giovedì 11 febbraio 2016

HOMEBREWED! Francesco Baldini: American Pale Ale & Black IPA

Rieccoci a parlare di produzioni casalinghe in un nuovo appuntamento di Homebrewed! Oggi tocca a  Francesco Baldini dal 2011 homebrewer in quel di Imola contagiato dal “morbo” durante una cotta pubblica; seguono le prime produzioni da kit assieme a colleghi di lavoro e, da circa due anni, il passaggio all’E+G (Estratto + Grani, per i profani). A causa del poco tempo libero a disposizione la frequenza produttiva non è elevata, con circa 6-8 otto cotte realizzate nei mesi invernali in una pentola da 17 litri e equamente destinate al consumo personale e quello di amici e colleghi. 
Ringrazio da subito Francesco che ha voluto farmi assaggiare tre due birre, due delle quali ve le presento oggi:  non ci sono nomi o etichette realizzate al computer ma – hey! – dopotutto è la sostanza quella che conta. 
Partiamo da un’American Pale Ale realizzata con una parte di estratto liquido ed una di estratto secco; i malti sono Crystal, Carapils e Irish Moss, i luppoli Simcoe, Amarillo e Centennial con un dry-hopping di Nelson Sauvin. Il lievito è l’immancabile US-05. Il suo colore è ambrato velato, con riflessi oro antico; fine, cremosa e compatta la schiuma, ottima persistenza e ottimo aspetto complessivo. 
La bottiglia ha circa un mese di vita e l'aroma presenta un fresco bouquet di frutta tropicale (mango, papaia), pompelmo e i tipici profumi di uva bianca e litchi del Nelson Sauvin; la gradevolezza del mix è un po' disturbata da qualche nota meno piacevole che ricorda la cipolla. Al palato arriva con un corpo tra il medio e il leggero, è piacevolmente scorrevole e leggera anche a livello tattile, cosa che non ho riscontrato in altre birre prodotte in casa che invece soffrivano un po' di pesantezza; l'unico "appunto" che mi sento di fare riguarda le bollicine, la cui scarsezza toglie un po' di vitalità alla bevuta, soprattutto quando di coinvolto c'è un profilo di frutta tropicale. Personalmente ne avrei gradita qualcuna in più. Su una base maltata che richiama il biscotto e un po' il caramello, il gusto ripropone il dolce del mango e della polpa d'arancio ed il pompelmo; la chiusura è amara, della giusta intensità, con le note resinose che si mescolano a quelle del pompelmo. La birra è complessivamente gradevole e facile da bere, caratterizzata da un discreto livello di pulizia, fragranza e di eleganza, entrambe tuttavia migliorabili; gettate le solide basi, ora la sfida "professionale" sarebbe quella di limare e rifinire, ed è quella più complicata. Ma per il consumo tra le mura di casa, è una birra senza evidenti difetti o puzzette e ci si può tranquillamente accontentare.
La seconda birra è una Black IPA realizzata anch'essa con estratto liquido e malti Crystal, Carafa, Black, Special B e Carapils; lievito US-05, Citra e Simcoe i luppoli utilizzati anche in dry-hopping. Non è nera ma poco ci manca, ed è sormontata da una cremosissima e compatta schiuma color beige chiaro, dalla lunghissima persistenza.
Ottimo l'aspetto e piuttosto bene anche l'aroma, fresco e intenso, con una macedonia di frutta (mango, papaia, ananas, melone, pompelmo) che s'affianca ai sentori resinosi e ad una suggestione di fragola/lampone. Il benvenuto al palato è dato dal leggerissimo sottofondo di pane nero appena tostato, ovvero la base che sostiene l'ossatura dolce centrale che richiama il mango, l'ananas ed il pompelmo dell'aroma. Il corpo è medio e le bollicine sono nella qualità giusta: la birra scorre bene, è facile da bere e volendo cercare il pelo nell'uovo è un pochino slegata nel rapporto "acqua-sapori". La chiusura è  intensa ed ovviamente amara, caratterizzata sopratutto dalle note di resina con sfumature "zesty", un lieve terroso e appena un accenno di tostato. Questa Black IPA mi convince e mi piace anche per la sua fedeltà a questo stile-ossimoro: è una IPA di colore nero, senza avvicinarsi ad una porter/stout molto luppolata. Certo, anche qui pulizia e finezza sarebbero migliorabili ma l'intensità e la freschezza abbinate all'assenza di difetti rendono la bevuta semplice ma piacevole e - lo devo ammettere - molto migliore di alcune birre "professionali" che ho bevuto dall'inizio dell'anno.
Ringrazio di nuovo Francesco per avermi inviato le sue produzioni e gli dò appuntamento a fra qualche mese con la sua Imperial Stout; a voi invece che vi divertite a fare la birra in casa, ricordo che la rubrica è sempre aperta a tutti.
Di seguito i dettagli e la valutazione su scala BJCP:
American Pale Ale - formato 50 cl., alc. 5.3%, IBU 44, OG 1050, FG 1010, imbott. 29/12/2015.
Totale 32/50 (Aroma 7/12, Aspetto 3/3, Gusto 13/20, Mouthfeel 3/5, Impressione generale 6/10)

Black IPA - formato 50 cl., alc. 5.9%, IBU 72, OG 1060, FG 1015, imbott. 11/11/2015.
Totale 36/50 (Aroma 9/12, Aspetto 3/3, Gusto 15/20, Mouthfeel 4/5, Impressione generale 7/10)

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