Fino a sei-sette anni fa il Vermont non era certamente uno degli stati americani che apparivano sui radar e sulle mappe dei beergeeks. C’è voluto l’hype causato dai birrifici The Alchemist ed Hill Farmstead per trasformare uno stato freddo, nevoso e boscoso, famoso soprattutto per il foliage, le piste da sci e lo sciroppo d’acero, in una meta turistica per gli appassionati di birra. Oggi in Vermont ci sono in attività quasi sessanta birrifici.
I fratelli Patrick e Daniel Foley hanno aperto le porte del loro microbirrificio (18 ettolitri) Foley Brothers nel 2012 in un angolo dell’azienda vinicola di famiglia, la Neshobe River Winery, a Brandon. Da qui a The Alchemist, tanto per darvi qualche coordinata, ci sono circa settanta chilometri. Per aiutare i genitori ad avviare l’azienda vinicola (2008) Daniel Foley si è recato in California e in Nuova Zelanda ad imparare i segreti del vino ma, una volta a casa, è tornato ad occuparsi del suo vero amore, l’homebrewing; le conoscenze apprese sul vino lo hanno comunque aiutato molto, a suo dire. Daniel è affiancato dal fratello Patrick e occasionalmente dalla sorella Christine. Foley Brothers, primo birrificio della contea di Rutlan, debuttò con una Wheat Ale allo zenzero ed una Brown Ale con aggiunta di sciroppo d’acero ed è solamente a partire dal 2015 che ha svoltato nella direzione di quelle New England IPA che hanno reso famoso il Vermont. Sino a quell’anno produceva solamente la Native IPA e la Fair Maiden Double IPA: dal 2015 ad oggi ne ha invece prodotte un’altra ventina, sostituendo le bottiglie dell’esordio con le più moderne lattine. Abbastanza sorprendentemente, qualche lattina di un birrificio così piccolo è arrivata nei mesi scorsi anche in Europa.
La birra.
Etichetta abbastanza amatoriale, nessuna informazione sulla data di produzione: non avrei scommesso molto su questa Big Bang IPA di Foley Brothers e invece è stata una bevuta piuttosto gradevole. Nel bicchiere si presenta di color oro pallido, la schiuma è cremosa e abbastanza compatta. Immagino siano passati i classici tre mesi dalla messa in lattina ma l’aroma è ancora intenso e, soprattutto, discretamente fresco: qualche profumo dank e tropicale fanno da cornice ad un bel bouquet di agrumi nel quale si mettono in evidenza cedro, bergamotto, limone e lime. Big Bang è una IPA dal contenuto alcolico molto modesto (5.5%) per gli standard americani e questo le dona una bevibilità davvero elevata: pane, miele e un po’ di frutta tropicale fanno da supporto ad una birra dal carattere prevalentemente agrumato e secco. Il suo rapido percorso si chiude con un amaro di media intensità, zesty e terroso. Molto pulita, bilanciata ed educata; una birra perfetta per l’estate, ben carbonata, dall’elevato potere dissetante e rinfrescante. Ottima intensità a fronte di un ABV contenuto. Di solito è l’aroma a subire maggiormente gli effetti della traversata oceanica, ma in questo caso il “naso” si è rivelato addirittura migliore del gusto. Una bella sorpresa.
Formato 47,3 cl., alc. 5.5%, lotto e scadenza non riportati, prezzo indicativo 8,00 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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