Ritorna sul blog un birrificio che avevo “ospitato” qualche anno fa a pochi mesi dal debutto: si tratta di Bionoc, sede a a Mezzano di Primiero, estremità orientale del Trentino, a pochi chilometri dal confine con il Veneto. Il nome scelto identifica semplicemente i due fondatori: Fabio (Bio) Simoni e Nicola (Noc) Simion. Un percorso iniziato nel 2003 quando Fabio frequenta alcuni corsi alla Università della Birra di Azzate e decide di convertire il ristorante di famiglia nella Birroteca Sangrillà, un locale a vocazione birraria che arriva a far ruotare anche un migliaio di diverse etichette l’anno. Nicola è uno dei clienti abituali, un homebrewer con il sogno di aprire un microbirrificio che lentamente contagia anche Fabio: l’homebrewing viene affiancato da viaggi birrari in Inghilterra e America e da un’esperienza presso il birrificio Fravort, in Valsugana. Nel 2012 i due soci sarebbero pronti a partire ma la burocrazia rallenta di qualche mese l’esordio di Bionoc che avviene solamente nel 2013: in quattro anni il birrificio è comunque riuscito ad aumentare la propria produzione da 200 a 1200 ettolitri.
Le etichette sono sostanzialmente suddivise in due grandi categorie: le birre “di sempre”, disponibili tutto l’anno, ovvero Goldon Ale, Alta Vienna, Staion (Saison), Lipa (IPA) e Nociva (Scotch Ale). Le birre stagionali: La Guana (una Strong Dark Ale natalizia) Napa (American Pale Ale), Meingose e Raucha (una Maerzen affumicata).
D’interesse è anche il progetto “Asso di Coppe” interamente dedicato alla produzione di birre acide e agli affinamenti in legno: si avvale della collaborazione dell’homebrewer Nicola Coppe, appassionato di batteri e lieviti selvaggi. Per evitare qualsiasi contaminazione il locale dedicato agli invecchiamenti in legno è stato posizionato a circa tre chilometri dal birrificio, in località Transacqua: è qui che si trova La Boutique de la Bot, in centro storico, di fronte alla più antica chiesa della valle. I risultati sembrano essere davvero incoraggianti: all’ultima edizioni di Birra dell’Anno è arrivata una medaglia d’oro nella categoria riservata alla birre acide.
Non sono molte le interpretazioni classiche (ovvero inglesi) dello stile India Pale Ale che abbiamo in Italia, e non solo: sono quasi sempre i luppoli americani o di altri continenti extra-europei ad essere utilizzati dai birrai. Molto apprezzabile quindi la scelta di Bionoc di cimentarsi con luppoli inglesi e malti Pale e Crystal. Bottiglia nata lo scorso marzo e birra che si presenta nel bicchiere di un color ambrato piuttosto carico sormontato da una generosa testa di schiuma, cremosa e compatta, dall’ottima persistenza. Al naso le note di terriccio umido s’accompagnano a quelle del caramello, della marmellata d’arancia, della frutta secca, soprattutto mandorla. Il gusto prosegue un percorso alquanto “british” nel quale i malti la fanno da padrone con note caramellate, biscottate e “nutty”; marmellata d’arancia e accenni d’uvetta contribuiscono nel dare forma ad una bevuta piuttosto dolce alla quale si contrappongono una buona attenuazione e un finale amaricante terroso che tuttavia non incide quanto dovrebbe. C’è anche un leggerissimo diacetile, comunque perdonabile.
Una English-IPA abbastanza accomodante che indulge sul dolce rendendosi facilmente accessibile: pulita e profumata, mette in evidenza una buona facilità di bevuta nascondendo i suoi gradi alcolici (6%). Pur senza tirare in ballo confronti con interpretazioni più spinte dello stile (spesso americane) a questa birra manca oggettivamente un po' d'amaro: alzandone un po' l'asticella la birra otterrebbe maggior equilibrio e carattere.
Formato: 33 cl., alc. 6%, lotto 27, scad. 08/2018, prezzo indicativo 4.00-4.50 Euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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