Il birrificio Twisted Barrel apparve nella sonnolenta scena di Coventry nella primavera del 2014: un nanobirrificio che operava in un garage con un impiantino da 60 litri. Ritchie Bosworth, uno dei fondatori, aveva iniziato ad espandere la propria conoscenza sulla birra solo qualche anno prima: “tutto iniziò mentre mi trovavo in Nuova Zelanda e non riuscivo a trovare quella lager industriale che ero solito bere. Provai alcune artigianali: quando rientrai nel Regno Unito scoprii che anche la maggior parte dei miei amici avevano iniziato a bere craft beer”.
Bosworth diviene un appassionato follower del podcast All Hail The Ale; lui e l’amico Chris Cooper ricevono poi come regalo di Natale un kit per l’homebrewing, diventando in breve tempo i fornitori di birra per i matrimoni e gli addii al celibato di amici e conoscenti. Giusto il tempo per ottener i necessari permessi e Twisted Barrel apre le porte: “i nostri familiari venivano ad aiutarci per imbottigliare ed etichettare in una notte quelle 120 bottiglie che riuscivamo a produrre ogni due settimane e che vendevamo poi a qualche negozio e bar locale. Fino ad allora non c’era nessun luogo dove poter bere birra artigianale a Coventry”. La produzione di Twisted Barrel è ovviamente subito insufficiente a soddisfare tutta la richiesta: nel gennaio del 2015 Cooper lascia il proprio lavoro per dedicarsi a fare il birraio a tempo pieno con un impianto da 1000 litri ed una piccola taproom a Coventry. La scelta della location è però molto azzeccata e si rivelerà fondamentale: gli spazi industriali del FarGo Village di Conventry, ristrutturati per ospitare eventi, ristoranti, bar e una trentina di piccoli negozi indipendenti di arredamento, vestiti, artigianato. Gli impresari che stavano sviluppando il progetto erano appena rientrati da Londra per visionare un progetto simile e avevano notato che in quello della capitale era presente un birrificio. Ritchie Bosworth fu fortunato a cogliere l’occasione ed a proporsi. “La nostra taproom fu un grande successo – ricorda – più che un birrificio avevamo aperto un bar con un impianto sul retro. Non siamo in una zona industriale dove la gente deve venire apposta: da noi ci sono gli appassionati ma anche semplici studenti o gente del posto di ogni età. La taproom è la forza del nostro business, ci dà immediato cash flow con un margine extra di profitto: non so come facciano a sopravvivere i birrifici che non l’hanno”.
Bosworth diviene un appassionato follower del podcast All Hail The Ale; lui e l’amico Chris Cooper ricevono poi come regalo di Natale un kit per l’homebrewing, diventando in breve tempo i fornitori di birra per i matrimoni e gli addii al celibato di amici e conoscenti. Giusto il tempo per ottener i necessari permessi e Twisted Barrel apre le porte: “i nostri familiari venivano ad aiutarci per imbottigliare ed etichettare in una notte quelle 120 bottiglie che riuscivamo a produrre ogni due settimane e che vendevamo poi a qualche negozio e bar locale. Fino ad allora non c’era nessun luogo dove poter bere birra artigianale a Coventry”. La produzione di Twisted Barrel è ovviamente subito insufficiente a soddisfare tutta la richiesta: nel gennaio del 2015 Cooper lascia il proprio lavoro per dedicarsi a fare il birraio a tempo pieno con un impianto da 1000 litri ed una piccola taproom a Coventry. La scelta della location è però molto azzeccata e si rivelerà fondamentale: gli spazi industriali del FarGo Village di Conventry, ristrutturati per ospitare eventi, ristoranti, bar e una trentina di piccoli negozi indipendenti di arredamento, vestiti, artigianato. Gli impresari che stavano sviluppando il progetto erano appena rientrati da Londra per visionare un progetto simile e avevano notato che in quello della capitale era presente un birrificio. Ritchie Bosworth fu fortunato a cogliere l’occasione ed a proporsi. “La nostra taproom fu un grande successo – ricorda – più che un birrificio avevamo aperto un bar con un impianto sul retro. Non siamo in una zona industriale dove la gente deve venire apposta: da noi ci sono gli appassionati ma anche semplici studenti o gente del posto di ogni età. La taproom è la forza del nostro business, ci dà immediato cash flow con un margine extra di profitto: non so come facciano a sopravvivere i birrifici che non l’hanno”.
Nel primo anno di attività Twisted Barrel ottiene l’80% dei propri ricavi da quel piccolo spazio con quattordici spine aperto due giorni alla settimana che poteva contenere quaranta persone. Grazie all’arrivo di un paio di nuovi investitori nell’ottobre del 2017 è di nuovo tempo di traslocare, ma questa volta solamente di qualche metro, all’interno del FarGo Village: i metri quadrati a disposizioni salgono da 140 a 600 e l'acquisto di nuovi fermentatori consente di raggiungere quota 680 ettolitri/anno, con un potenziale di 3000; ad aiutare Cooper nella produzione è arrivato Carl Marshalli. La taproom è diventata rapidamente il luogo con la miglior selezione craft di tutta Coventry: 23 spine, 300 posti a sedere e la possibilità di portarsi la pinta a spasso per tutto il FarGo Village. In cinque anni d’attività Twisted Barrel ha prodotto circa 140 birre: attualmente la gamma prevede 12 etichette disponibili tutto l’anno, 12 stagionali e le solite inevitabili one-short e collaborazioni.
La birra.
La bevo con un po’ di ritardo: Fading Signal è infatti una Pale Ale pensata per la stagione estiva che ha debuttato alla fine dello scorso luglio. Malti Super Pale e Carapils, avena, luppoli Simcoe, Mosaic, Mandarina Bavaria e Galaxy, lievito London Ale III. Di colore arancio molto pallido, torbido e reminiscente di un succo alla pera, forma una generosa testa di schiuma dall’ottima persistenza. Il Double Dry Hopping ha inevitabilmente perso un po’ d’intensità nei tre mesi trascorsi dalla messa in lattina ma l’aroma è pulito e molto gradevole: cedro, lime, lemon grass, lievi note dank e floreali. La carbonazione è un po’ più alta rispetto a quanto previsto dalla tradizione anglosassone ma personalmente non ci trovo nulla di male: le bollicine donano vivacità ad una birra juicy e l’allontanano dall’effetto succo di frutta. La base maltata (pane, crackers) non è sovrastata dai luppoli e Fading Signal è una session beer (4%) che strizza un po’ l’occhio al dolce della frutta tropicale per poi virare subito su un finale secco e moderatamente amaro nel quale le note zesty incontrano quelle terrose ed erbacee. Ottimo mouthfeel, massima scorrevolezza e nessun calo di tensione: Pale Ale ricca di gusto, moderna ma non modaiola. Niente spigoli, ottimo livello di pulizia, ruffiana quanto basta, elevata intensità e basso tenore alcolico: ha tutto quel che serve per essere bevuta ad oltranza.
Formato 44 cl., alc. 4%. Lotto 31/07/2020, scad. 17/04/2021, prezzo indicativo 6,00 euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questo esemplare e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio
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