Del birrificio olandese Kees abbiamo già parlato più di una volta. Kees Bubberman, homebrewer dal 1996, ha lavorato come birraio per sette anni (2007-2014) presso il birrificio olandese Emelisse per poi mettersi in proprio. Acquistato il vecchio impianto da 25 hl dagli inglesi di Magic Rock, grazie anche all’aiuto del crowfunding e aggiunto sei fermentatori, a febbraio 2015 ha prodotto il primo lotto di East India Porter alla nuova Brouwerij Kees che si trova ad una ventina di chilometri di distanza da Emelisse. Da allora Bubberman ha progressivamente ridotto il numero di birre prodotte tutto l’anno per seguire la moda al ritmo di una novità o quasi ogni quindici giorni. Attualmente Session IPA e Pale Ale Citra guidano la classifica delle vendite, affiancate da numerose produzioni stagionali, occasionali e da altre cinque birre sempre disponibili: Double Rye IPA, Porter 1750, Mosaïc Hop Explosion IPA, West Coast IPA e American Barley Wine. Nella gamma non mancano poi New England IPA, aromatizzazioni alla frutta e pastry stout. Kees poi ha lanciato il proprio Barrel Project dedicato agli invecchiamenti in botte; è stato anch’esso finanziato con un crowfunding che ha raccolto 23.000 dei 15.000 euro richiesti. Ai finanziatori è stato offerto in cambio la birra Bubberman, una potente imperial stout (13.5%) invecchiata due anni in botti di bourbon. Potevano mancare le lattine? Ovviamente no: anche Kees ha da qualche tempo iniziato ad utilizzare questo ormai imprescindibile contenitore.
Variante torbata di una delle birre di successo di Kees, la Peated Imperial Stout non viene oggi più prodotta. La ricetta era basata su quella della Export Porter 1750 (malti Pale Ale, Caramel, Carafa 1, Carafa 2, luppoli Fuggles e Sorachi Ace) alla quale viene aggiunta una imprecisata percentuale di malto torbato.
Nel bicchiere è quasi nera e forma una piccola testa di schiuma un po’ grossolana che svanisce piuttosto rapidamente. Il torbato è protagonista di un aroma che regala in sottofondo anche profumi di cuoio/pelle e frutta sotto spirito: intensità, pulizia e finezza sono tutt’altro che impressionanti. Aspetto visivo e naso sembrerebbero un mediocre biglietto da visita ma questa Peated Imperial Stout di Kees riesce fortunatamente a riscattarsi al palato, regalando una bevuta bilanciata, intensa e piuttosto godibile. Caramello, fruit cake, prugna e uvetta, accenni di cioccolato e di caffè: il torbato è il filo che lega questi elementi tra loro, entrando e uscendo di scena a più riprese. L’alcool (11.2%) fa sentire la sua presenza soprattutto nel finale, riscaldando il lungo retrogusto amaro di caffè, torrefatto e cioccolato. Corpo quasi pieno, morbida: al palato non ci sono particolari densità o viscosità.
Il livello generale è piuttosto buono anche se ci sarebbero ampi margini di miglioramento per quel che riguarda pulizia ed eleganza; in generale non posso dire di amare le birre di Kees, ma in questo caso la bevuta è risultata davvero piacevole.
Formato 33 cl., alc. 11.2%, IBU 65, lotto 16.33, scad. 12/2018, prezzo indicativo 5.00 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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