Pensavamo di avere nel bicchiere una “semplice” birra tedesca ed invece, indagando un po’, abbiamo scoperto che l’origine della “Braunschweiger Mumme”, o più semplicemente “Mumme”, risale alla fine del 1400, fino a diventare una delle birre più popolari in Europa tra il sedicesimo ed il diciassettesimo secolo al punto che Franz Ernst Bruckmann nel 1736 le “dedicò” un libro (De Mumia Brunsvicensium) dove la descriveva come una birra nera, molto alcolica, molto densa e molto dolce, inventata da Christian Mumme in una classica casa “a graticcio” di Brunswick. Ma come per tutte le cose popolari del passato, spesso la storia si confonde con la leggenda: nel 1911 il direttore dello Städtischen Museums di Braunschweig pubblicò il lavoro “Geschichte der Mumme” (Storia della Mumme) in cui dimostrò come la casa che veniva indicata come il luogo di nascita della birra (andata poi distrutta durante la seconda guerra mondiale) non era mai appartenuta a nessun membro della famiglia Mumme e che negli annuari della città non vi era nessuna prova dell’esistenza di un individuo chiamato Christian Mumme; se davvero tale persona avesse creato una birra divenuta coì popolare, il suo nome sarebbe dovuto senz’altro comparire in qualche documento del passato. Al di là del “mito” della “Mumme”, è chiaro che il successo che questa birra ebbe tra il sedicesimo ed il diciassettesimo secolo fu dovuto alla sua elevata capacità di conservazione e di resistenza alle “alte” temperature (grazie al suo elevato contenuto di luppolo, alcool e zuccheri non fermentati) che la rendeva ideale per i lunghi viaggi in nave. Ne esistevano due versioni; una per il consumo immediato, chiamata “Stadt-Mumme”, ed una – molto più luppolata e speziata - per l’esportazione, chiamata “Schiff-Mumme”. Per alcuni la “Mumme” sarebbe “la più antica delle Schwarzbier” (ignorando la differenza tra alta e bassa fermentazione); per altri (Conrad Seidl, nel libro "Noch ein Bier" del 1993) l’esportazione nel diciassettesimo in Inghilterra fu l’ispirazione che fece poi nascere lo stile “Porter”; peccato che Seidl abbia fatto un po’ di confusione con il calendario e con la data di nascita delle porter (vi rimandiamo al bel blog di Tyrser se volete approfondire). Certo è che in seguito la Mumme fu prodotta, oltre che a Braunschweig, anche ad Amburgo ed in Inghilterra, anche se con ingredienti ovviamente diversi; nel 1682, nel periodo di massima diffusione, a Braunschweig c’erano 298 birrifici dei quali 86 producevano una Mumme; il successivo periodo di guerra (1710) con la città anseatica di Brema (ed il suo strategico porto fluviale) decretarono la fine delle esportazioni ed anche il drammatico crollo della sua produzione, tanto che a metà secolo (1750) solo due birrifici continuavano a produrla (Brauerei Nettelbeck e Franz Steger). Quest'ultima chiuse i battenti nel 1954, mentre la Nettlbeck continua a produrla in due versioni: un analcolico estratto di malto, in lattina, ed una birra che ci accingiamo a versare nel bicchiere. Per chi invece volesse approfondire, segnaliamo due pagine; una in inglese, ed una in tedesco. Aspetto davvero sontuoso: bel color ambrato molto carico, quasi marrone, leggermente velato; la schiuma, color ocra, è pannosa e molto persistente. Aroma molto semplice, ma fine e pulito: pane nero di segale, toffee, una leggera terrosità. Ottimo l'impatto al palato: l'ingresso è davvero molto morbido; ha corpo medio, con una consistenza, per tutta la bevuta, che a tratti rasenta la cremosità. Più complesso il gusto, con richiami all'aroma (caramello, pane nero), frutta secca e qualche nota di frutta sotto spirito (uvetta?); c'è pulizia e facilità di bevuta, con un bel finale e conseguente retrogusto abboccato, caldo, leggermente etilico. Peccato per un residuo "burroso" che lascia la bocca un po' appiccicosa. Senz'altro una bella sorpresa, una birra complessivamente ben fatta che consiglieremmo però di riservare per i mesi meno caldi dall'anno. Prezzo non in linea con la "media" tedesca. Formato: 50 cl., alc. 5.2%, lotto 0216 (?), scad. 08/06/2012, prezzo 2.74 Euro.
Nessun commento:
Posta un commento