Ha ormai quasi venti anni la Dark Star Brewing Company, inaugurata in sordina, con un impianto appena poco più grande di quello di un homebrewer, nella cantina dell'Evening Star Pub, nella movimentata cittadina di Brighton, Sussex. Un ristretto gruppo di clienti diventa la cavia per testare i primi esperimenti brassicoli, ma ben presto l'impianto in cantina si rivela assolutamente insufficiente per soddisfare tutte le richieste che arrivano, oltre che dal proprio pub, da altri locali e dai beer festival. L'imprenditore Peter Halliday, il publican Peter Skinner ed il birraio Rob Jones gettano le basi per il nuovo birrificio che viene inzialmente chiamato Skinners; ma visto che già esisteva in Cornovaglia un birrificio con lo stesso nome, si cambia in Dark Star; il nome è quello di una dark bitter che Rob aveva prodotto nel 1987 quando lavorava alla Pitfield Brewery di Londra; ma il nome di questa birra a sua volta si ispirava alla omonima canzone dei Grateful Dead. Iniziano i traslochi; nel 2001 ad Ansty, qualche anno dopo a Partridge Green, sito produttivo che viene ulteriormente ingrandito ed inaugurato da Roger Protz nel 2010. Nel frattempo Peter Skinner abbandona il team ed arriva Mark Tranter, che da una decina d'anni ricopre il ruolo di mastro birraio. Al momento la Dark Star è il secondo più grande birrificio del Sussex, dietro ad Harveys. La gamma oggi si compone di circa 30 birre, solo sei delle quali disponibili tutto l'anno. Questa Espresso Stout fa parte della produzione "regolare", e viene prodotta aggiungendo chicchi di caffè Arabica; assolutamente nera, con una schiuma beige abbastanza generosa, fine, molto persistente e cremosa. Ottimo l'aroma, molto pronunciato, con netta predominanza di caffè in grani, fondo di caffè e una elegante tostatura di malti. In bocca onestamente ce l'aspettavamo diversa; si tratta invece di una stout molto snella e poco morbida, watery, con una carbonazione correttamente contenuta. Il corpo esile la rende molto beverina, ma anche un po' troppo sfuggente; poche divagazioni al palato, anch'esso dominato dal caffè che si alterna con la tostatura dei malti. Secca ed amara di tostatura, con il luppolo (challenger) rilegato ad attore molto secondario; retrogusto coerente, molto secco e, indovinate un po', ricco d'amaro torrefatto. E' una birra un po' monocorde, senz'altro gradevole, e la nostra impressione è che una bottiglia da 33 cl. ci sarebbe tranquillamente bastata, da bere fuori pasto. Il mezzo litro, senza abbinamento gastonomico, ci è sembrato troppo alla distanza; birra monocorde, dicevamo, che probabilmente t rae grande giovamento dall'abbinamento con qualche dolce al cioccolato o, se vogliamo restare in Italia, con un Tiramisù. Non l'abbiamo provata in cask ( o keg?), ma la versione in bottiglia ci è sembrata troppo snella, e senz'altro avremmo gradito una maggiore cremosità. Formato: 50 cl., alc. 4.2%, lotto 2035, scad. 05/2012, prezzo 3.80 Euro.
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english summary: soon
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