Risale al 1818 la nascita dalla Brouwerij Contreras, quando in una fattoria sulle colline di Gavere (una ventina di km a sud-est di Gand) la famiglia Latte possiede una fattoria con annesso mulino e birrificio che viene venduto nel 1898 a René Contreras, antenati spagnoli e già proprietario di un birrificio a Evergem. Nel 1920 l’azienda passa nella mani del giovane nipote (classe 1901) Marcel Contreras; è lui che mette in atto il processo di ristrutturazione degli edifici e di modernizzazione degli impianti, con l’installazione di un sistema di refrigerazione che permette la produzione di birre a bassa fermentazione. Dopo le difficoltà provocate dalla seconda guerra mondiale il timone passa nella mani di Willy Contreras, figlio di Marcel: per molti anni il birrificio ha un mercato soprattutto locale destinato ad alimentare i bar di proprietà con le birre Contra Pils, Raf Export Pils e l’ambrata Tonneke, quest’ultima poi dismessa a causa degli alti costi produttivi e resuscitata solo di recente.
La svolta all’export per Contreras avviene all’inizio del ventunesimo secolo, quando alla guida subentra Ann, unica figlia di Willy, assieme al fidanzato Frederik De Vrieze. E’ quest’ultimo – birraio con un occhio di riguardo verso quello che sta accadendo negli Stati Uniti - a prendere gradualmente il comando delle operazioni e ad introdurre nel 2004 la gamma Valeir, che prende il nome da un leggendario soldato al quale è anche dedicata una statua posta di fronte al municipio di Gavere. Il campo di battaglia è quello di Semmerzake, nel 1453, dove l’esercito del Duca di Borgogna Filippo III sconfisse la città ribelle di Gand lasciando sul campo 16.000 vittime tra la popolazione. Alla Valeir Blond si aggiungono rapidamente una birra natalizia e, nel 2006, la tripel “Valeir Divers” ed una “Donker”; il mercato le recepisce molto positivamente e decolla, rendendo necessario l'ampliamento della capacità produttiva, completato nel 2010. La quota export (Europa, USA e Giappone) riguarda oggi il 40% della produzione.
Nel 2007 il Giro delle Fiandre transita per Gavere e per l’occasione viene prodotta una belgian ale abbondantemente luppolata (o Belgian IPA) che viene chiamata “El Toro” e che entra poi in produzione stabilmente con il più gradevole nome di "Extra". I luppoli utilizzati sono Sterling ed Amarillo.
Nel bicchiere si presenta di un bel color dorato carico con riflessi arancio, velato: la "croccante" schiuma biancastra è perfetta nella sua compattezza e cremosità, con un ottima persistenza. L'aroma non è particolarmente intenso ed entusiasmante: il benvenuto è dato dai malti (pane, fetta biscottata) affiancati da sentori terrosi e, molto ma molto leggeri, di agrumi e spezie. Al palato viene rispettata la tradizione belga delle vivaci bollicine, in una birra dal copro medio che scorre bene mantenendo una buona presenza e morbidezza. Il gusto muove i suoi passi sul sentiero aperto dall'aroma senza allontanarsi mai; la base maltata è piuttosto solida (pane e biscotto), c'è una leggera presenza di agrumi e il finale si dirige in territorio amaro (terra e resina) senza nessun estremismo. Facilità di bevuta ed equilibrio vengono assolutamente preservati, il lievito belga regala una delicata speziatura ma c'è una lieve presenza di diacetile che fa capolino al naso e in bocca man mano che la birra si scalda. La secchezza non è impeccabile, mentre latita un po' quella componente fruttata che oggi è componente quasi imprescindibili delle IPA moderne e ruffiane: il risultato finale è senz'altro innovativo nei confronti della tradizione belga, ma un po' datato se si raffronta con quanto va di moda adesso nel resto del mondo quando si parla di IPA. Birra comunque gradevole, anche se l'impressione è di aver trovato una bottiglia un po' fuori forma.
Formato: 33 cl., alc. 6.5%, lotto CP 2015/08, scad. 22/05/2017, pagata 2.10 euro (beershop, Belgio).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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