venerdì 30 marzo 2012

Duckstein Original

Ha un passato che risale al sedicesimo secolo, il nome Duckstein, quando veniva prodotta a Königslutter am Elm con l'acqua del fiume Lutter; a quel tempo era una birra di frumento, dolce, di colore giallo paglierino, che si diceva aver effetti terapeutici. La vicinanza dell'Elba, il grande fiume navigabile che attraversa quasi tutta la Germania, la fece arrivare anche a Lipsia, Amburgo, Berlino ed in Olanda. Si dice anche che ne facesse gran uso Federico Guglielmo I di Prussia (diciottesimo secolo), fino all'inesorabile declino che fu provocato dalle birre che arrivavano dall'Inghilterra e dalle lager domestiche. Nel 1987 il birrificio di Lipsia Feldschlößchen fa risuscitare il nome Duckstein, offrendo una birra chiamata "Ducksteiner" nel circuito dell'alta ristorazione. Nasce però un contenzioso con la Brauerei Lübzer che già usava un nome simile; il problema legale viene risolto con la forza dalla Holsten-Brauerei AG, proprietaria della Feldschlößchen; acquista anche il birrificio Lübzer e vi mantiene la produzione della Duckstein. In un primo periodo le etichette mantengono un legame con l'antica città di Königslutter, ma dal 2011 un nuovo logo con una "D" stilizzata, che appare anche sulla bottiglia serigrafata, ha interrotto qualsiasi riferimento al nobile passato. Rimane la Ducksteinfest, un festival culturale che si tiene ogni estate a Königslutter e che viene sponsorizzato dalla Holsten, che dal 2004 è di proprietà della Carlsberg. Molto curato e professionale il sito Duckstein.de, dove potete passare in rassegna tutta la gamma; tanta cura nei dettagli, inclusa l'elegante bottiglia, ha però un costo che si riversa direttamente sul consumatore. Questa Duckstein Original non ha ovviamente niente a che vedere con la birra di frumento un tempo prodotta a Königslutter. E' di un bel colore ambra, limpidissimo, con una schiuma leggermente "sporca", fine e cremosa. Sia Ratebeer che Beer Advocate la classificano come una Altbier. L'aroma è molto dolce ma poco pronunciato; melassa, toffee, leggero diacetile, una discreta mineralità ferrosa e qualcosa che ci ha ricordato l'amaretto. Il gusto non alza certamente il livello; troviamo tanta acqua, nella quale annega un po' di caramello e di tostatura. A chiudere c'è una timida nota amaricante terrosa, poco gradevole. La bocca rimane poco pulita e abbastanza appiccicosa (diacetile). Una bottiglia - forse poco in forma - che ci ha dato l'impressione di un innocuo prodotto industriale, molto povero di gusto e venduto ad un prezzo doppio rispetto alle normali birre tedesche. In queste condizioni, meglio l'acqua. Formato: 50 cl., alc. 4.9%, lotto 621712v, scad. 05/2012, prezzo 2.07 Euro.

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