Nel 2008 gli Stati Uniti erano nel bel mezzo della grande recessione e non sembrava il momento più appropriato per mettersi in proprio ed aprire un’azienda: è invece proprio quello che ha fatto Matt Lincecum, homebrewer dal 1994 per passione ma avvocato per professione. Nella sua carriera Lincecum aveva già avuto a che fare con produttori di birra, vino e liquori, rappresentandoli, e ogni volta si era sentito dalla parte sbagliata della scrivania. Doveva scegliere se continuare la sua carriera da avvocato, sempre più impegnativa e lontano da casa, o se fare altro: “volevo che i miei figli conoscessero il loro padre e volevo continuare ad avere una moglie; qualcosa doveva cambiare”.
Con soli 10.000 dollari a disposizione sul conto bancario Lincecum riesce a trovare un paio di investitori disposti a concedergli i fondi necessari per prendere in affitto uno spazio commerciale a Seattle dove installare l’impianto di seconda mano (18 HL) recuperato dalla Red Lodge Ales e due fermentatori provenienti dalla Georgetown Brewing. Nell’aprile del 2009 debuttava ufficialmente Fremont Brewing con la Universale Pale Ale che verrà seguita poco dopo da una IPA: solo fusti e growlers da asporto. Il nome ufficiale dell’azienda era, ed è ancora, Green Lake Brewing Company, registrato ancora prima di avere i locali a disposizione. “Sarebbe però stato sciocco usare quel nome visto che avevamo aperto nel quartiere di Fremont – ricorda la moglie Sara Nelson, co-fondatrice - Al disegnatore del loro Dan Stuckey, nostro vicino di casa a Green Lake, chiedemmo però di utilizzare un airone che è l’uccello ufficiale di Seattle e del lago Green."
Gli inizi non sono ovviamente facili: “eravamo nel bel mezzo della peggior crisi economica degli ultimi 75 anni, con un tasso di disoccupazione nello stato di Washington del 10%: avevo lasciato il mio lavoro da avvocato, avevo due figli piccoli e non riuscivo ad ottenere una carta di credito perché le banche erano in dissesto. Non avevamo soldi e iniziammo con un obiettivo ben preciso: pagare le fatture che scadevano ogni venerdì. Ogni lunedì ero consapevole del fatto che avrei dovuto vendere almeno sette fusti di birra entro il venerdì successivo”. Fortunatamente le cose sono andate per il meglio e nel 2014, grazie al supporto di altri investitori, Lincecum annunciava un piano d’espansione da otto milioni di dollari: nella sede originale viene installato un nuovo impianto da 35 ettolitri e, ad un miglio di distanza, viene completato nel 2016 il nuovo birrificio con sala cottura da 93 ettolitri e una capacità inziale di 70.000 ettolitri all’anno incrementabile sino a 300.000. “Se potessi vorrei fermarmi qui, ma non sono sicuro di cosa ci riserverà il futuro. Mi piacerebbe continuare a crescere in modo da poter aumentare i salari dei nostri dipendenti e continuare a fare la miglior birra possibile. Non voglio diventare così grande da dover passare il mio tempo a pianificare a tavolino i miei prodotti per poter raggiungere determinati obiettivi di vendita”. Nel 2017 Fremont aveva prodotto circa 52.000 ettolitri.
Oggi Fremont è uno dei birrifici più apprezzati del nord-ovest degli Stati Uniti e parte della sua fama è dovuta al programma degli invecchiamenti in botte inaugurato nel 2010: fortunatamente è ancora immune da quelle follie che caratterizzando una frangia della craft beer statunitense. Non ci sono assembramenti di beergeeks in attesa della messa in vendita di una bottiglia e le loro splendide birre barricate si trovano sugli scaffali dei negozi anche dopo diverse settimane dalla messa in vendita.
La taproom del birrificio si chiama Urban Beer Garden, aperta tutti i giorni dalle 11 del mattino alle 9 di sera: non c’è cucina ma vi vengono offerti gratuitamente pretzels e mele. Per gli acquisti dovete invece fare quattro passi e recarvi al vicino Fremont Mercantile: merchandising, bicchieri, growlers e birre da asporto.
Abominable Winter Ale è stato per molti anni il nome della birra stagionale invernale (8%) prodotta da Fremont: nel 2016 il suo nome è stato accorciato in Winter Ale per evitare problemi con il birrificio Hopworks di Portland che produceva già una birra con lo stesso nome. E fu lei la prima birra di Fremont a finire in una botte ex-bourbon: era il 2010 e nasceva la Bourbon Abominable, oggi nota chiamata B-Bomb. Lincecum dichiara che oggi nelle botti di bourbon non ci finisce esattamente la Winter Ale standard ma una ricetta potenziata e leggermente modificata per meglio sopportare il tempo trascorso in botte. L’elenco degli ingredienti include malti 2-Row Pale, Crystal-120, Munich, Roast Barley, Carafa-2 e Chocolate, luppoli Columbus, Willamette, e Golding americano. Attualmente la B-Bomb di Fremont viene assemblata con un blend di varie botti di rovere americano che hanno ospitato bourbon per 8-12 anni e nelle quali la birra è rimasta per nove, dodici e ventiquattro mesi.
Il vernissage della B-Bomb 2018 è avvenuto il 23 novembre all’Urban Beer Garden, venti dollari a bottiglia con un limite di quattro a persona: alla spina erano poi disponibile alcune varianti.
Nel bicchiere si presenta quasi nera con una splendida testa di schiuma cremosa e compatta. L’aroma è pulito, ricco, intenso e raffinato, splendido: bourbon, fruit cake, frutta sotto spirito, melassa, cioccolato, accenni di cocco tostato e di cuoio. Al palato è piena, oleosa e morbida, si sorseggia senza nessuna difficoltà ed anche la componente alcolica è molto ben gestita: presente ma non opprimente. La bevuta ripercorre gli stessi passi dell’aroma con identica eleganza e pulizia: c’è molto bourbon accompagnato da tanti piccoli dettagli di fruit cake, liquirizia, cioccolato, frutta sotto spirito, legno a comporre una birra sontuosa e ricca, lunghissima. Volendo essere pignoli il bourbon tende forse a prevalere un po’ troppo sul resto, ma il risultato è davvero raffinato e si viaggia in prima classe.
Formato 65 cl., alc. 14%, IBU 65, lotto 2018, pagata 25,00 euro NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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