Torniamo a parlare della Manerba Brewery, il ramo “brassicolo” della azienda Avanzi, produttrice di olio e di vino sulla riva occidentale del lago di Garda. E’ in particolare Alessandro Avanzi, appassionato di birra, a creare il brewpub con annesso ristorante che s’affaccia, dal 1999, sulla strada statale che da Desenzano raggiunge Salò. La produzione ha fatto un netto passo in avanti con l’arrivo del birraio Alfredo Riva (esperienze in Germania ed Inghilterra), affiancato oggi anche da Riccardo Redaelli. Quasi un percorso obbligato, per chi si è fatto le ossa in Germania, misurarsi con le Weizenbock, versioni più alcoliche delle classiche (Hefe)Weizen, da bere soprattutto nei mesi meno caldi dell'anno; Manerba ne produce una già da un po’di tempo, disponibile al brewpub, ma è solo dallo scorso Luglio che la (Dunkel) Weizenbock prende un nome (Cinghios) e viene anche imbottigliata. E’ di colore marrone con riflessi ambrati, velata; la schiuma è esuberante, pannosa, color ocra, e forma il consistente cappello tipico delle Hefeweizen. L’aroma offre i classici sentori di banana matura, una delicata speziatura e, man mano che la birra si scalda, una lieve presenza di caramello e, mi sembra, anche di cenere. Semplicità, con pulizia ed intensità. Il percorso prosegue al palato senza grosse variazioni: banana e caramello, qualche lieve nota di agrumi, frutta secca, ed un interessante finale nel quale emerge una leggera nota di cioccolato.
Merito di questa Cinghios è di allontanare subito il rischio di stucchevolezza (banana matura + caramello) che purtroppo affligge molte Weizenbock o Dunkelweizen; non è certamente una birra amara, ma piuttosto ben bilanciata dall’acidità del frumento, che la rende dissetante e molto scorrevole, e da un bel finale secco. La banana (amore e odio di molti birrofili) è molto più presente al naso che in bocca, dove c’è invece un bell’assortimento di caramello, frutta secca, banana e cioccolato al latte ed un retrogusto con un timido warming etilico. Corpo leggero, poche bollicine, si beve con grande facilità, nonostante l’etichetta la descriva come una birra “piena, calda, avvolgente”: è proprio sul fronte dell’intensità che secondo me si poteva osare di più e che la birra ne esce leggermente ridimensionata. Questa Cinghios, dal livello già ampiamente soddisfacente, potrebbe diventare (con le dovute differenze), una sorta di Aventinus (Schneider) italiana e riscaldare davvero le fredde serata d’inverno, se solo acquistasse un po’ più di coraggio e di vigore. Formato: 50 cl., alc. 6.3%, scad. 22/10/2014
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