Rupert Thompson è un pezzo di storia dell’industria brassicola inglese. Assunto alla Bass come direttore commerciale, ideò una serie di annunci pubblicitari su giornali e televisioni che determinarono negli anni ’80 il successo della Carling Black Label; andò poi a lavorare alla Morland facendo diventare la Old Speckled Hen la Premium Ale in bottiglia più venduta nel Regno Unito, sconfiggendo l’eterna rivale Newcastle Brown Ale. Quando la Morland fu acquisita da Greene King, Thompson fondò la Refresh UK e rilevò nel 2000 il birrificio Wychwood, raddoppiandone la produzione grazie al successo del marchio Hobgobli. Nel 2008 Refresh e Wychwood furono acquistati per un bel mucchio di sterline dalla Marstons, che già usava gli impianti della Wychwood per produrre qualcuna delle sue birre.
Thompson ha voglia di cambiare e butta gli occhi su un piccolo birrificio a gestione familiare nel villaggio di Tongham, nel Surrey, ad una cinquantina di chilometri da Londra:. “non avevo più voglia di lavorare per una grande impresa; mi piace essere coinvolto nelle decisioni. Quello che mi appassiona è far crescere il business, non restare lì a gestirlo. Hogs Back era abbastanza vicino a Londra e aveva già una birra di successo, la TEA (Traditional English Ale).”
Il birrificio Hogs Back era stato fondato nel 1992 dai due ex-homebrewers Tony Stanton-Precious e Martin Zilwood-Hunt in una fattoria del diciottesimo secolo sulle omonime colline: nella zona ci sono molti coltivatori di luppolo e nel terreno circostante anche i due birrai avevano avviato un piccolo luppoleto. Hogs Back aveva iniziato producendo 1500 litri alla settimana guadagnandosi rapidamente le spine dei pub locali con la TEA, che nel 2000 venne anche proclamata Champion Beer of Britain dal CAMRA. Nel 2011 Rupert Thompson rileva le quote di Tony affiancando per un paio d’anni Martin, uomo-immagine del birrificio e presenza fissa ai festival locali con la sua Harley Davidson corredata di sidecar a forma di cask. Oggi Martin è ancora consulente “esterno”. Thompson inizia a fare quello che ama, far crescere il business: la produzione annuale di Hogs Back è stabilmente ferma a quota 16.000 ettolitri; Thompson la porta subito a 27.000 introducendo nuove birre ad affiancare la TEA che continua ad assorbire il 70% dei volumi. Finalmente riesce a fare quello che non gli era mai riuscito sino ad allora: produrre una lager, la Hogstar. La storica birraia di Hogs Back, Mo Zeiher, viene affiancare da Miles Chesterman, un birraio che Thompson recluta alla Molson-Coors di Burton-on-Trent. Per portare un po’ d’innovazione tra le dolci colline del Surrey s‘inventa la Montezuma Chocolate (2014), una lager (chiara) prodotta con fave di cacao messicano. Nello stesso anno deve imbarcarsi in una disputa legale contro Magners, responsabile da aver commercializzato Cider Hog, un sidro il cui nome ed etichetta ricordavano un po’ troppo quello prodotto da Hogs Back e chiamato Hazy Hog.
Nel 2016 Thompson annuncia un piano d’espansione da 400.000 sterline: nuovi fermentatori e magazzini per aumentare di un ulteriore 30% la capacità produttiva. Lo scorso luglio 2020 Hogs Back ha ristrutturato un vecchio hangar dove era immagazzinato il luppolo convertendolo in bar/tap room: il birrificio dispone anche di un beershop dove è possibile acquistare bottiglie anche di altri birrifici inglesi e belgi.
