sabato 10 dicembre 2011

St. Bernardus Pater 6

All'inizio del diciannovesimo secolo l'anticlericalismo spinse la gente della comunità dell'abbazia francese di Catsberg ad "emigrare" oltre il confine belga nel vicino villaggio di Watou, nelle Fiandre Occidentali. Una vecchia fattoria venne quindi trasformata nel "Refuge Notre Dame de St. Bernard” con la produzione di formaggio che rappresentava la maggior fonte di finanziamento per le attività della comunità. Con il tempo la situazione in Francia migliorò, e nel 1934 la comunità decise di rientrare in patria chiudendo il "rifugio" in terra belga. Evarist Deconinck decide allora di rilevare il caseificio, iniziando anche un'opera di rinnovamento ed ampliamento delle strutture produttive. I formaggi sono il primo prodotto ad essere commercializzato con il nome St. Bernardus. La seconda grande opportunità, per Deconinck, arriva poco dopo la seconda guerra mondiale, quando il vicino monastero Trappista di St. Sixtus prende la decisione di interrompere la produzione di birra per la commercializzazione che aveva iniziato nel 1931. Padre De Groote, da trent'anni abate a Westvleteren, mette un freno all'attività brassicola del monastero, che ne stava snaturando la vocazione alla preghiera. La birra continuerà ad essere prodotta ma solo in piccole quantità, esclusivamente per il consumo interno del monastero o per i suoi ospiti. I monaci di St. Sixtus cedono a Deconinck la licenza di produrre e commercializzare le Westvleteren; lo aiutano a costruire un nuovo birrificio, e ne supervisionano la qualità. Il contratto, di durata trentennale, viene firmato nel 1946, con Deconinck che inizia a produrre formaggio la mattina e birra al pomeriggio. La nuova attività si rivela molto più redditizia, al punto che nel 1959 smette di fare formaggi, cendendo il marchio alla St. Bertin di Poperinge, più tardi assorbito dal gruppo Belgomilk. Bernadette Deconinck, figlia di Evarist, e suo marito Guy Claus ridiscutono il contratto nel 1962, che viene esteso per altri trenta anni. Al suo termine, nel 1992, non verrà più rinnovato anche a seguito della decisione dei monasteri Trappisti di riservare la denominazione di Trappistenbier solamente a quelle birre che sono prodotte dentro le mura di un monastero trappista. A Watou non si possono più produrre le Westvleteren, quindi, ma... la storia in comune è troppa per abbassare semplicemente la saracinesca e salutarsi. Le ricette sono note, i monaci di St. Sixtus le hanno supervisionate da quasi mezzo secolo, i lieviti sono lì; ecco allora che nello stesso anno nasce la nuova gamma di birre St. Bernardus, che lenmtamente iniziano ad assumere una personalità sempre più propria, pur mantenendo una certa somiglianza con le sempre difficili da reperire Westvleteren. Tradizione monastica che continua in questa Pater 6, la dubbel del birrificio; di color marrone, tonaca di frate, con riflessi ramati: la schiuma, ocra, è fine e cremosa, persistente. Aroma complesso ed intrigante, con sentori leggermenti aspri di frutti rossi che convivono accanti ad altri più dolci che richiamano l'uvetta e le prugne secche; malto tostato, polvere di cacao, ed una diffusa speziatura profusa dai lieviti utilizzati. Al palato rivela una consistenza leggera che le dona grande bevibilità, sostenuta da un corpo medio e da una carbonazione abbastanza contenuta. Malto tostato, frutta secca, caramello, liquirizia e spezie ne caratterizzano il gusto, con qualche leggerissimo richiamo ai frutti dolci dell'aroma. Bello il finale secco, seguito da un retrogusto caratterizzato da una nota amaricante un po' terrosa e leggermente speziata. Se abbiamo capito bene dalle informazioni reperite in internet, la birra matura in botti di rovere. Dubbel molto buona e bilanciata, sicuramente meglio al naso che in bocca, che si lascia bere molto bene. Esemplare imbottigliato nel 2010, crediamo. In cantina ci aspettano le "sorelle" maggiori. Formato: 33 cl., alc. 6.7%, scad. 22/02/2013, prezzo 2.02 Euro.

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english summary: soon

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