Il birrificio laziale Ritual Lab è una presenza abbastanza regolare sul blog dal 2016 ad oggi: il suo percorso sta proseguendo a gonfie vele grazie al nuovo impianto Easybräu-Velo da 25 ettolitri che è entrato in funzione proprio quest’anno. L’incremento di capacità produttiva ha permesso di raggiungere nuovi mercati all’estero, soprattutto nell’Europa settentrionale; per quel che riguarda i riconoscimenti, il birraio Giovanni Faenza dopo aver ottenuto nel 2018 l’incoronazione come Birraio Emergente del 2017 si è classificato al secondo posto tra i ”big” nell’edizione 2018-2019 nella kermesse fiorentina organizzata da Fermento Birra.
E tra le novità non possono certamente mancare le collaborazioni, da sempre uno dei motori trainanti dell’economica della craft beer. L’ultima arrivata in ordine cronologico (giugno 2019) è una Baltic Porter chiamata Four Brothers realizzata assieme agli olandesi di De Moersleutel, birrificio che abbiamo già incontrato in un paio di occasioni. Quello della famiglia Zomerdijk è un business di famiglia che si è espanso alla fine del 2018 con l’inaugurazione del nuovo sito produttivo ad Alkmaar. Il padre Sjaak ha dato il via all’attività ma sono stati i quattro giovani figli Pim, Tom, Rob e Max (Four Brothers), tutti nati tra il 1990 e il 1998, a portarlo al successo. Sono loro a seguire le mode e a dare ai beergeeks quello che vogliono: IPA e Imperial Stout, possibilmente in lattina, al ritmo incessante di una novità dietro l’altra.
Cosa aspettarsi dall’incontro tra Ritual Lab e De Moersleutel? Una IPA? Una Imperial Stout? Quasi: una Baltic Porter adornata dalla splendida etichetta realizzata da Pierluigi Bellacci, artista classe 1948 con alle spalle diverse esposizioni personali in Italia ed in Europa. Parlare di etichetta come opera d’arte non è affatto un azzardo, in questo caso.
La birra.
Si presenta vestita quasi di nero con una cremosa e compatta testa di schiuma che ha ottima ritenzione. Orzo e pane tostato, caffè e qualche estero fruttato danno forma ad un aroma pulito e discretamente intenso: in secondo piano emerge anche qualche nota di tabacco e cenere. Al palato i parametri stilistici non prevedono particolari asperità e questa Four Brothers li rispetta: corpo medio, morbida, carbonazione contenuta. Caramello e frutta sotto spirito (prugna, frutti di bosco) iniziano un percorso dolce che vira presto verso l’amaro dell’orzo e del pane tostato, del caffè e del cacao. Amaro che s’intensifica ulteriormente nel finale quando il torrefatto viene rafforzato dall’apporto del luppolo. Il risultato finale si spinge probabilmente un po’ troppo nel territorio delle imperial stout ma poco importa, qui non siamo ad un concorso: è una Baltic Porter molto ben riuscita, precisa, pulita e facile da bere grazie ad un contenuto alcolico (7%) ben mascherato. Perfetta per l’autunno che tarda ad arrivare, ma non solo.
Formato 33 cl., alc. 7%, IBU 40, lotto e scadenza non leggibili, prezzo indicativo 6.00 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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