mercoledì 14 ottobre 2015

NovaBirra Li P'tite Gayoûle

Dopo quello di ieri con Vliegende Paard (Préaris), ecco un altro appuntamento con un birrificio belga di recente apertura. NovaBirra è il nome scelto da Emanuele Corazzini, rientrato in Belgio dopo sei anni passati negli Stati Uniti, per dare vita al suo progetto inaugurato nel 2008 in quel di Braine-l'Alleud (una trentina di chilometri a sud di Brussels) come un “Atelier de Brassage” dove poter comprare e degustare birre, partecipare a laboratori e soprattutto imparare l’homebrewing. I corsi si svolgono nel weekend, con due giornate intense nelle quali i partecipanti  (da 1 a 4 persone) decidono assieme la ricetta e producono la loro birra, tornando poi un mese dopo a ritirare sette bottiglie da 75 centilitri. 
Il passo successivo è lo status di beerfirm; le ricette vengono infatti studiate e testate sull’impianto proprio, ma per la produzione in “larga” scala della prima birra, la Big Mama Stout  (2012) ci si affida agli impianti della Brasserie de Jandrain-Jandrenouille. La birra del debutto verrà in seguito  realizzata da De Ranke, ed è qui che vedono la luce anche le altre due ricette di NovaBirra, ovvero la  Big Nose Triple e la Li P'tite Gayoûle. Quest’ultima nasce da una ricetta elaborata assieme ad alcuni partecipanti ai corsi di produzione di NovaBirra: Arnaud, FX,  Kevyn e, ovviamente, Emanuele Corazzini. Lievito tipo Saison, malti Pilsner e caramellati e luppolatura affidata a Simcoe e Mosaic. 
Il suo colore è ambrato, velato, sormontato da una testa di schiuma biancastra, compatta e cremosa, dall’ottima persistenza. Al naso non c’è quella predominanza di frutta che ci si attenderebbe dall’uso di luppoli americani ma sono piuttosto i malti ad essere in evidenza con sentori di pane e fetta biscottata, miele e cereali, una delicata speziatura; in sottofondo s’avvertono erbe officinali ed una remota presenza di agrumi. Lo scenario rimane pressoché simile anche al palato, in un gusto dove domina la componente maltata, peraltro molto fragrante, con le sue note di biscotto, frutta secca, miele e lieve caramello. C’è una leggera suggestione di frutta tropicale che anticipa la chiusura amara, terrosa, lievemente erbacea e – finalmente – un po’ rustica.  La birra è tecnicamente pulita e ben eseguita, non fosse per una leggera astringenza che la penalizza soprattutto a fine corsa; la facilità di bevuta è enorme, con un corpo medio-leggero e una vivace carbonazione. Il resto rientra nei confini del gusto personale, ovvero la preferenza (come nel mio caso) per Saison più fruttate e luppolato rispetto a quelle come questa dove i malti sono maggiormente in evidenza.
Formato: 33 cl., alc. 5.5%, lotto LNR52T 20/08/2014, scad. 09/08/2019, pagata 2,10 euro (beershop, Belgio).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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