martedì 20 novembre 2012

Urthel Hop-it

Nel suo interessante libro India Pale Ale, Mitch Steele, mastro birraio all'americana Stone Brewing, dedica un piccolo capitolo alle diverse variazioni all'interno della categoria stilistica delle IPA, soffermandosi sulle "belgian IPA". Come capostipite dell sotto-stile Steele cita la Urthel Hop-it, prodotta per la prima volta nel 2005 dalla Brouwerij De Leyerth di Ruiselede. Se il libro v'interessa -  350 pagine dedicate alle IPA, incluse moltissime ricette - lo trovate anche su Amazon.it; ovviamente tutto in inglese.  La birraia della De Leyerth, Hildegard  van Ostaden (molto proabilmente la birraia più affascinante dell'intero globo), era appena ritornata da un viaggio in Alaska (l'Anchorage Barleywine Festival) ed era rimasta "sconvolta" dall'incontro con le IPA americane. Superato il primo bicchiere con la reazione "Oh my God, what is this?", Hildegard si innamora delle birre ultraluppolate e decide di farne una sua interpretazione una volta tornata a casa. Piuttosto che cercare di replicare una classica American Double IPA, decide di utilizzare solo luppoli europei e, sostanzialmente, modifica la ricetta della Urthel Tripel (la Hibernus Quentum), triplicando le percentuali di luppolo. Che vi piaccia o no la sottocategoria stilistica (Belgian IPA), la Urthel Hop-it è una sostanziosa (9.5%) Belgian Strong Ale di colore dorato, limpido. La schiuma che forma è molto solida, pannosa, bianchissima e molto persistente. L'aroma non è esattamente un'esplosione di luppolo, ma è comunque pulito: ci sono agrumi, soprattutto scorza di limone, arancio, sentori floreali e cereali. In bocca ci colpisce subito per la carbonazione molto elevata; il corpo è medio. La prima parte della bevuta è dolce, molto dolce, piena di frutta gialla (quasi) candita, come pesca ed albicocca; il palato è molto "appiccicoso", ma per fortuna in suo soccorso arriva, proprio all'ultimo secondo, un amaro erbaceo abbastanza intenso a portare un po' di equilibrio ed a seccare, anche se non completamente, la bocca. Amaro anche il retrogusto, corto ma intenso, erbaceo e leggermente speziato. Questa Urthel Hop-it si lascia bere con buona facilità, nascondendo l'alcool per tutto il tempo; è una birra un po' ruvida, dove non c'è una vera e propria progressione del gusto ma un salto netto tra una prima parte molto dolce e molto "tripel", ed un "ultimo chilometro" di volata amara. Aroma un po' sottotono, in una birra che non ha difetti ma che non ci viene voglia di ricomprare; bottiglia proveniente dalla grande distribuzione, quindi le concediamo tutte le attenuanti del caso e magari la rincontreremo, un giorno, in una qualche spina. Formato: 33 cl., alc. 9.5%, lotto K10A12, scad. 01/2015, prezzo 3.00 Euro.

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