Ancora Emelisse: dopo la TIPA, ecco qui la sorella "minore" dal nome abbastanza prevedibile, ovvero DIPA; l'ABV scende dal 10 al 7.9%, e gli IBU da 103 a 65. Per il lotto della nostra bottiglia è stato utilizzato un luppolo sperimentale americano molto recente (2011), chiamato HBC. Nel bicchiere è color rame/ambra, appena velato, con una schiuma fine e cremosa, molto persistente. Il naso regala netti sentori floreali, poi arancio, pompelmo, lychee; aroma pulito ma non molto pronunciato. Al gusto ci sono quelli che sembrano essere (per quello assaggiato sino ad ora) gli standard del birrificio: birre bilanciate e molto pulite: imbocco leggero di caramello, pompelmo, con l'alcool molto più in evidenza rispetto alla sorella maggiore. L'amaro arriva solo a fine corsa, erbaceo, con qualche nota "pepata" e di resina. E' una birra pulita e tecnicamente ben fatta, senza difetti, che però non è riuscita a coinvolgerci. Molto tranquilla e bilanciata nella prima parte della bevuta, termina con una "scarica" amara, pepata e resinosa, con una nota etilica a riscaldare. Non molto profumata, con una bevibilità senz'altro ridotta rispetto alla TIPA, proprio a causa della componente etilica che si fa sentire in modo maggiore; tra le due bottiglie, preferiamo senz'altro la sorella più grande. Ma se leggiamo DIPA il pensiero corre immediatamente alla West Coast USA, ed il confronto con alcune splendide ed intense californiane molto facili da bere fa ulteriormente impallidire questa versione europea. Formato: 33 cl., alc. 7.9%, IBU 65, lotto A, scad. 09/2014, prezzo 4.00 Euro.
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