venerdì 22 novembre 2019

Ritual LAB / Stigbergets / O/O Freya

Se lo si confronta con le annate precedenti  il 2019 che si sta concludendo è stato ricco di collaborazioni  per il birrificio Ritual Lab di Formello (Roma); qualche settimana fa vi avevo parlato della Four Brothers, una Baltic Porter realizzata assieme agli olandesi di  De Moersleutel. A gennaio era invece arrivata Tangie, una saison al succo di mandarino prodotta con Oxbow Brewing Company e  Jester King Brewery e qualche settimana fa ha debuttato Goosebumps, Gose con aggiunta di melograno concepita con gli svedesi di  Wizard Brewing. 
Restiamo in questa nazione perché è da qui che a inizio ottobre arrivarono a Roma, complice la manifestazione EurHop, i birrari protagonisti di una nuova collaborazione: Stigbergets Bryggeri e O/O Brewing, ovvero due tra i produttori più apprezzati del movimento craft europeo. Per chi non lo sapesse, i due birrifici svedesi hanno condiviso assieme buona parte della loro storia: Stigbergets è balzato in cima alle classifiche del beer-rating europeo grazie alle NEIPA prodotte dal birraio Olle Andersson che al tempo stesso realizzava sugli stessi impianti anche le birre della propria beerfirm O/O.  Nel settembre del 2017 Andersson ha abbandonato Stigbergets per dedicarsi a tempio pieno ad O/O, nel frattempo si era dotata di impianti propri; è stato sostituito dai birrai Lucas Monryd e Andreas Görts, peraltro anche loro  già titolari di un’altra beerfirm svedese, All In Brewing, che ha iniziato a produrre sugli impianti di Stigbergets.

La birra.
Freya è forse la divinità norrena più popolare: è la bellissima dea dell'amore, della fecondità e della lussuria. Nel nostro caso Freya assume invece le sembianza di una Double IPA (8%) prodotta con una generosa luppolatura sulla quale non sono stati rivelati dettagli. 
Nel bicchiere assomiglia ad un torbido succo di pesca, la schiuma biancastra e abbastanza compatta ha una discreta persistenza. Mango, arancia, mandarino, pompelmo, papaya e potenzialmente qualsiasi altro frutto i vostri sensi vi suggeriscono vanno a formare un aroma molto pulito e intenso, piuttosto elegante e definito, dolce ma non stucchevole. Vi manca “l’effetto marijuana”, quel carattere dank che le NEIPA moderne hanno ormai perso per strada? Qui lo troverete senza dovervi sforzare di cercarlo. La sensazione palatale è morbida, leggermente chewy come vorrebbe lo stile NEIPA, ma non ingombrante: la sua scorrevolezza non è da record ma non ci si può lamentare. Il gusto richiama l’aroma alternando frutta tropicale dolce e leggermente più acerba/aspra: ne risulta una Double NEIPA abbastanza secca che chiude il suo percorso con un finale amaro resinoso-dank di buona intensità, anche se non di lunga durata. Ed è solo in questo frangente che l’alcool fa sentire un po’ la sua presenza.
Freya viaggia su livelli alti, e non poteva essere altrimenti visto i birrai coinvolti: NEIPA molto ben fatta nella quale il fruttatone tropicale viene bilanciato da un amaro importante che ricorda un po’ la vecchia scuola. Per chi detesta i succhi di frutta, questa è ancora una birra che sa di birra: correte a berla finché è fresca.
Formato 33 cl., alc. 8%, lotto 68, scad. 01/06/2020, prezzo indicativo 5.50-6.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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