Non è esattamente un birrificio vero e proprio quello che presentiamo oggi; loro si definiscono un "birrificio itinerante", ma se pensate a qualcosa tipo Mikkeller, il gipsy brewer più famoso al mondo, siete fuori strada. "Loro" sono Mirko Caretta, deus-ex-machina del noto locale romano Bir&fud, e Marco Chiossi del beershop Ebrius ai castelli romani (Marino); non vanno semplicemente da qualcuno a "farsi" fare le birre, ma il loro progetto prevede un "tour" in diversi birrifici italiani all'insegna dell'interazione, dello scambio e della collaborazione reciproca. Le ricette elaborate dai due Buskers (il nome è esplicitamente ispirato dagli artisiti di strada) vengono infatti discusse ed affinate con i diversi birrai, fino ad arrivare al momento della cotta, che avviene sempre utilizzando gli impianti del padrone di casa, visto che i Buskers non dispongono di attrezzature proprie. La prima nata è la Ecstasy of Gold, in collaborazione con il Birrificio L'Olmaia, seguita dalla Dave (Birra del Borgo), Ezekiel (Menaresta), Kashmir (ancora Birra del Borgo), Devotchka (Extraomnes), Paranoid (Bi-Du), Black Junkie (Birrificio Del Ducato), e molte altre. Forse non è stato mantenuto il programmato ritmo di "una birra al mese", ma ci manca poco. Oggi degustiamo invece la California Uber Alles; come il nome potrebbe portare a far pensare non si tratta di una American Pale Ale o di un'American IPA, bensì di una bassa fermentazione, una "robust" o "imperial pilsner" che dir si voglia, prodotta con lievito California lager, luppoli Tettnanger, Saaz, Saphir e Dana; il titolo paga tributo all'omonimo brano dei californiani Dead Kennedys (1978-1986). Nonostante gli intenti "nobili" (con riferimento alla buona percentuale di luppoli utilizzati), il risultato finale porta questa California Uber Alles ad essere coerente con il proprio nome. L'impressione che si ha è quello di trovarsi di fronte alla (ennesima) birra molto ruffiana e "zoccola", in senso molto positivo, che ammicca ad aromi e sapori che ricordano la West Coast. Colore dorato pallido, velato, con un'enorme ondata di schiuma che riempe il bicchiere ed obbliga ad una lunghissima attesa prima di svanire e permettere di versare un quantitativo accettabile di birra nel bicchiere; una "palla" pannosa, bianca, rimane comunque presente al centro del bicchiere per tutta la bevuta. Aroma semplice, molto pulito e molto elegante: bel bouquet floreale, pompelmo, lime, agrumi e qualche richiamo di frutta tropicale in secondo piano. Le anticipazioni olfattive trovano piena conferma ed appagamento anche al palato: dopo il veloce imbocco di pane, il gusto gioca la suo "derby" dell'agrume, distribuendo da subito l'amaro della scorza di pompelmo che viene bilanciato dal dolce della polpa, con qualche accenno di tropical fruit. La carbonazione è ovviamente (schiuma docet) molto elevata, disturbando un po' la percezione dei sapori e rallentando la velocità d'ingurgitamento, che rimane comunque alta; è leggera e snella, ha una bella chiusura secca e pulita, seguita da un retrogusto amaro che si divide quasi equamente tra note erbacee e di scorza di lime/pompelmo. E' una birra alla quale per definizione devi chiedere di essere profumata, pulita, facile da bere in quantità torrenziali; e questo è quello che la California Uber Alles fa, nonostante l'handicap delle bollicine in eccesso. Birra completamente riuscita, quindi, consigliamo di tenerne un fusto in frigorifero nei mesi più caldi dell'anno. Formato: 75 cl.,alc. 5.8%. lotto 1812, scad. 06/2013, prezzo 9.00 Euro.
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