Nel Natale del 1995 Matt Potts riceve in regalo dalla moglie Lyn un kit per homebrewing: è l’inizio di un hobby che andrà ad occupare tutto il suo tempo libero dalla propria attività di avvocato nel settore immobiliare. Amici e conoscenti apprezzano le sue produzioni casalinghe che vengono consumate in grandi quantità in feste nella sua casa nella campagna dell’Illinois. La passione e la confidenza nelle proprie capacità di fare la birra aumentano al punto che nel 1997 Potts acquista all’asta con alcuni soci un edificio in disuso e v’installa un impianto di seconda mano proveniente da un birrificio fallito di Portland, Oregon: senza aver mai lavorato in un birrificio e senza aver mai seguito nessun corso professionale, nel dicembre 2001 apre le porte del brewpub Elmwood Brewing nell’omonima sperduta cittadina dell’Illinois.
Spostiamoci ora a Normal, sempre Illinois, 200 chilometri a sud-est di Chicago: 50.000 abitanti, quasi la metà quali studenti che risiedono nel campus dell’Illinois State University. Qui nel 2005 si sta progettando la realizzazione di una grossa area commerciale chiamata Shoppes at College Hills ed a Potts viene offerta l’opportunità di replicare il brewpub in un contesto dal potenziale maggiore: lo seguono nell’avventura i soci Troy Nelson (ristorazione), Laurie Nelson e Jason Bratcher (amministrazione e finanza). Prima di trasferirsi definitivamente con la famiglia a Normal per l’inaugurazione del 23 novembre 2007 Potts trova anche il tempo di seguire un corso per la produzione della birra al Siebel Institute di Chicago dove s’innamora delle birre acide belghe.
Il momento non è dei più favorevoli, la crisi finanziaria del 2007-2009 picchia duro ma Desthil Restaurant & Brew Works, questo il nome scelto, riesce a sopravvivere e ad aprire nel 2011 un secondo brewpub a Champaign, un centinaio di chilometri a sud-est. Il 2011 è anche l’anno in cui lo sconosciuto brewpub Desthil decide di partecipare per la prima volta al Great American Beer Festival: Potts porta con se dieci birre, sei delle quali sono acide fermentate e maturate in legno. A quel tempo non vi erano molti produttori che si cimentavano nello stile, lo stand di questo sconosciuto birrificio al festival viene preso d’assalto e per Desthil arriva la notorietà nella scena craft americana. C’è un piccolo problema: produce solo fusti, non confeziona nulla e chi vuole assaggiare le birre deve per forza recarsi in Illinois.
A marzo 2013 in un magazzino a Bloomington (Illinois) Desthil inaugura il primo impianto dedicato al confezionamento: per i primi mesi d’attività la produzione è esclusivamente destinata ad alimentare quelle botti che dopo un anno o più d’attesa restituiranno quelle birre acide che il pubblico vuole bere. La capacità produttiva di Desthil sale da 1.200 a 30.000 ettolitri barili all’anno: Potts prevede di saturarla in una decina d’anni ma nel giugno 2016 iniziano già i lavori per la costruzione di un nuovo stabilimento a Normal. Un investimento da 15 milioni di dollari per un edificio da 4500 metri quadri che ospita un impianto da 70 ettolitri destinato alle birre “standard”, una sour kettle da 280 ettolitri ed un impiantino pilota da 11 ettolitri; in cantina ci sono oltre 600 tra botti e foudres di legno. Il nuovo sito produttivo, che sostituisce quello di Bloomington, potrà arrivare sino a 180.000 ettolitri all’anno: ciò ha consentito a Desthil di espandere la propria distribuzione in 30 stati americani ed occasionalmente anche al continente europeo. Chi volesse provare le birre in loco può recarsi al brewpub originale di Normal o alla Beer Hall adiacente al birrificio, tutti dotati di ristorante con cucina americana-contemporanea; il brewpub di Champaign dovrebbe essere invece chiuso proprio in questi giorni e riaprire in una nuova location.
Privyet (“ciao”, in russo) è il nome scelto per la base utilizzata per la realizzazione della Dosvidanya, un'imperial stout invecchiata in botti di bourbon che portò a Destihl la medaglia di bronzo al Great American Beer Festival del 2015. Dosvidanya fu prodotta per la prima volta nel 2008 al brewpub di Normal: era nata in occasione di una festa d’addio ad un dipendente del birrificio che aveva deciso di cambiare lavoro.
La base Privyet è realizzata con malti 2-row, chocolate, black, caramel 120, munich, victory, extra special, orzo tostato, frumento, lolle di riso (rice hulls) ed è disponibile nel periodo che va da ottobre a dicembre. Non è nera ma poco ci manca: la schiuma è cremosa, abbastanza compatta ma piuttosto rapida a collassare nel bicchiere. L’aroma è quello giusto ma poco intenso e piuttosto “chiuso”, forse anche per colpa dei due anni passati dalla messa in lattina: tostature, fondi di caffè, accenni di melassa e liquirizia, fruit cake. Ma da qui in poi è tutto un crescendo, a partire da un mouthfeel sorprendentemente denso per una birra prodotta nel Midwest americano: corpo pieno, consistenza quasi masticabile, poche bollicine. E la bevuta è per “uomini duri”, di quelle che picchiano subito con tostature, torrefatto e un amaro ulteriormente potenziato da una generosa luppolatura resinosa. C’è anche posto per tabacco, cenere ed una necessaria controparte dolce che richiama melassa, fudge e frutta sotto spirito. L’alcool fa una bella progressione che sfocia in un finale piuttosto caldo che riscalda e rincuora. Bevuta densa, potente, intensa: non è un manifesto di finezza ma incarna perfettamente il prototipo di American Imperial Stout. Ottima.
Formato 35,5 cl., alc. 11.4%, IBU 80, lotto 04/12/2018, prezzo indicativo 5,00--6,00 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questo esemplare e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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