Eccoci di nuovo a parlare di Perennial Artisan Ales, birrificio americano operativo a St. Louis (Missouri) dal 2011: la loro storia l’avevo raccontata qui. Prima di mettersi in proprio Phil Wymore ha lavorato come birraio al brewpub Grindstone e soprattutto alla Goose Island e alla Half Acre di Chicago. Nelle sue intenzioni Perennial Artisan Ales doveva colmare quel vuoto di birre ispirate alla tradizione belga che c’era nella sua zona: sono invece state le imperial stout a renderlo famoso, a partire da quella Abraxas che ha iniziato ad attirare a St Louis beergeeks da tutti gli Stati Uniti, e non solo. In questo senso la sua esperienza come birraio a Chicago è stata fondamentale: “alla Goose Island occupavo il ruolo di Cellar Manager e supervisionavo la produzione delle birre barricate. Ho prodotto moltissime Bourbon County, riempiendo e impilando centinaia di barli; non è una birra facile da fare. Produrla è una vera rottura di coglioni… macinare e fare il mash con tutto quel malto per ottenere una quantità di liquido relativamente modesta”. Wymore aveva poi realizzato da Half Acre la imperial coffe stout Big Hugs.
Perennial inizia a produrre stout quasi per caso; nel 2012 per celebrare il giorno di San Patrizio viene prodotta la 17, imperial stout con fave di cacao e menta. Il suo successo fece nascere rapidamente Sump, imperial stout al caffè, Maman, imperial stout “semplice” invecchiata in botti di Rittenhouse Rye e Elijah Craig e la già citata Abraxas. Oggi il 25% della produzione Perennial riguarda stout e imperial stout: “quando produci una birra come Abraxas che sembra piacere moltissimo alla gente, devi seguire il mercato e cercare di aumentarne la disponibilità. Il nostro mantra è sempre stato ‘ascolta il mercato e dai alla gente quello che vuole, finché sei orgoglioso di farlo’. Se fossimo famosi per qualcosa che non siamo orgogliosi di produrre ci porremmo senz’altro delle domande. Allo stesso modo forse non continueremmo a fare una Brown Ale prodotta con orgoglio ma che nessuno compra”.
La birra.
L’imperial coffee stout Sump (11.5%) di Perennial prende il nome dalla torrefazione di St. Louis che rifornisce Perennial. La versione “classica” utilizza la varietà La Virgen proveniente dalla Colombia, ma me vengono realizzate spesso varianti con altre tipologie di caffè. Sump è arrivata anche in Europa e ciò significa inevitabilmente due cose: la produzione è aumentata e l’hype dei beergeeks americani si è spostato altrove. Ad esempio sulla sua versione Barrel Aged.
Il Sump Day 2018 si è tenuto al birrificio dal 19 al 23 dicembre: occasione ghiotta per bere la Sump con qualche settimana di anticipo rispetto alla normale distribuzione, avvenuta a gennaio 2019 e, soprattutto, per assaggiare alcune varianti. Erano disponibili all’acquisto due box da tre e quattro bottiglie. Per 75 dollari vi portavate a casa due bottiglie di Sump normale e la variante prodotta con caffè etiope Roba; per 100 dollari avevate due bottiglie di ciascuna birra. In gennaio è poi arrivata la Barrel Aged Sump (13%): 40 dollari a bottiglia al birrificio.
Nera, impenetrabile alla luce; nel bicchiere forma una testa di schiuma di modeste dimensioni ma dalla buona persistenza. A sette mesi dalla messa in bottiglia il caffè è ancora dominante, ed è accompagnato da note terrose e di pellame; il lattosio regala qualche suggestione di panna e vaniglia, in sottofondo emerge anche il torrefatto. L’aroma è forse un po’ monotematico ma intenso e pulito. Nulla da eccepire anche sul mouthfeel, viscoso, denso e morbido. Il corpo è pieno ma non è una birra masticabile o difficile da sorseggiare. Il gusto risulta un po’ meno definito ma è comunque di notevolissima intensità, sebbene penalizzato da un residuo zuccherino un po’ troppo invadente. Fruit cake, vaniglia, fudge, frutta sotto spirito; si parte con dolcezza prima dell’arrivo del caffè a cui spetta il compito di chiudere la bevuta. Il lattosio ben contrasta l’acidità del caffè ed il percorso termina in maniera bilanciata tra delicate tostature e un bel tepore etilico che riscalda senza bruciare. Densa e intensa, Sump di Perennial è indubbiamente una bevuta di livello ma lontana dall’olimpo delle imperial coffee stout, almeno questa sua edizione 2018. A mio parare le gioverebbe senz’altro l'essere un po’ meno dolce. Ripenso alle parole di Wymore: “devi seguire il mercato e dare alla gente quello che vuole bere”. Il successo delle Pastry Stout (e delle NEIPA) dimostra che la maggior parte della gente (beergeeks inclusi) preferisce il dolce all’amaro ed ecco forse spiegato il motivo della deriva un po’ troppo dolce di questa bottiglia.
Formato 75 cl., alc. 11.5%, imbottigliata 17/01/2019, prezzo indicativo 25.00-30.00 Euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia/lattina e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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