Viene fondata nel 1993 da Tony Magee nell'omonima cittadina californiana, una settantina di chilometri a nord di San Francisco, la Lagunitas Brewing Company. Le prime produzioni avvengono nel garage di casa, ma già dopo qualche mese è tempo di espandersi e spostarsi di qualche chilometro a Forest Knolls. Non passa neppure un anno che Tony è costretto - questo volta contro la sua volontà - ad un secondo trasloco, a Petaluma, dove ancora oggi la Lagunitas ha sede; per i primi cinque anni lavora part-time al birrificio, matenendo il suo impiego nel marketing. Tra i birrifici americani a maggior crescita, impiega oggi 92 persone per una produzione (2010) di 106.000 barili; è di qualche settimana fa la notizia della prevista apertura di una seconda sede a Chicago, dove attualmente arrivano cinque camion a settimana pieni di birre Lagunitas. Si tratta di un investimento che, sommato all'ulteriore espansione della sede di Petaluma, vale circa 15 milioni di dollari per una prima "cotta" a Chicago prevista per la fine del 2013. Nonostante questo, Lagunitas rimane ancora un birrificio a gestione pressochè familiare; Tony elabora personalmente tutte le ricetta, disegna le etichette, mentre sua moglie supervisiona l'attività operativa del birrificio. Mentre ricordiamo ancora - con una lacrima - una freschissima e stupenda Hop Stoopid Ale degustata più di un anno fa ( link ), salutiamo l'arrivo in Italia - evento abbastanza occasionale - di un lotto di Lagunitas IPA, ovvero la "flagship" beer della casa e, ci dicono, la IPA più bevuta in tutta la California. E' di colore oro antico, leggermente velato; la schiuma, fine e cremosa, è bianca ed ha buona persistenza. Sebbene denoti un po' di stanchezza, l'aroma è tutto sommato ancora accettabile e godibile: non "punge", ma ci sono pompelmo e frutta tropicale (mango, ananas) a costruire un boquet olfattivo pulito ed elegante. L'imbocco è di malto, con note di biscotto e di miele, seguite da un richiamo della frutta (tropicale) presente al naso; l'amaro si fa attendere qualche attimo, è intenso ma molto pulito e bilanciato. Non si tratta di "un'ondata" di luppoli, ma piuttosto di un ordinato "crescendo" che culmina nel bel retrogusto vegetale, lungo e persistente, dove ritorna una nota di scorza di pompelmo. Una gran bella IPA, ancora in buone condizioni, molto bilanciata e secca, che punta al massimo della beverinità senza esibire i muscoli. Il consueto corpo "medio" statunitense, la media carbonazione ed il giusto livello di consistenza "watery" invitano a terminare molto in fretta il "six pack", l'unico formato di vendita di questa birra. Non ci siamo dovuti accontentare di una bottiglia sola, che in Italia ha circa lo stesso prezzo del "six pack" americano, ahinoi. Formato: 35.5 cl., alc. 6.2%, lotto e scadenza sconosciuti, prezzo 5.80 Euro.
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