domenica 26 luglio 2015

Mad Hatter Nightmare On Bold Street

Da Livepool ecco il debutto sul blog della Mad Hatter Brewing Company, aperta nel febbraio 2013 da Gareth "Gaz" Matthews and Sue Starling; l'esordio avviene con un impianto da 1,5 barili nel sobborgo di Toxteh, ben presto insufficiente a soddisfare la domanda e già sostituito da uno di 2.5 barili che viene installato non molto distante nei nuovi locali all'incrocio tra Jamaica e Watkinson Street; inizialmente viene anche aperta una piccola taproom, che però è stata già chiusa.
Ma facciamo un passo indietro: per Gaz l'homebrewing è qualcosa di familiare visto che suo fratello maggiore produceva la birra in casa e riforniva feste, amici e conoscenti. Non passa molto tempo che anche Gaz inizia a birrificare in garage; i suoi primi sforzi sono orientati a replicare la Theakston's Old Peculier, quella che a quel tempo lui reputava essere la miglior birra al mondo. 
Ottiene una laurea in criminologia ma la mancanza di sbocchi professionali lo riportano alla birra, nel tentativo di ricavarci una professione. E' sua moglie Sue a fargli il regalo di compleanno perfetto: lo benda e lo porta nei locali vuoti che lei stessa ha preso in affitto per lui in Upper Parliament Street: qui poteva installarci il suo microbirrificio. 
La scena birraria di Liverpool è ancora lontana dai livelli di Londra o di Manchester, ma anche in questa città stanno aprendo diversi microbirrifici. Mad Hatter dichiara di voler mescolare la Craft Beer Revolution americana con la tradizione inglese delle Real Ales ed è forse proprio per questo che è stato scelto il nome de "Il Cappellaio Matto", oltre all'inevitabile riferimento al libro di Lewis Carroll (Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie): nelle intenzioni del birrificio c'è la volontà di usare una buona dose di pazzia nel mescolare innovazione e tradizione, coltivandosi in proprio i ceppi di lieviti, nella speranza di "tirare fuori dal cilindro" qualcosa di buono.
Di bello ci sono senz'altro le etichette, realizzate dall'illustratrice Emily Warren (The Stealthy Rabbit): prendiamo la birra di oggi, una milk stout prodotta con lattosio e chicchi di caffè della Bold Street Coffee di Liverpool. Per l'occasione il Cappellaio Matto fa il verso al film  A Nightmare on Elm Street (in italiano Nightmare - Dal profondo della notte) ma dentro la maglietta a strisce orizzontali anziché il mitico Freddy Krueger c'è un inquietante coniglio. 
Nightmare on Bold St., dunque, non si presenta proprio nel migliore dei modi con un leggero gushing all'apertura che fortuitamente non provoca disastri;  è torbida, marrone scuro, con una testa di schiuma cremosa color nocciola, dall'ottima persistenza. Al naso impazzano gli esteri, con forti sentori di frutti rossi aspri e di mela che, assieme a quelli di cioccolato al latte e di caffè, formano un mix non particolarmente invitante, almeno per me. Il peggio purtroppo deve ancora venire: al palato è evidente l'infezione in una birra che apre aspra di frutti rossi e di aceto di mela. La bevuta prosegue brevemente (prima del lavandino) con un gusto (?) confuso e molto sporco nel quale emerge una generale sensazione di caffè. Annoto anche una discreta astringenza, moltissime bollicine che non aiutano certo a decifrare i sapori, ed un finale amaro di caffè e cicoria, molto poco gradevole.
Debutto sfortunato, per un birrificio che in soli due anni di attività ha già sfornato più di cinquanta birre, tra one-shot e stagionali: piuttosto che continuare a sfornare novità, che non sia il caso di concentrarsi su poche etichette e lavorare soprattutto sulla costanza produttiva?
Formato: 33 cl., alc. 5.3%, scad. 15/12/2015, pagata 4.00 Euro.

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

2 commenti:

  1. Più di una persona non me ne ha parlato bene in realtà. Ho giusto in cantina una loro ipa (non ricordo il nome), speriamo bene... Nel frattempo mi consolo con una verguenza summer! Cheers

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