Seguite questo consiglio, se vi capiterà di dover accompagnare la vostra famiglia a Disneyland (California, non Parigi) e già tremate al pensiero di dover passare almeno mezz'ora in fila prima di poter salire su qualsiasi attrazione. Con la scusa che i parcheggi sono situati abbastanza lontano dall'ingresso (fate finta che le comode navette non esistano) accompagnate in macchina moglie e figli sin davanti all'entrata dei cancelli; girate la macchina, dite loro che andate a parcheggiare e che li raggiungerete al più presto all'interno del parco. Voi dirigetevi verso che gli enormi parcheggi multipiano, ma poi tirate dritto, e guidate verso nord-est, in direzione Placentia, Orange County. In soli dieci minuti sarete davanti a The Bruery; il piano sarebbe perfetto non fosse che la tasting room del birrificio apre, nella migliore della ipotesi (nei weekend), non prima di mezzogiorno.
Viene fondato nel 2008 da Patrick Rue, un giovane studente di legge che si dilettava con l'homebrewing nel garage della casa che la Santa Clara University aveva dato a lui e a sua moglie Rachel; già da tempo appassionato di "craft beer", si faceva notare per presentarsi alle feste universitarie, dove tutti bevevano le solite lager industriali, con un paio di growler di birra da lui prodotta. Terminati gli studi, Patrick cerca un lavoro in diversi studi legali, senza successo; l'alternativa sarebbe lavorare assieme al padre (un agente immobiliare), ma il sogno che inizia ad ossessionarlo sempre di più è quello di aprire un suo birrificio. Lentamente ai colloqui di lavoro preferisce le visite agli altri birrifici della California (Russian River, Lost Abbey, Stone) in cerca di idee e di consigli pratici che possano aiutarlo. Greg Koch, fondatore di Stone, rammenta di essere rimasto molto colpito dalla chiarezza d'intenti e dalla precisione del business plan che Patrick Rue gli stava illustrando.
Senza nessuna esperienza come birraio professionista, Patrick e la moglie Rachel decidono di farsi aiutare dall'amico Tyler King. Tyler, che aveva anche lui appena terminato il college, lavorava da quando aveva diciotto anni la sera in un brewpub e conobbe Patrick frequentando un club di homebrewers del quale questi era il vice presidente.
Potete ancora oggi percorrere la storia del birrificio sul blog di Patrick che, a partire dal 2007, rende pubbliche tutte le fasi antecedenti all'apertura, dalla ricerca della location all'acquisto dell'impianto, dalla richiesta dei permessi necessari alla scelta del tipo di birre da produrre. Il blog è ovviamente in inglese, ma vi consiglio davvero di passarlo in rassegna per riviere, a distanza di tempo, la nascita e lo sviluppo del birrificio californiano.
Il primo fusto di birra viene venduto nel maggio del 2008; per l'occasione The Bruery (il nome è un riuscito incrocio tra il cognome Rue e la parola "brewery") decide di organizzare un concorso per homebrewer, e di produrre la birra vincitrice come prima birra ufficiale: la motivazione, secondo le parola di Patrick, era che "sicuramente avremmo commesso degli errori e la birra sarebbe venuta male; volevamo quindi debuttare con una one-shot che non fosse poi mai più ripetuta". La birra è la Levuds, una strong ale dall'ABV molto sostento (11% !) che - raccontano - aveva però una grandissima bevibilità. La quantità prodotta viene sorprendentemente venduta tutta nel giro di quattro mesi, anche grazie al seguito del blog di Partrick che era diventato molto popolare nella comunità degli homebrewers e degli appassionati di birra. "Ma adesso - ammette Rue - probabilmente la stessa quantità di birra finirebbe in quattro giorni".
The Bruery è dunque un birrificio guidato da giovani ragazzi, che nel giro di dodici mesi passa da tre a dodici dipendenti; contrariamente alla maggior parte dei suoi colleghi californiani, Rue si focalizza soprattutto su birre ispirate dalla tradizione belga, piuttosto che sulle luppolatissime IPA tipiche della West Coast. Il birrificio diviene famoso per produrre saison e soprattutto una serie di birre acide ed invecchiate in botte che diventano (quasi) oggetto di culto, come la Black Tuesday, una imperial stout invecchiata in botti di bourbon che viene prodotta una volta l'anno. Nel 2010 The Bruery apre The Provisions, un negozio nel centro di Orange che offre una selezione di specialità alimentari, formaggi e cioccolata, da consumare in loco in abbinamento alle birre; per il negozio viene creata un'apposita linea di birre, chiamata The Provisional Series, in vendita solo in loco. The Provisions viene chiusa ad inizio 2013, quando Rue dichiara di volersi meglio concentrare sul birrificio piuttosto che in progetti paralleli; nello stesso periodo viene anche inaugurata una più ampia e rinnovata tasting room all'interno di The Bruery.
Dopo tutte queste parole è venuta l'ora di bere; siamo in primavera, quale migliore occasione per stappare una bottiglia di Saison de Lente, ovvero "Saison di Primavera", una delle tante birre stagionali che The Bruery produce. Debutta nel 2009, e la ricetta prevede l'aggiunta di brettanomiceti. Questa bottiglia è stata prodotta a fine 2012, ed è di un bel colore arancio pallido, opaco: la schiuma è bianca e generosa, compatta e fine, cremosa, con una buona persistenza. La primavera è ufficialmente arrivata da pochi giorni e l'aroma è in un certo senso il benvenuto che la stagione ci porta: forte, elegante e molto pulito, con sentori floreali, una lieve nota pepata e poi tanta frutta, come albicocca ed arancia, pera e banana, con una lieve acidità a bilanciare la note più dolci. E' fresca e vivace anche in bocca, con un corpo leggero ed una carbonazione media: troviamo crosta di pane, albicocca e pesca, con di nuovo un perfetto equilibrio tra le dolci note di frutta ed una leggera acidità. Chiude secca con una nota amaricante terrosa, ed è una saison intensa ma molto facile da bere al tempo stesso; dissetante e rinfrescante, come nella tradizione vallona, ma dal carattere più borghese che popolare. E' più elegante che rustica, è più gourmet che contadina (anche nel prezzo ed anche negli USA), quasi impercettibilmente sfiorata dalle note tipiche dei brettanomiceti; leggermente "tart", quasi per niente "funky", per dirla all'americana. Rimane comunque un'ottima bevuta, e se non fosse per il prezzo e se costasse quanto una Saison Dupont, ce ne sarebbe da fare scorta all'inizio di ogni primavera.
Formato: 75 cl., alc. 6.5%, lotto 757, imbott. 18/12/2012, scad. 12/2014, pagata 13,49 Euro (beershop, Italia; 9.99 dollari prezzo consigliato negli USA).
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