lunedì 24 febbraio 2014

Mont Salève India Pale Ale

Del birrificio francese Brasserie du Mont Salève vi ho già parlato in questa occasione; un solo assaggio mi era bastato per farlo salire di diritto tra i migliori produttori francesi (non è che la concorrenza sia molto agguerrita, potrebbe obiettare qualcuno) provati. La loro birra di Natale 2013 (una India Pale Ale) era davvero convincente; purtroppo sono riuscito a mettete la mani solamente su un'altra delle loro bottiglie, ancora una volta una IPA. Stessa etichetta, come tutte le birre prodotte, che si differenziano solamente per il colore della fascia inferiore; non c'è effettivamente necessità di idearne di nuove, quando si può utilizzare uno schema grafico affascinante e molto ben riuscito. Grafica che ricorda i manifesti pubblicitari d'epoca, he pubblicizzavano le località di vacanza. Una quasi nobildonna, forse un po' annoiata, che sembra divertirsi a giocare con la funivia, inaugurata nel 1932 che porta al Monte Saleve, prealpi francesi. Dalla cima si può ammirare il lago di Ginevra, riprodotto sullo sfondo dell'etichetta e, dall'altro versante, il Monte Bianco ed il massiccio del Giura.
Basta stappare la bottiglia per allontanare qualsiasi timore di rietichettatura o somiglianza con la IPA natalizia già assaggiata. Si presenta di color ambrato scarico con riflessi aranci; la schiuma è generosa e persistente, abbastanza fine, cremosa, bianca.
L'aroma è un po' chiuso e necessita di alcuni minuti per "aprirsi" e rivelare una lieve nota pepata che anticipa sentori di scorza di limone e di arancio, senza mettersi in evidenza né per il livello di pulizia che per l'intensità. Meglio in bocca: è una IPA molto secca, con una base di malto (biscotto) che fornisce l'adeguato supporto per l'abbondante quantità di arancio e pompelmo. Anche qui la pulizia non eccelle, ma c'è comunque una buona intensità. Non mi sembra invece ben definita la personalità: ben lontana dalle IPA Americane, non è neppure assimilabile ad una classica IPA inglese; il risultato sembra quasi a metà strada tra il lemongrass di una Golden Ale inglese ed una Blond Ale belga "moderna",  molto luppolata ed un po' pepata, come ad esempio quella che propone la Brasserie de La Senne.  Molto, troppo carbonata, dal corpo medio, si beve con facilità ma manca di quel crescendo amaro  che ci si aspetterebbe da una IPA; c'è una buona intensità, un finale marcatamente zesty che disseta e rinfresca il palato. In mancanza di personalità c'è per lo meno carattere (quello che manca in molte birre francesi assaggiate), e solide basi per un'ulteriore crescita.
Formato: 33 cl., alc. 6.7%, lotto 1, scad. 09/2014, pagata 4.00 Euro (beershop, Francia).

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