lunedì 13 luglio 2020

Bonavena Brewing: Knuckle Pils, Hook Vermont IPA & Ring IPA



All’apparenza potrebbe sembrare tutto nuovo, ma alle spalle del marchio/progetto Bonavena Brewing c’è uno dei produttori storici della scena italica nonché il primo in assoluto di quella campana: parliamo del birrificio Saint John’s, fondato nel 1999 a Faicchio (BN) da Mario Di Lunardo. Dopo quasi vent’anni d’attività con la linea  “La Birra Artigianale”. Di Lunardo ha voluto creare un marchio parallelo dal carattere moderno e con una bella identità visiva che si ricollega al mondo del pugilato ed in particolare alla figura dell’argentino Oscar Bonavena, peso massimo che negli anni ’70 era arrivato a sfidare il grande Mohammed Alì resistendo sino alla quindicesima ripresa, quando fu fermato dall’arbitro dopo essere andato al tappeto per la terza volta. Nel 1976, qualche mese dopo il ritiro, fu ucciso dal buttafuori di un bordello in Nevada: al suo funerale a Buenos Aires parteciparono 150.000 persone. 
Per sviluppare il progetto Bonavena viene reclutato Vincenzo Follino, homebrewer dall’esperienza decennale, attuale presidente dell’associazione Southern Homebrewers e personaggio noto a chi frequenta forum e gruppi Facebook dedicati alla birra. Follino ammette d’aver imparato prima a conoscere la birra e poi ad amarla: s’è interessato della fase produttiva durante i suoi studi di tecnologia alimentare  ed ha poi iniziato a berla per piacere a viaggiare per conoscerla sempre meglio ed a farla in casa. Oggi, in parallelo alla sua attività di medico nutrizionista a Monza, si reca nei fine settimana a Benevento per concentrare le cotte e gli infustamenti delle birre Bonavena; il debutto è avvenuto nella primavera del 2018 con l’American Pale Ale Match e la NEIPA Hook, seguite a stretto giro dalla Smooth Jab (Grisette), dalla So Clinch (Lichtenhainer) e dalla KO (American IPA). 
Non è stata – almeno per chi segue la scena -  affatto una sorpresa vederlo eletto miglior birraio emergente 2019 alla manifestazione di Birraio dell’Anno che si è tenuta lo scorso gennaio 2020 a Firenze: titolo, ricordo, riservato ai produttori  con meno di due anni di esperienza. Lo spin-off Bonavena è cresciuto molto in fretta ed oggi occupa già circa il 70% della produzione dell’impianto da 28 ettolitri di St. John, le cui birre (fusti e bottiglie rifermentate)  rimangono destinate sopratutto alla ristorazione. Bonavena va invece alla conquista dei pub e dei beershop: l’emergenza Covid-19 ha anticipato le tempistiche d’introduzione delle lattine (isobarico) che hanno affiancato i fusti. Poche le bottiglie: questo formato è stato utilizzato solamente per l’imperial stout e sarà, in futuro, la casa delle birre acide che stanno già prendendo forma nella bottaia.

Le birre.
Partiamo dalla Knuckle (le nocche della boxe a mani nude) una pils che vede l’utilizzo di un lievito della Franconia isolato e propagato dal fondo di una bottiglia  -  dicono -   della Mönchsambacher Lager. Dorata e velata, dalla candida testa di schiuma compatta e cremosa, regala profumi di erbacei, di pane e fiori, soprattutto camomilla, qualche suggestione fruttata. Pane, cereali fragranti e un tocco di miele caratterizzano una bevuta snella e leggermente rustica, correttamente carbonata, che si conclude abbastanza secca con un bel finale amaro erbaceo e delicatamente speziato. L’alcool (5%) è impercettibile in questa  birra semplice e pulita che evapora letteralmente dal bicchiere: uno dei migliori complimenti che si possono fare ad una pils. Ottima.

Hook (“il gancio”) è invece quella New England IPA che non può mancare nella gamma di qualsiasi birrificio che vuol stare al passo coi tempi: utilizza due diversi ceppi di lievito, American Ale e Vermont. Il protocollo prevede che sia opalescente e lei lo rispetta; il suo color arancio è comunque luminoso e la schiuma è compatta e abbastanza persistente. Al naso c’è un’intrigante e fresca macedonia composta da mandarino, mango, ananas, pompelmo e arancia, pesca percoca, litchi, persino qualche suggestione di fragola. Il corpo è leggermente chewy, masticabile, ma non ci sono particolari morbidezze: una “mancanza” compensata da una bevuta priva di quegli ruvidi spigoli che spesso le NEIPA si portano appresso. Il gusto non è complesso e definito come l’aroma ma è comunque una NEIPA succosa e fruttata che oscilla tra la frutta tropicale e gli agrumi: pulita e abbastanza educata, nasconde anche lei l’alcool (6.9%) con grande maestria e chiude il suo percorso con un amaro resinoso/vegetale di buona intensità e breve durata. Una NEIPA molto ben eseguita che diventerebbe eccezionale se replicasse anche al palato le meraviglie aromatiche.

Con la Ring (6.6%) ci spostiamo invece sulla costa ad ovest degli Stati Uniti, quella che fino a qualche anno fa, prima di essere spodestata dal New England, era considerata il nirvana della birra. Dorata ma forse un po’ troppo pallida per il sole della West Coast, utilizza luppoli El Dorado, Mosaic, Columbus e Citra per dare forma ad un bouquet ricco di pompelmo, cedro e limone, ananas, resina e qualche lontana reminiscenza dank. Al palato riesce a scorre bene anche se per quel che riguarda la sensazione tattile la trovo un pelino più pesante del dovuto. La bevuta si snoda attraverso pane e crackers, suggestioni tropicali e un profilo zesty che prelude ad un finale amaro resinoso, “amaro ma non troppo”. Una West Coast IPA rivisitata in chiave moderna che punta sulla facilità di bevuta e ci riesce sacrificando un po’ quel “kick”, quella “botta” d’amaro che avevano i classici della California; i nostalgici come me ne avvertiranno un po’ la mancanza, le giovani leve probabilmente apprezzeranno.
Due anni fa il debutto, birre già ben definite e di ottimo livello: Bonavena brucia le tappe e s'appresta  già a passare da emergente a "big" della scena birraria italica. 
Nel dettaglio:
Knuckle, formato 33 cl., alc. 5.0%, lotto 20/15, scad. 11/2020, prezzo indicativo 4,00 euro (beershop)
Hook, formato 33 cl., alc. 6.9%, lotto 20/12, scad. 09/2020, prezzo indicativo 5,00 euro (beershop)
Ring, formato 33 cl., alc. 6.6%, lotto 20/11, scad. 09/2020, prezzo indicativo 4,50 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questo esemplare e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio

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