Del birrificio californiano Firestone Walker abbiamo già parlato in diverse occasioni: lo fondarono nel 1996 Adam Firestone e David Walker a Paso Robles, Contea di Santa Barbara, per poi cederne nel 2015 la maggioranza (? - i dettagli dell’accordo non sono mai stati resi noti) ai belgi della Duvel Moortgat il cui arrivo ha dato il via ad un ambizioso piano d’espansione. Al birrificio originale, situato all’interno della tenuta vinicola del padre di Adam (la Firestone Vineyard LLC) si è affiancato il sito di Buellton, 650 metri quadri destinati allo stoccaggio di migliaia di botti ed alla produzione di birre acide, e del brewpub di Venice Beach (Los Angeles): tutte e tre le location sono dotate di taproom.
Facciamo ora un passo indietro nel tempo all’anno 2005 quando Firestone celebra il suo decimo anniversario con la birra “10”, blend di alcune birre barricate. Per prepararsi all’evento il birraio Matt Brynildson aveva iniziato quasi per gioco qualche anno prima a sperimentare con il legno: il risultato fu davvero notevole e da quell’anno le birre-anniversario di Firestone sono divenute un appuntamento fisso che ha goduto di parecchio hype. Il fatto che alcune bottiglie dei compleanni più recenti siano arrivate anche in Italia è significativo di come sia aumentata la produzione facendo contemporaneamente scemare l’interesse dei beergeeks americani.
Le birre che componevano il “blend dell’anniversario” variavano leggermente di anno in anno ma una era sempre predominante: si tratta della imperial brown ale chiamata Bravo, la prima birra che Brynildson provò ad invecchiare in una botte: “a quel tempo (2004) la maggior parte delle birre barricate erano molto dolci e noi volevamo realizzare qualcosa di più secco in modo da valorizzare al massimo il bourbon. Prima del passaggio in botte Bravo è una birra piuttosto impegnativa, ma poi si ammorbidisce e il bourbon diventa protagonista; ha tutte le caratteristiche di una birra dolce senza essere stucchevole ed è priva di note ossidate”.
Per dodici anni Bravo è stata utilizzata solo per assemblare le birre anniversario; è solo nel gennaio del 2017 che Firestone decide di darle finalmente la visibilità che merita rendendola disponibile per la prima volta in bottiglia: per l’occasione viene inaugurato anche il nuovo formato da 35,5 centilitri che sostituisce quello più impegnativo da 65: “ci pensavamo da molto – dice Brynildson – e la gente ce lo chiedeva da tempo. Il formato da 35,5 centilitri è quello perfetto per questo tipo di birre, si può bere tranquillamente in due. Il prezzo per bottiglia è meno impegnativo ed è più facile acquistarne una da bere subito e una da invecchiare. E inoltre riusciamo a distribuire la stessa quantità di birra a più persone”.
La birra.
Bravo deve il suo nome a quella che nel 2004 era ancora una varietà sperimentale di luppolo. La ricetta attuale curiosamente non lo prevede: i luppoli scelti sono Columbus e Tettnanger, affiancati da un ricco parterre di malti che comprende Two Row, Munich, c-75, Simpsons Dark, Roast Barley, destrosio.
Splendida, affascinante: dipinge il bicchiere di color ambrato scuro con accese venature rosso rubino. La schiuma ocra è cremosa e compatta ed ha una discreta persistenza. L’aroma è altrettanto suadente: uvetta, prugna, dattero, ciliegia, caramello e toffee, bourbon. Pulizia e finezza permettono di scorgere in secondo piano i ricami di vaniglia e cocco, legno. Un naso molto definito, preciso, caldo, suadente, davvero notevole. Purtroppo il gusto non mantiene queste elevatissime aspettative e riesce solo parzialmente, ovvero con meno precisione, a replicare l’aroma. In verità gli elementi ci sarebbero tutti, ma la componente etilica è davvero troppo in evidenza e li copre, li “brucia”, obbligando il palato a frequenti soste defaticanti. La bevuta è ovviamente dolce ma ben asciugata dall’alcool, la sensazione palatale è morbida e quasi piena, gradevole. E’ solo nel finale, quanto la acque si sono un po’ calmate, che ritrovo la birra dell’aroma: una scia lunghissima, finalmente addomesticata, ricca di frutta sotto spirito, bourbon e vaniglia. Se il gusto riuscisse a riproporre l’aroma sarebbe probabilmente la Imperial Brown Ale barricata perfetta: il livello rimane comunque alto, chissà se ancora un po’ di cantina potrebbe contribuire ad ammorbidire un po’ la componente etilica.
Formato 35,5 cl., alc. 13.2%, IBU 28, imbott. 02/2017, prezzo indicativo 18-20 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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