Dopo un’assenza di cinque anni ritorna sul blog il birrificio bergamasco Elav, fondato nel 2010 da Antonio Terzi e Valentina Ardemagni. Vediamo quanto di nuovo è avvenuto dal 2014 ad oggi: in quell’anno Elav metteva in funzione il nuovo impianto da 2,5 ettolitri a cotta seguito a ruota dalla nascita della Società Agricola Elav nel territorio che circonda il Monastero Vallombrosano ai piedi di Bergamo Alta. Due ettari di terreno nella Val d’Astino sul quale si coltivano luppolo, erbe officinali e frutti rossi anche destinati alla produzione di birra.
Sugli stessi campi si trova la Cascina Elav, “succursale” estiva del birrificio aperta da fine maggio a settembre: ristorante, pizzeria, pub e una corte all’aperto dove vengono ospitati eventi culturali, laboratori, seminari, spettacoli, concerti, mercati, corsi e workshop. Nei mesi più freddi dell’anno, ma non solo, potete dissetarvi allo storico Clock Tower Pub di Treviglio o all’ Elav Kitchen & Beer, inaugurato a Bergamo Alta a gennaio 2018. Se state invece partendo per una vacanza troverete la Beerstrotheque Elav all’aeroporto di Orio al Serio, precursore italiano di un fenomeno che sta lentamente iniziando a prendere piede in molti aeroporti nel mondo: finalmente si possono ingannare i tempi d’attesa tra un volo e l’altro dissetandosi con birre di qualità e non con i soliti anonimi prodotti industriali. Abitate a Bergamo? Elav in collaborazione con Winelivery vi consegnerà a domicilio con bicicletta elettrica la vostra birra preferita in mezz’ora. Ogni giorno potete scegliere tra sei diverse birre che vi verranno recapitate a casa in appositi contenitori pressurizzati che promettono di preservare al meglio la qualità del prodotto. Il prezzo? Lo stesso di una pinta al bancone, ovvero sei euro per mezzo litro.
Dalle innovazioni commerciali passiamo a quelle nel bicchiere. Il barley wine di casa Elav si chiama Progressive non a caso: lievito american ale, solo due malti (pils e pale) e un luppolo esotico (Sorachi Ace), ma il birrificio assicura che questa birra “vi stupirà per la sua complessità e la sua spiccata personalità”. Alla prova dei fatti una bottiglia del 2014: i cinque anni in cantina le avranno fatto bene?
Nel bicchiere si presenta di un color ambrato opaco ma ancora vivace e luminoso: la schiuma biancastra è cremosa ma di dimensioni piuttosto modeste e poco persistente. Il naso sorprende subito per pulizia, espressività e complessità: frutta secca a guscio, uvetta e datteri, mela, ciliegia, albicocca disidratata, toffee, accenni di vino marsalato. Aroma caldo, liquoroso e sensuale: si creano grandi aspettative che il gusto fortunatamente non delude. La bevuta è un liquore ricco di frutta sotto spirito la cui dolcezza viene stemperata da una leggera asprezza vinosa e da un’acidità quasi rinfrescante che, a cinque anni dalla messa in bottiglia, appare stupefacente. Il finale, anticipato da una punta amara di frutta secca, è caldo e ricco di nuovi rimandi ai vini liquorosi. Sono quegli effetti positivi dell’ossidazione che vorresti sempre trovare in queste birre. Gran bella sorpresa questo barley wine di Elav, un piccolo gioiello tutto da scoprire: bilanciato nella sua dolcezza, morbido al tatto ed amalgamato tra tutte le sue componenti, scalda (11%) senza bruciare regalando sorprese ad ogni sorso. A cinque anni d’età è ancora in splendida forma e mostra di poter andare ancora avanti nel tempo: peccato non averne qualche altra bottiglia in cantina. Non mi sembra godere di notorietà tra gli appassionati, ma per quello che trovo in questo bicchiere la meriterebbe.
Formato 33 cl., alc. 11%, IBU 65, imbott. 14/05/2014, scad. 14/05/2034, prezzo indicativo 6,00 euro. NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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