Dugges Ale & Porterbryggeri nasce nel 2005 a Mölndal, un piccolo sobborgo situato otto chilometri a sud di Göteborg. Il fondatore è Mikael Dugge Engström, ispirato - strano a dirsi - dalla craft beer revolution americana. Le birre sono inizialmente disponibili solo in fusto, è solo a partire dal 2007 che arrivano le prime bottiglie. Nel 2010 è già tempo di pensare ad espandersi per far fronte all'aumento della domanda dei clienti, che veniva momentaneamente soddisfatta brassando alcune birre da Slottskällans Bryggeri, Sigtuna Brygghus e De Proef in Belgio.
Vengono individuati nuovi locali più grandi a Landvetter, venti chilometri più ad est, in un bell'edificio che brilla del tipico "rosso" scandinavo. La scelta è quella di acquistare un impianto cinese, che - ammette Mikael - abbatte i costi di un terzo rispetto ad un equivalente realizzato in Germania; per evitare sorprese, Mikael si reca in Cina a visitare la fabbrica prima di confermare l'ordine e poco prima della spedizione, che in verità tarda un po' ad essere effettuata, nel 2012. L'impianto arriva a Landvetter in una sorta di "kit pre-assemblato" assieme a due tecnici cinesi che devono montarlo; ma c'è un piccolo problema da risolvere: i due non sanno una parola d'inglese. Ci si arrangia per un po' telefonando in Cina alla sede del produttore e con l'aiuto di una ragazza cinese che viene assunta come interprete. I lavori vanno però per le lunghe e dopo sei settimane i tecnici cinesi hanno il visto scaduto e devono ripartire. Alla Dugges rimangono con le istruzioni di montaggio scritte (in cinese!), un impianto ancora da avviare con display e monitor di controllo che dispensano segnali in cinese. I primi cinque tentativi di produrre una birra per il periodo di Pasqua non vanno a buon fine a causa di alcuni problemi al tino d'ammostamento; nell'attesa che arrivino i ricambi giusti dalla Cina, ci si arrangia per cinque mesi con l'aiuto di una ditta Svedese che si occupa anche di fare alcune modifiche necessarie per adattare l'impianto cinese agli standard svedesi.
Terminata l'odissea (anche se Mikael si dice soddisfatto e pronto a fare nuovi acquisti in Cina) alla Dugges è finalmente pronto il nuovo impianto che consente una capacità annuale di 800.000 litri.
Abbastanza vasto il portfolio del birrificio svedese, ma spesso quando si pensa alla Scandinavia si pensa a densissime Imperial Stout/Porter dall'alta gradazione alcolica. Per non smentire i luoghi comuni, approfitto di questa estate clemente per stappare una bottiglia di "catrame" svedese in pieno agosto.
Idjit!, ovvero "idiota" in una sorta di "urban slang" anglosassone e, probabilmente, un riferimento all'idiota più celebre, quello di Dostoevskij. Imperial Russian Stout della quale ne esistono diverse versioni: una "1/2 Idiota", con l'ABV abbassato al 7%, una natalizia ed una "perfetta idiota" barricata.
Aspetto assolutamente splendido: completamente nera, impenetrabile, e densa testa di schiuma beige, cremosa, compatta, molto persistente. L'aroma è molto forte, carico di caffè macinato, mallo di noce, cioccolato, orzo tostato e liquirizia. Elegante, pulito, lievemente "boozy", ovvero alcolico. Nessuna sorpresa (negativa) in bocca, ma solo conferme: la sensazione palatale è quella che ci si aspetta da una imperial stout scandinava. Densa (ma non troppo), corpo pieno, poche bollicine, morbidissima e vellutata. E poi ancora caffè e tostature, tortino al cioccolato, caramello, liquirizia; l'alcool si fa sentire senza esagerazioni, interagendo molto bene con il caffè, irrobustendo la bevuta. C'è un bell'equilibrio generale, tra dolce, tostature amare ed acidità del caffè. Il risultato è estremamente soddisfacente ed intenso, si lascia sorseggiare senza grande difficoltà, con una chiusura morbida e lunga di caffè amaro ed alcool. L'inverno è ancora lontano, ma con birre come questa nel bicchiere sai già che sarà meno freddo.
Formato: 33 cl., alc. 9.5%, lotto T-113, scad. 05/03/2015, pagata 8.90 Euro ! (Systembolaget, Norvegia).
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