Il birrificio Hogs Back era stato fondato nel 1992 dai due ex-homebrewers Tony Stanton-Precious e Martin Zilwood-Hunt in una fattoria del diciottesimo secolo sulle omonime colline: nella zona ci sono molti coltivatori di luppolo e nel terreno circostante anche i due birrai avevano avviato un piccolo luppoleto. Hogs Back aveva iniziato producendo 1500 litri alla settimana guadagnandosi rapidamente le spine dei pub locali con la TEA, che nel 2000 venne anche proclamata Champion Beer of Britain dal CAMRA. Nel 2011 Rupert Thompson rileva le quote di Tony affiancando per un paio d’anni Martin, uomo-immagine del birrificio e presenza fissa ai festival locali con la sua Harley Davidson corredata di sidecar a forma di cask. Oggi Martin è ancora consulente “esterno”. Thompson inizia a fare quello che ama, far crescere il business: la produzione annuale di Hogs Back è stabilmente ferma a quota 16.000 ettolitri; Thompson la porta subito a 27.000 introducendo nuove birre ad affiancare la TEA che continua ad assorbire il 70% dei volumi. Finalmente riesce a fare quello che non gli era mai riuscito sino ad allora: produrre una lager, la Hogstar. La storica birraia di Hogs Back, Mo Zeiher, viene affiancare da Miles Chesterman, un birraio che Thompson recluta alla Molson-Coors di Burton-on-Trent. Per portare un po’ d’innovazione tra le dolci colline del Surrey s‘inventa la Montezuma Chocolate (2014), una lager (chiara) prodotta con fave di cacao messicano. Nello stesso anno deve imbarcarsi in una disputa legale contro Magners, responsabile da aver commercializzato Cider Hog, un sidro il cui nome ed etichetta ricordavano un po’ troppo quello prodotto da Hogs Back e chiamato Hazy Hog.
Nel 2016 Thompson annuncia un piano d’espansione da 400.000 sterline: nuovi fermentatori e magazzini per aumentare di un ulteriore 30% la capacità produttiva. Lo scorso luglio 2020 Hogs Back ha ristrutturato un vecchio hangar dove era immagazzinato il luppolo convertendolo in bar/tap room: il birrificio dispone anche di un beershop dove è possibile acquistare bottiglie anche di altri birrifici inglesi e belgi.
La birra.
Rip Snorter (letteralmente “qualcosa che si fa notare per la sua straordinaria qualità”) è una English Strong Bitter (5%) prodotta per la prima volta nel 2012: la sua ricetta prevede malti Pale, un po’ di Crystal ed un tocco di Chocolate; i luppoli Fuggles e E.K. Goldings sono coltivati nel Surrey. Il nome nacque “dall’esclamazione di un birraio australiano in visita che aveva assaggiato un sorso del primo lotto. Nello stesso periodo ci venne a trovare anche Chris Moss, il fondatore del birrificio Wychwood. Martin Hunt gliela descrisse come “the dogs bollocks of his beers” (“le palle del cane” è un idioma un po’ volgare che sta ad indicare “qualcosa di incredibilmente buono”). Martin non usò mai quel nome, ma qualche tempo dopo la Wychwood fece uscire una birra chiamata proprio Dogs Bollocks".
Il suo colore è ambrato piuttosto carico con riflessi che vanno dal ramato al rubino: la schiuma è cremosa, compatta ed ha buona persistenza. Caramello, biscotto, accenni di pane nero, qualche spezia, profumi di marmellata di prugne e ciliegia, terrosi e di frutta secca a guscio: l’aroma è piuttosto intenso e pulito. La sensazione palatale è ottima, scorrevolezza e presenza trovano il compromesso perfetto. Non ci sono variazioni di rotta al palato: è una bitter ben equilibrata tra dolce (caramello, biscotto, marmellata di prugna e ciliegia, accenni di melassa) e amaro (frutta secca a guscio, terroso), intensa e al tempo stesso facile da bere. Lontano dalle mode, per una tranquilla immersioni nella tradizione anglosassone.
Formato 50 cl., alc. 5%, lotto 5258, scad. 06/2021, prezzo indicativo 4.00-5.00 euro (beershop)Il suo colore è ambrato piuttosto carico con riflessi che vanno dal ramato al rubino: la schiuma è cremosa, compatta ed ha buona persistenza. Caramello, biscotto, accenni di pane nero, qualche spezia, profumi di marmellata di prugne e ciliegia, terrosi e di frutta secca a guscio: l’aroma è piuttosto intenso e pulito. La sensazione palatale è ottima, scorrevolezza e presenza trovano il compromesso perfetto. Non ci sono variazioni di rotta al palato: è una bitter ben equilibrata tra dolce (caramello, biscotto, marmellata di prugna e ciliegia, accenni di melassa) e amaro (frutta secca a guscio, terroso), intensa e al tempo stesso facile da bere. Lontano dalle mode, per una tranquilla immersioni nella tradizione anglosassone.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questo esemplare e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio
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