venerdì 23 ottobre 2015

HOMEBREWED! Spufi Brewing Sette e 1/2 IPA

Ritorna dopo un periodo d’assenza la rubrica (mensile ?) dedicata alle produzioni casalinghe; la calda estate che ci siamo lasciati alle spalle con le sue elevate temperature ha purtroppo sconsigliato l’invio per posta di qualsiasi bottiglia.  Voglio anche rassicurare gli homebrewers che stanno ancora attendendo di vedere le loro birre “pubblicate”: il ritardo è anch’esso dovuto al caldo, difficile per me affrontare dei Barley Wine in piena estate, ma ormai la stagione "giusta" è alle porte.
Oggi vi presento l’homebrewer Mirko Pizzi da Limido Comasco, paese che si trova solo ad un paio di chilometri da Lurago Marinone, "casa" del Birrificio Italiano. Capitatovi una sera per caso, fu proprio l’incontro con un bicchiere di Bibock a far nascere in lui la passione per la birra e, di conseguenza, il beer-hunting e il desiderio di provare a produrla a casa;  dal 2008 inizia assieme ad amici a sperimentare con i vari kit da estratto, ma i risultati non sono molto soddisfacenti. Le cose migliorano solamente a partire dal 2012, quando Mirko decide di passare all’All Grain: nel tempo libero dal suo lavoro da programmatore si “forma” in modo completamente autodidatta, soprattutto attingendo informazioni da siti specializzati in internet. 
Diamo quindi il benvenuto alla “Spufi Brewing”, questo il nome del birrificio casalingo il cui logo raffigura il gatto di casa, Spufi; la prima birra che stappo è una IPA chiamata “Sette e 1/2", prodotta con malti  Pale, Pils, Carapils, una piccola percentuale di malto caramello e fiocchi  d'orzo. Per l’amaro è stato scelto il Magnum, affiancato da Chinook, Columbus, Mosaic, Citra, Amarillo, Simcoe e Galaxy; c’è anche un generoso dry-hopping di Mosaic. 
La fotografia la scurisce un po' troppo, perché in realtà nel bicchiere arriva molto torbida e di colore arancio, con qualche venatura ramata: la schiuma è biancastra, compatta e cremosa, con un’ottima persistenza. 
L’eccessiva opalescenza è subito “perdonata”  non appena si avvicina il naso al bicchiere. E’ una IPA in bottiglia da circa due mesi e l’aroma ne riflette tutta la freschezza, sorprendendomi soprattutto per  intensità, pulizia ed eleganza. C’è una macedonia di frutta ruffiana al punto giusto e molto ben assemblata con i profumi di litchi, ananas, melone retato, pompelmo, arancia e mango: davvero nulla da invidiare a birre “professionali”, anzi…  molto meglio di molte IPA da me assaggiate in questi anni.  I maligni potrebbero obiettare che un dry-hopping ben fatto e un po’ “spinto” conquista subito le narici del bevitore contribuendo anche a mascherare eventuali piccoli difetti;  ma il “problema”, se così si può chiamare, è che un tale aroma crea dell’elevate aspettative che il gusto deve poi saper confermare. Al palato questa IPA ha una buona scorrevolezza, anche se potrebbe essere più “leggera”  e snella per quel che riguarda la sensazione “tattile”: il livello di bollicine è giusto, medio, come il corpo.  In bocca arriva subito una bella fragranza dei malti, con note di cereali e crackers, una breve introduzione che spalanca poi le porte ad un’intensa macedonia di frutta che rivisita l’aroma. La corrispondenza profumi/sapori è quasi perfetta, mentre pulizia e finezza del gusto non sono allo stesso livello dell’aroma: la frutta domina andando però a coprire tutto il resto, e mi riferisco in particolare alla chiusura amara che, personalmente, vorrei sempre trovare in una IPA. L’amaro fa invece un po’ fatica ad emergere dal dolce della frutta, anche se le cose migliorano quando la birra s'avvicina alla temperatura ambiente mettendo un po' più in mostra le note di scorza di pompelmo e quelle vegetali.  E' comunque una chiusura in tono minore rispetto all'intensità del resto della birra, a "scendere" invece che  a "salire"; nel retrogusto ritornano un po' a sorpresa le note di cereali e crackers. 
E' una IPA di livello piuttosto buono, davvero: l'aroma mi ha assolutamente colpito in positivo, e  se devo quindi dare qualche "umile" consiglio all'homebrewer è di lavorare sopratutto sul "mouthfeel", un po' troppo pesante, e sulla parte amara finale che, almeno per i miei gusti è un po' sottotono rispetto al resto della bevuta. Il gusto è di ottima intensità, l'alcool è molto ben nascosto ma bisognerebbe trovare un po' più di equilibrio tra i vari elementi, senza lasciare che la componente fruttata e "ruffiana" sia padrone assoluta del palcoscenico. Questa la  valutazione su scala BJCP:  37/50 (Aroma 10/12, Aspetto 2/3, Gusto 14/20, Mouthfeel 3/5, impressione generale 8/10). 
Ringrazio Mirko per avermi spedito e fatto assaggiare la sua birra, e vi do appuntamento alla prossima "puntata" di Homebrewed! E ricordate che la rubrica è aperta  a tutti i volenterosi homebrewers!  
Formato: 33 cl., alc. 7.5%, IBU 52, OG 1065, imbott. 13/08/2015.

Nessun commento:

Posta un commento