La "Bella di Garbagna" non è solo la smutandata fanciulla ritratta sull'etichetta della bottiglia del Birrificio Montegioco. E' prima di tutta una varietà autoctona di ciliegia del piccolo omonimo paese in provincia di Alessandria, noto per la produzione di ciliegia; tra la diverse varietà coltivate c'è appunto quella che viene chiamata "Bella", un durone "di colore rosso brillante, con il picciolo medio lungo, molto croccante, dolce e quindi particolarmente adatto alla conserva sotto spirito, dove mantiene consistenza e sapore senza sfaldarsi". Raccolta ancora a mano, era un tempo ricercata sopratutto come ripieno per i Boeri. Nel 2004 diviene un presidio Slow Food, come varietà locale a rischio di estinzione: la sua raccolta, che può avvenire solamente a maturazione, è infatti poco compatibile con i sistemi di refrigerazione che ne consentono lo stoccaggio e la distribuzione a lungo raggio, penalizzandone dunque la richiesta del mercato.
Non è la prima birra che il birrificio di Riccardo Franzosi "dedica" al territorio che lo circonda; abbiamo già incontrato per strada Quarta Runa (pesca di Volpedo), Tibir (mosto di Timorasso), Open Mind (mosto di Barbera) e la nuova arrivata Magiuster (fragola di Tortona). Sino al 2011, se non erro, La Garbagnina venne prodotta aggiungendo le ciliegie (20%), in fermentazione, alla Demon Hunter, con il risultato di una Fruit Beer decisamente alcolica (10%). Per rendere maggior giustizia alla ciliegia, Riccardo Franzosi a partire dal 2012 ha deciso di utilizzare quella che ormai è diventata la birra-ossatura di molte altre creazioni: è la Runa, usata anche per realizzare La Mummia, la Quarta Runa già citata e la Mac Runa, ad esempio. La gradazione alcolica è scesa all'8% (2012) e 6.5% (2013).
Edizione 2012: sensuale nel bicchiere, di un rosso che s'avvicina al porpora, velato, ed una vivace schiuma rosa, grossolana e poco persistente. Al naso convivono sentori acidi (lattico) ed aspri di amarena, fianco a fianco con note più dolci di ciliegia e di frutti di bosco. Il suo biglietto da visita è assolutamente sincero, e conferma in bocca tutte le aspettative create: leggera e vivacemente carbonata senza mai andare oltre il limite. Scorre bene ed è facile da bere, ripropone la tensione tra aspro ed amaro dell'aroma: amarena, ribes da un lato, caramello, frutti di bosco (dolci) e ciliegia sciroppata dall'altro per una bevuta che non stanca mai e che si rinnova sorso dopo sorso e all'innalzarsi della temperatura nel bicchiere. Da fresca è decisamente più aspra e dissetante, ma secondo me è solo riscaldandosi (arrivando intorno ai 16 gradi) che la Garbagnina dà il meglio di sé mettendo in evidenza un maggior equilibrio agrodolce e soprattutto un bel finale tannico, leggermente amaro, che ricorda una vino rosso poco strutturato (la mia provenienza geografica mi fa pensare al Lambrusco, ma è solo un esempio). Chiude con una leggera nota lattica e legnosa, ed un lieve calore etilico nel morbido retrogusto di ciliegia sciroppata, dove finalmente si ha qualche evidenza concreta del contenuto alcolico dichiarato in etichetta. Una birra molto ben eseguita, che si beve senza nessuno sforzo ma che è capace anche di regalare grosse soddisfazioni (e complessità) a chi ha voglia e pazienza di lasciarla riscaldare per sorseggiarla lentamente.
Formato: 33 cl., alc. 8%, lotto 26/12, scad. 31/12/2015, pagata 5.00 Euro (gastronomia, Italia).
Nessun commento:
Posta un commento