martedì 27 maggio 2014

Weißfux Frauenauer Weißbier

Storia di una beerfirm, ovvero di Matthias Fuchs, medico cinquantenne, dichiaratamente non un birraio ma solamente "uno che ama bere la birra", residente a Wiesbaden, in Assia. Un soggiorno in Inghilterra per motivi di lavoro lo fa innamorare delle birre inglesi (soprattutto Pale Ales, dichiara) che si trasforma poi in passione, complice un viaggio negli Stati Uniti, per la IPA Americane. Rientrato in Germania, l’evidentemente facoltoso Fuchs si rende conto della difficoltà di bere birre americane nella sua nativa Germania. Che fa, allora? Sfrutta la sua casa di vacanza in Baviera, a Zwiesel (praticamente ai confini con la Repubblica Ceca), e la vicinanza alla  Dampfbierbrauerei Zwiesel; chiede loro di produrre una birra “secondo i suoi gusti”, da poter bere innanzitutto in prima persona, e poi, magari da distribuire.  Ecco che a fine 2011 nasce la Rotfux Pale Ale. Nel 2013 il medico lancia una nuova birra: si tratta della Weißfux, una tradizionale hefeweizen luppolata con (o con solo?) Cascade e Citra. L’etichetta, che ovviamente rappresenta una volpe bianca (Weißfux) dovrebbe essere un disegno della figlia del dottore. Ad ogni modo, l’idea di una Hefeweizen con Cascade e Citra mi ha incuriosito abbastanza per passare all’acquisto, ignaro che si trattasse di (un’altra) beerfirm. 
Si presenta di colore oro pallido, opalescente, con un’abbondante testa di schiuma bianca, abbastanza fine e della discreta persistenza. Il naso è piuttosto scarso: c’è soprattutto banana,  con un remotissimo ricordo di agrumi e di speziatura da lievito. Anche in bocca il percorso è quello di una classica hefeweizen, che però non brilla né per fragranza che per pulizia; con banana e qualche note d’agrumi, note di cereali, questa Weißfux ha una gradevole acidità rinfrescante ed una vivace carbonatazione che, abbinate ad un corpo snello a ad una spiccata consistenza watery, la fa risultare molto dissetante e facilissima da bere. Il finale è abbastanza secco, e la chiusura è appena leggermente più luppolata/amara (erbacea, scorza d’agrumi) rispetto agli standard di una hefeweizen. Davvero impercettibile (o irrilevante) la presenza di Cascade e Citra; e se li metti in etichetta per invogliare il potenziale bevitore, dico io, almeno faglieli sentire! Resta da verificare la freschezza di questa  weizen, che non è certo una birra da tenere in cantina, ma la mancanza della data d’imbottigliamento rende impossibile stabilire l’età di questa bottiglia, dall’intensità e dalla freschezza tutt’altro che degna di nota. La data di scadenza abbastanza prossima (agosto 2014) non sarebbe un buon presagio, ma non è raro trovare in Germania birre con una shelf-life abbastanza corta. Resto con la curiosità insoddisfatta di provare una hefeweizen con Cascade e Citra; l’idea c’è, e se qualche homebrewer vuole metterla in pratica e mandarmi un paio di bottiglie per l’assaggio, sarà ricompensato con un post dedicato sulle pagine di questo blog. 
Formato. 33 cl., alc. 5.3%, scad. 16/08/2014, pagata 2,03 Euro (beershop, Germania).

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