffè, del tostato, del cioccolato fondente e da una leggera luppolatura: la presenza etilica è quasi delicata. Al palato non ci sono particolari ingombri o viscosità, solo una leggera morbidezza.
Totality di Fifty Fifty è un’imperial stout molto bilanciata che si lascia bere con facilità ma che non brilla per precisione e pulizia: bene ma non benissimo, per farla breve. Discorso che potrei estendere anche alla sorella più famosa Eclipse, le cui varianti viaggiano solitamente a 30€ a bottiglia: si beve bene, ma il rapporto qualità prezzo non è dei migliori e a quelle cifre oggi si trovano molte alternative.
Formato 47,3 cl., alc. 9.5%, imbott. 07/02/2019, prezzo indicativo 7,00 euro (beershop) NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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