Debutta sul blog anche la Brasseria Alpina, un microbirrificio artigianale di San Germano Chisone (Torino); fondato nel 2010 da Max Mallardi e Roberto Di Paola, che hanno trasformato la loro passione per la birra e per l’homebrewing in un’attività. Per il logo del birrificio è stato scelto un rospo (“babi”, nel dialetto della zona) che è anche parte dello stemma del paese di San Germano. La produzione si compone di una gamma di birre più “classiche” (il trittico chiara-rossa-bianca), chiamate Boheme: sebbene il nome sia un chiaro indizio per gli appassionati, si tratta di birre ad alta fermentazione. Accanto a queste vi sono anche birre che utilizzano materie prime reperite in loco, come genepi, timo Serpillo e mele piemontesi, argalissia (di Pramollo), lampone (della Val Chisone) ed alcune affinate in botti di vino. La gamma delle birre prodotte mi sembra comunque essere in costante evoluzione, visto che sul sito del birrificio non compare la Gran Truc che andiamo a stappare; il nome credo sia ovviamente ispirato all’omonima montagna (2366 m.) che si trova tra tra la Val Pellice e la Val Chisone. Con pochissime informazioni a disposizione, mi devo basare sulla poco affascinante ma corretta (ai termini di legge) definizione in etichetta: Birra Doppio Malto Rossa, “extra luppolatura”; qualcuno su Ratebeer l’ha inopportunamente incasellata come “barley wine”, ma si tratta piuttosto di una Amber Ale dalla discreta gradazione alcolica (7%).
Molto bella alla vista, di color ambrato carico con intense sfumature rossastre; la schiuma è beige chiaro, molto fine e compatta, ed ha una buona persistenza. Il naso non è particolarmente intenso, ma c’è comunque un discreto bouquet olfattivo composto da sentori di agrumi, caramello e, più lievi, di frutti rossi; la pulizia non è impeccabile, e l’aroma risulta un po’ troppo “lievitoso”. Il percorso prosegue senza deviazioni anche in bocca: l’ingresso è dolce di caramello, toffe, biscotto al burro, c’è qualche nota di polpa d’agrumi ed un finale amaro, abbastanza intenso, tra l’erbaceo e la mandorla amara. Sebbene la pulizia (anche in bocca) non sia esemplare, c’è comunque una buona intensità che ben si abbina ad una consistenza “watery” quanto basta per renderla scorrevole; il risultato è che la Gran Truc si lascia bere con buona facilità nonostante l’ABV non sia proprio da session beer. Non credo sia rifermentata in bottiglia (non ci sono tracce di lievito sul fondo), corpo e carbonazione sono medi. Ha un buon equilibrio complessivo, ma mi sembra ancora un po’ timida di carattere: se per il neofita della “birra artigianale” può risultare un’ottima birra d’accesso a prodotti di gran lunga superiori alle classiche birre industriali, rischia di non restare invece particolarmente impressa nel palato del “birrofilo” che ha ormai un ampio ventaglio di opportunità al quale attingere.
Formato: 75 cl., alc. 7%, lotto GT 1A, scad. 31/12/2014
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